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Sono sei i punti per riformare la Pubblica amministrazione, in quello che è concretamente un patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale: l’accordo firmato a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi, il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, e i leader di Cisl, Cgil e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra, e Pierpaolo Bombardieri, stabilisce che “coesione sociale e creazione di buona occupazione saranno i pilastri di ogni riforma e di ogni investimento pubblico” previsti dal recovery plan. Con la firma del patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale “vogliamo mettere le basi per la costruzione di una nuova Italia, partendo dalle intuizioni di Carlo Azeglio Ciampi per avviare un percorso che investa sulle parti sociali, sull’innovazione”.

Parola di Renato Brunetta, intervenuto oggi alla alla firma del protocollo a Palazzo Chigi: “è lo spirito di allora che bisogna recuperare e che ricordo personalmente per l’onore che ho avuto di poter dare il mio contributo come consigliere della presidenza del consiglio di allora – ha detto – la firma di oggi assegna alla coesione sociale non una semplice ripetizione retorica, ma un valore fondante di uno Stato che si rinnova, si modernizza sul valore della persona e della partecipazione”.

Feeling totale con il pensiero di Mario Draghi: uno Stato che si rinnova rappresenta la carta migliore per superare la retorica pubblico-privato, le distanze garantiti-non garantiti, chiede impegno e responsabilità condivise per obiettivi comuni. E gratitudine, sincera, nei confronti dei leader di Cgil, Cisl e Uil “per l’immediata disponibilità a mettere in campo questo nuovo cammino”.

Perché “il riconoscimento reciproco delle diverse istanze da rappresentare è il modo migliore con cui vogliamo ripartire e il metodo che vogliamo offrire al Paese per dipanare criticità e cogliere le innumerevoli sfide a cui siamo tutti chiamati”. Se il buongiorno si vede dal mattino passi avanti finalmente se ne potranno fare.

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