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Effetti collaterali della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Apple ha deciso di rivedere la sua catena di forniture. Come? Il colosso tecnologico statunitense prevede di spostare in India l’assemblaggio di tutti gli iPhone venduti negli Stati Uniti già a partire dal prossimo anno. L’obiettivo, ha rivelato il Financial Times, sarebbe quello di produrre nel Paese degli elefanti la totalità degli oltre 60 milioni di iPhone venduti ogni anno negli Stati Uniti entro la fine del 2026. Tutto questo avviene nei giorni in cui i principali fornitori di Apple in India, Foxconn e Tata, hanno spedito negli Stati Uniti iPhone per un valore di quasi 2 miliardi di dollari nel mese di marzo, un record assoluto, mentre la società americana ha trasportato i dispositivi via aerea per aggirare i dazi imminenti imposti dal presidente Donald Trump.

Una sterzata in piena regola, senza dubbio. Perché si tratta di riscrivere 20 anni di forniture, con un nuovo baricentro. “L’obiettivo”, ha scritto il quotidiano britannico, “significherebbe raddoppiare la produzione di iPhone in India, dopo quasi due decenni in cui Apple ha investito molto in Cina per creare una linea di produzione di livello mondiale che ha alimentato la sua ascesa a gigante tecnologico da 3 trilioni di dollari”.

D’altronde la Cina è il Paese sottoposto ai dazi più stringenti da parte degli Stati Uniti, al 145%, di fatto un embargo verso i prodotti importati dal paese, nella speranza di poter trattare da una posizione di forza con Pechino. Tuttavia lo stesso presidente tre giorni fa ha detto di essere pronto a tagliare i dazi alla Cine senza tuttavia volerli portare a zero, lasciando intendere che vi siano colloqui in corso poi smentiti da Pechino.

Washington aveva inizialmente annunciato dazi reciproci superiori al 100% sulle importazioni dalla Cina, ma poi ha offerto una tregua temporanea per gli smartphone. I dispositivi sono ancora soggetti a un’aliquota separata del 20 per cento. L’India, e qui si spiega lo spostamento, è stata colpita da un cosiddetto dazio reciproco del 26%, sebbene questo sia stato sospeso mentre Nuova Delhi spinge per un accordo commerciale bilaterale con gli Stati Uniti. Non è, comunque, ancora detta l’ultima parola, visto che un salvacondotto è sempre possibile. Non a caso, lo stesso presidente americano, in un’intervista a Time, ha dichiarato di aver avuto un colloquio telefonico con il leader cinese Xi Jinping sulla questione dei dazi. Pechino ha smentito il coinvolgimento in negoziati con Washington sulle tariffe doganali, ma Trump ha affermato di aspettarsi un accordo tra i due Paesi nelle prossime settimane. Tutto è, ancora, da vedere.

Apple lascia la Cina? Perché spunta l'ipotesi India

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina avrebbe spinto il colosso della tecnologia a rivedere il baricentro delle proprie linee di produzione, relative a 60 milioni di pezzi venduti negli Usa. Nel frattempo Trump ha dichiarato di aver avuto un colloquio telefonico con il leader cinese Xi sulla questione dei dazi

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