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Il Pnrr non dimentichi l’aerospazio, alle prese con l’urto del Covid-19 sul trasporto aereo e con i possibile effetti sulla filiera nazionale, strategica per quanto riguarda i programmi di difesa e sicurezza. È il suggerimento alla politica di Riccardo Procacci, amministratore delegato di Avio Aero, azienda italiana appartenente al gruppo americano GE Aviation, intervenuto di fronte alla Commissione Difesa alla Camera, presieduta da Gianluca Rizzo, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla pianificazione dei sistemi di difesa e sulle prospettive di ricerca tecnologica, produzione e investimenti funzionali alle esigenze del comparto difesa.

LA SITUAZIONE

“Purtroppo – ha notato Procacci – la bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano, che abbiamo potuto leggere nei mesi scorsi, non prevedeva nessuno specifico intervento settoriale per agevolare la ripresa del comparto industriale aeronautico e favorirne il posizionamento competitivo, a fronte del nuovo impulso d’innovazione guidato dalla transizione ecologica”. In queste condizioni, ha avvertito, “anche se il settore riuscisse a sopravvivere, si troverebbe a fine pandemia a confrontarsi con una competizione asimmetrica di quei Paesi che non solo hanno fatto sopravvivere il settore, ma che proprio durante la crisi hanno attuato strumenti di investimenti attivi”.

LA RISPOSTA

Appare dunque “fondamentale – ha rimarcato l’ad di Avio Aero – che il governo valuti immediatamente il modo più efficace per poter correggere questa lacuna, al fine di evitare che l’industria aeronautica civile nazionale ne risulti penalizzata con effetti avversi duraturi, sia sul piano della competizione con le altre imprese europee e globali, sia su quello delle future capacità strategiche per la difesa”. Su questo ultimo fronte, intanto, la Commissione Difesa della Camera ha espresso il suo parere favorevole al Pnrr presentato dal governo, con diverse osservazioni che invitano l’esecutivo a “valorizzare” il contributo del comparto, tra sanità, green e, soprattutto, innovazione.

IL TEMPEST

Oltre il Pnrr, l’attenzione è rivolta ai grandi programmi internazionali. Avio Aero è a bordo del progetto Tempest per il velivolo di sesta generazione, promosso dal Regno Unito con Italia e Svezia a bordo. Il programma avrà “contenuti tecnologici che determineranno le future capacità industriali del settore aeronautico”, ha notato Procacci. Per questo, l’invito è a “valorizzare l’industria nazionale perché abbia un ruolo paritetico all’industria del Regno Unito nel segmento della propulsione”. Al momento, ha ricordato il manager, il Documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2020-2022 individua risorse per la fase preparatoria all’interno del programma Eurofighter, ma ciò “non fornisce soluzione per la propulsione, per cui serve discontinuità” rispetto alla quarta generazione. Secondo Procacci è dunque “urgente identificare un rimedio”, con “risorse dedicate alla maturazione tecnologica” che eviti il distacco con Rolls-Royce, l’azienda motoristica britannica già attiva sul tema.

VERSO L’EURODRONE

Discorso simile per il programma EuroMale. A novembre l’Organizzazione europea per la cooperazione in materia di armamenti (Occar) ha annunciato l’atteso avvio della fase di sviluppo, per un progetto per un drone europeo a cui partecipano Italia, Francia, Germania e Spagna. Airbus sta valutando la selezione del propulsore, e alla fase finale della competizione partecipa anche Avio Aero, proponendo la versione militare del Catalyst, il primo motore turboelica progettato ex-novo nell’ultimo mezzo secolo per l’aviazione civile, con “prestazioni d’eccellenza” tra risparmi di carburante e performance operative. Per la vittoria della proposta italiana una “azione corale e condivisa risulterebbe coerente come sistema-Paese”, a fronte di manovre compatte da parte dei competitor europei.

L’ATTENZIONE PER LA FILIERA

La scelta per l’EuroDrone si tradurrebbe in “ricadute industriali a sostengo dell’intera filiera nazionale”. Sono d’altra parte oltre mille le imprese che, in tutta la Penisola, lavorano con Avio Aero, per un giro d’affari stimato in 400 milioni di euro nel 2019. “Per fare innovazione serve un ecosistema”, ha detto Procacci, ricordando i rapporti dell’azienda con Pmi, centri di ricerca e altri enti legati “in una virtuosa interdipendenza”.

ATTIVITÀ STRATEGICHE

Insieme a loro Avio Aero “è stata in prima linea fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19, mettendo a disposizione tutte le proprie risorse e capacità per contribuire ad assicurare tanto la sicurezza dei nostri cieli quanto i voli di emergenza sanitaria”. Come ricordato da Procassi, “dopo il decreto del 22 marzo 2020, presso lo stabilimento di Brindisi abbiamo continuato a effettuare la manutenzione dei motori della flotta militare”. Di più: “i nostri tecnici, con grande senso di responsabilità verso la comunità, hanno deciso volontariamente di continuare a svolgere senza interruzione le attività di supporto che hanno poi consentito anche i voli di emergenza e il trasporto aereo di materiale sanitario”.

La propulsione che serve alla Difesa. Il punto di Procacci (Avio Aero)

L’audizione in Commissione Difesa, alla Camera, di Riccardo Procacci, amministratore delegato di Avio Aero. Tra crisi dell’aviazione civile e opportunità sul fronte militare (con Tempest ed EuroMale), l’Italia dovrà investire con decisione sul comparto aerospaziale, anche attraverso il Pnrr

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