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Il 5 maggio 2021 è una data destinata a passare alla storia per essere la più significativa dell’anno zero dell’era del “New Space”. Starship SN15 ha effettuato un perfetto atterraggio verticale, rendendo possibile l’impossibile, ovvero dimostrando la riutilizzabilità dei razzi, ovvero realizzando l’aeronautizzazione delle tecnologie spaziali. È il razzo che diventa navetta spaziale. È la capsula che si trasforma in spazioplano. È il futuro da film di fantascienza che improvvisamente diventa realtà con la prospettiva di poter diventare, a breve, routine.

La corsa all’oro inizia oggi. La strada che porta all’utilizzo sistematico delle risorse della superficie lunare è da oggi percorribile, o quantomeno ipotizzabile. Starship deve ancora dimostrare la possibilità di rifornimento in orbita, la capacità di sopravvivere al rientro atmosferico, oltre che, ovviamente, la possibilità, tutt’altro che scontata, di riuscire anche ad atterrare sulla superficie lunare. Quindi nulla ancora è certo, nulla è banale, e se parliamo di superficie lunare siamo ancora integralmente nella fase di sperimentazione.

Se invece ci riferiamo alle orbite basse, SpaceX ha dimostrato di essere nel settore dei lanciatori almeno dieci anni avanti a chiunque altro, dimostrando come risibile qualsiasi tentativo europeo di competere con il Von Brown del nuovo millennio. SpaceX nasce come startup nel 2003 e mette in orbita il primo Falcon 9 già nel 2010, per poi, nel 2015, riuscire con l’atterraggio verticale del primo stadio, oggi diventato normalità al punto di avere la tranquillità di mettere in orbita astronauti con razzi riutilizzati. In effetti, il genio di Elon Musk ha ridato agli Stati Uniti accesso autonomo allo spazio il successo della missione di Crew Dragon Demo-2 dell’agosto scorso. Anche in questo caso: un ritmo incessante di successi, con il primo astronauta europeo in questo momento a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, proprio grazie al Crew Dragon di SpaceX. Ironicamente un francese, con la Francia che invita l’Europa ad alzare le barriere del protezionismo contro i lanciatori statunitensi.

Come se non bastasse, oggi con l’atterraggio verticale di Starship, il vantaggio tecnologico di SpaceX nei confronti di chiunque altro è improvvisamente raddoppiato, o forse addirittura triplicato. Tuttavia, SpaceX per noi è una opportunità e non un avversario. Infatti, la società di Elon Musk ha interesse alla nostra capacità di manifattura di moduli pressurizzati che, con un poco di sforzo, potremmo in breve tempo specializzare per la parziale gravità lunare.

La sinergia tra trasporto interplanetario (SpaceX) e della relativa logistica apre ulteriori possibilità a tutta una serie di applicativi, nuove tecnologie per l’estrazione di materie prime e risorse dalla superficie lunare con la reinvenzione del processo manifatturiero al di fuori dell’atmosfera terrestre. Possiamo finalmente rompere gli indugi e cominciare a ipotizzare lo “Spazio 2100” con basi lunari abitate permanentemente, finalizzate all’estrazione di materie prime e di risorse, con la nostra società industriale convertita all’economia all’idrogeno.

Lo spazio è destinato a diventare volano fondamentale della “global economy”, e SpaceX è destinata a diventare l’attore principale del trasporto interplanetario. L’Italia ha possibilità di offrire la complementare capacità di realizzare strutture abitative pressurizzate, ulteriormente aprendo alle iniziative delle università, piccole e medie industrie a sviluppare tutte le pressoché infinite possibilità di sfruttare le risorse della superficie lunare. La navetta spaziale che porta al futuro è in partenza, un posto per noi c’è. Nell’arco di pochi anni Starship atterrerà sulla superficie lunare. Saremo a bordo?

Elon Musk ha fatto (di nuovo) la storia. Vittori racconta il successo di Starship

L’esemplare SN15 della navetta Starship è riuscito in un atterraggio perfetto. SpaceX ed Elon Musk hanno reso possibile l’impossibile, guidano il “New Space” e ora puntano con decisione verso la Luna. Per l’Italia ci sono opportunità allettanti. Saremo in grado di coglierle? Il racconto di Roberto Vittori, generale e astronauta, space attaché all’ambasciata d’Italia a Washington

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