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La partita della crescita è ancora tutta da giocare, ma almeno sulle banche gli Stati Uniti surclassano Pechino. Il motivo è presto spiegato, gli istituti americani stanno meglio di quelli cinesi. Il Dragone, come raccontato a più riprese da Formiche.net, ha il fiato corto e le sue finanze sono sempre più ballerine. Alto deficit, forte indebitamento delle amministrazioni locali e banche sempre più imbottite di sofferenze, stanno minando dal profondo la proverbiale potenza cinese. Non si spiegherebbe sennò il grande spazio ricavato nell’agenda dell’ultimo Congresso del Popolo per la questione debito, sovrano o privato fa poca differenza.

Tutto questo ha prodotto un corto circuito sulle grandi banche cinesi, sulle quali proprio ieri si è abbattuto il primo warning ufficiale di Pechino.  Come riportato da Bloomberg, i maggiori istituti cinesi quest’anno andranno incontro al primo drastico calo dei profitti nel giro di quattro anni. Un crollo imputabile con ogni probabilità al fatto che per fronteggiare l’inevitabile ondata di sofferenze, molte banche hanno dovuto accantonare capitale. Risultato, Industrial&Commercial Bank of China, China Construction Bank e Bank of Communications, i tre maggiori istituti di credito dell’ex Celeste Impero, chiuderanno il bilancio con un calo degli utili, non indifferente.

La contrazione media dei margini  potrebbe attestarsi al 6,5% anno su anno per la Industrial& Commercial Bank, mentre China Construcrion Bank, il braccio governativo per le infrastrutture e secondo prestatore di denaro al mondo, dovrebbe vedere ridotti gli utili del 5,1%. Mentre per il terzo istituto si prevede un calo dei profitti dell’8,3%.

Di contro, c’è il caso statunitense, con le banche che distribuiranno dividendi agli azionisti. Il segretario al Tesoro Janet Yellen ha infatti dichiarato che le banche statunitensi sembrano abbastanza sane da poter pagare cedole e riacquistare azioni (grazie al buyback). Affermazioni che riflettono la crescente fiducia del governo americano nella ripresa nazionale.

Alla domanda del presidente della commissione bancaria del Senato Sherrod Brown se Yellen si fosse opposta al pagamento di dividendi da parte delle banche e al riacquisto di azioni, la numero uno del Tesoro americano ha dato il suo via libera, perché le istituzioni finanziarie sembrano più sane ora e “dovrebbero avere una certa capacità, rispettando le regole, di garantire rendimenti agli azionisti.” Osservazioni, quelle della Yellen che riflettono la prospettiva ottimistica per l’economia, alimentata dalle aspettative di continui progressi contro la pandemia, anche grazie a una vaccinazione che procede senza sosta e ai due piani pandemici messi in campo dall’amministrazione Biden e che messi insieme valgono 5 mila miliardi.

Pechino perde la battaglia delle banche con gli Usa

Per la prima volta in quattro anni le grandi banche statali cinesi vedranno i propri utili ridursi, fino all’8,3%. Mentre negli Stati Uniti, complice la miglior salute, il Tesoro autorizza gli istituti a pagare i dividendi agli azionisti

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