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La Corea del Nord non ha risposto alle offerte di dialogo degli Stati Uniti. A rivelarlo è l’agenzia Reuters che cita un alto funzionario dell’amministrazione di Washington. Una notizia che giunge a pochi giorni dal vertice tra alti funzionari statunitensi e cinesi in Alaska e dalla partenza del segretario di Stato Antony Blinken e del segretario alla Difesa Lloyd Austin per il loro primo viaggio internazionale, direzione Giappone e Corea del Sud, Paesi le cui preoccupazioni per l’arsenale nucleare della Corea del Nord sono in cima all’agenda.

La fonte, parlando in anonimato, ha offerto pochi dettagli sulla spinta diplomatica statunitense. Ma ha spiegato che ci sono stati sforzi per raggiungere il governo nordcoreano “attraverso diversi canali a partire da metà febbraio, anche a New York”. “A oggi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta da Pyongyang”, ha aggiunto.

Come rileva Reuters, l’amministrazione Biden è stata finora cauta nel parlare pubblicamente del proprio approccio alla Corea del Nord, spiegando che è in corso una revisione completa a seguito dell’impegno senza precedenti dell’ex presidente Donald Trump con il leader nordcoreano Kim Jong Un, che pur non è riuscito a convincere Pyongyang a rinunciare alle sue armi nucleari. Tanto che, ha sottolineato la fonte, è almeno da un anno che non c’è alcun dialogo tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord, “nonostante i molteplici tentativi di impegno” da parte di Washington alla fine della precedente amministrazione.

In campagna elettorale, Biden ha descritto Kim come un “delinquente” e ha detto che lo avrebbe incontrato solo “a condizione che acconsentisse a ridurre la sua capacità nucleare”. Blinken, invece, ha escluso la possibilità di ulteriori sanzioni, in coordinamento con gli alleati, per spingere Pyongyang a denuclearizzare. Alla quale però Kim – la cui ideologia dell’autosufficienza rischia di causare fame e povertà – come ha spiegato il Financial Times – non intende procedere: basti pensare che un rapporto confidenziale delle Nazioni Unite rivelato visionato da Reuters ha rilevato che la Corea del Nord ha mantenuto e sviluppato i suoi programmi nucleari e missilistici per tutto il 2020 in violazione delle sanzioni internazionali finanziandoli con circa 300 milioni di dollari rubati attraverso attacchi informatici.

Commentando il discorso programmatico con cui il segretario Blinken ha presentato l’approccio dell’amministrazione Biden alla politica estera, Richard Fontaine, a capo del think tank Cnas, spiegava su Twitter la ragione per cui nell’intervento ci fosse un solo riferimento alla Corea del Nord: “Meglio dare alla Corea del Nord poca attenzione invece che troppa. Competere con la Cina, non trattare con Pyongyang, è la massima priorità in Asia”.

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