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Dopo Nokia, anche Ericsson riconosce le difficoltà di lavorare sull’O-RAN Alliance, un progetto di sviluppo di una rete modulare con interfacce e ran aperte che dovrebbe favorire una maggiore trasparenza e una diversificazione dei fornitori 5G, a cui ha aderito anche l’italiana Tim.

“La situazione attuale”, con le sanzioni statunitensi contro alcune delle aziende coinvolto nell’O-RAN Alliance, “può ostacolare il progresso all’interno della O-RAN Alliance”, ha spiegato Ericsson in una dichiarazione inviata a Formiche.net.

Nei giorni scorsi, confermando le indiscrezioni di Politico, Nokia aveva consegnato a Light Reading una dichiarazione ufficiale: “L’impegno di Nokia per O-RAN e O-RAN Alliance, di cui siamo stati il primo grande fornitore ad aderire, rimane forte. In questa fase stiamo semplicemente mettendo in pausa l’attività tecnica con l’Alliance, poiché alcuni partecipanti sono stati aggiunti alla Entity List statunitense ed è opportuno per noi lasciare all’Alliance il tempo di analizzare e arrivare a una risoluzione”.

Nokia ha fatto un passo indietro poiché, alla luce delle molte aziende cinesi in Entity List coinvolte nell’O-RAN Alliance, il rischio di sanzioni da parte degli Stati Uniti è stato ritenuto troppo alto. Infatti, come spiegavamo su Formiche.net, a differenza di quanto accaduto due anni fa con la stretta su Huawei compensata da un via libera della Casa Bianca alle aziende che partecipano a gruppi internazionali in cui è presente anche il produttore cinese, non esistono licenze per l’O-Ran Alliance. A rischio, sottolineavamo, ci sono operatori come Deutsche Telekom, Telefónica e Vodafone e aziende tecnologiche come Facebook, Microsoft, Intel e Cisco.

Dopo la conferma di Nokia, Formiche.net ha contattato l’altro grande player europeo del 5G, Ericsson. Ecco la loro dichiarazione: “Operiamo seguendo controlli rigorosi tenendo conto del fatto che le aziende vengono aggiunte e rimosse dalla Entity List su base periodica. La situazione attuale può ostacolare il progresso all’interno della O-RAN Alliance e auspichiamo che la situazione si risolva il più rapidamente possibile”.

A luglio, Börje Ekholm, amministratore delegato di Ericsson, aveva sottolineato che Ericsson è il primo contributore della O-RAN Alliance ma che la tecnologia non è ancora pronta. “Quando la O-RAN sarà pronta, lo saremo anche noi con delle soluzioni, ma non crediamo che questo sia il momento appropriato per distogliere l’attenzione da quanto che accade sul mercato”, aveva dichiarato a margine della presentazione degli utili del secondo trimestre.

L’obiettivo della O-RAN Alliance, “almeno per gli Stati Uniti, è limitare la presenza nelle reti di tecnologia potenzialmente vulnerabile” come quella cinese, riassume efficacemente una ricerca di Strand Consult. Dallo stesso documento emerge però che le aziende cinesi, in cui il governo della Repubblica popolare è coinvolto in diverse modalità, rappresentano oltre un quinto di quelle coinvolte nella O-RAN Alliance. Ecco perché, conclude il rapporto, “è essenzialmente impossibile limitare l’influenza del governo cinese nell’organizzazione”.

Dopo lo stop di Nokia, i timori di Ericsson sull’O-Ran e le sanzioni Usa

“La situazione attuale può ostacolare il progresso all’interno della O-Ran Alliance”, ha spiegato Ericsson in una dichiarazione inviata a Formiche.net. Nei giorni scorsi il passo indietro di Nokia: troppe le aziende cinesi coinvolte, troppo alti i rischi di sanzioni Usa

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