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L’ultima trovata è una app. “Che ascolta e risolve”. A prima vista potrebbe sembrare il nuovo fronte della politica 4.0. In realtà non è altro che “un ritorno alla politica di un tempo, vicina alla gente, ma con i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione”. “Dillo a Clemente” sarà realtà il prossimo mese. Il “padre” è, come lui stesso si definisce, “un dinosauro della politica”: Clemente Mastella, Tra le altre cose, sindaco di Benevento ed ex esponente di spicco della Democrazia cristiana.

L’obiettivo principe è quello di individuare con tempestività i segnali provenienti (per ora) dalla sua Benevento. Ma attenzione a non farci fuorviare. “Non si tratta semplicemente di una piattaforma con fini elettoralistici – si giustifica Mastella – ma è un modo per colmare lo scollamento tra politica e istituzioni”. Un divario che l’emergenza pandemica “non ha fatto altro che accentuare”. “Sono lontani i tempi dei comizi pubblici – ammette con un pizzico di nostalgia – eppure non si può non dare risposte alle persone. Occorre mantenere, in un certo qual modo, il contatto”. Su chi saranno i naturali destinatari di questa App, Mastella ha le idee non troppo chiare per la verità. Nel senso che “i fruitori potranno essere piuttosto vari. Forse i giovani, per la stragrande maggioranza. E comunque tutti coloro che hanno dimestichezza coi i nuovi mezzi tecnologici”.

Se però il primo cittadino riuscirà a riconfermarsi ben saldo sul suo scranno, promette di implementare la piattaforma. “Si immagina – chiede ironicamente – un turista che per la prima volta viene a Benevento e chiede informazioni direttamente al Sindaco? Beh sarebbe un passo avanti notevole”. Praticamente i pixel prendono il posto dell’ufficio per l’accoglienza turistica. “Più che altro potrebbe diventare una maxi bacheca per Benevento. Un’agorà virtuale che rientra a pieno titolo nella logica dello scambio tra amministratori, politici e cittadini”.

Però, il padre nobile dell’Udeur, tiene a mettere le cose in chiaro: “Non c’entra niente con la politica portata avanti dal Movimento 5 Stelle, relativamente alla democrazia diversa. Lì è tutto eterodiretto. Nella mia app sarà tutto libero”. Ma, è ragionevole pensare che questa trovata possa essere una metodologia politica da traslare anche a livello nazionale? “Secondo me si. La mia intenzione sarebbe proprio quella di estendere ‘Dillo a Mastella’ a livello nazionale. Certo, la dimensione del rapporto tra cittadinanza e amministratore pubblico sul profilo locale è più contenuta. Ma tornare ad ascoltare dalla viva voce delle persone quali sono le loro esigenze, sarebbe un passo avanti notevole”. Forse questo format potrebbe diventare, mutatis mutandis, “Dillo a Draghi”. Senza peccare di falsa modestia, Mastella esclude categoricamente questa ipotesi: “Il Premier non ce lo vedo con questa app. Magari però, l’ex portavoce di Giuseppe Conte, Rocco Casalino avrebbe potuto obbligare l’allora premier ad usare una piattaforma analoga. Qualora fosse esistita”.

Uscendo dalla logica dell’app e tornando alla realpolitik (materia nella quale peraltro Mastella si destreggia in maniera agevole), l’ex democristiano si spinge ad una constatazione sull’operato dell’Esecutivo. “Draghi – osserva – fa quello che può, in una situazione di oggettiva difficoltà. Comunque ho fiducia in lui, specie sul vero nodo da sciogliere: la campagna vaccinale”. Anche grazie alla sua esperienza alla Bce, ricorda Mastella, “il premier vanta una robusta capacità di relazioni internazionali attraverso le quali fare le giuste pressioni per ottenere risultati significativi sotto questo punto di vista. Anche se, a mio parere, il vero punto di svolta sarebbe quello uscire dalla logica di una burocrazia che rallenta ogni tipo di processo”.

Mastella ne ha anche per il Partito democratico. Riprendendo parzialmente le parole del neo segretario Enrico Letta, parte dalla logica delle “alleanze e delle coalizioni”. Epidermicamente, l’ex Dc, avverte un certo fastidio rispetto l’auspicio di creare un asset stabile tra il Pd e il Movimento 5 Stelle. Nonostante sia materia piuttosto pruriginosa, Mastella si sbilancia: “Enrico lo conosco bene – dice – . Tanto più che personalmente ho contribuito a creare la Margherita. Motivo per il quale, oggi, mi rivolgo proprio a Letta chiedendogli di pensare ad un progetto analogo. I 5 Stelle vanno bene, eppure la storia del centrosinistra e i valori (esempio plastico in ordine alla Giustizia) sono profondamente diversi rispetto a quelli dei grillini”.

Quindi, per tornare a vincere “come accadde nel 2006 con L’Ulivo”, bisogna “tornare al centro, coltivando un dialogo con le forze a disposizione in quell’area moderata del Paese che, attualmente, non ha una casa. Io sono pronto a mettermi in gioco e a dare il mio contributo”. Forse, il vecchio dinosauro, ha ancora qualche freccia nella sua faretra.

Letta? Coltivi i centristi... io ci sono. Mastella racconta la sua app

Dal mese prossimo sarà online l’app “Dillo a Clemente” per intercettare le necessità dei residenti di Benevento. In realtà, alla base, c’è un progetto politico più ambizioso: ritornare a parlare alle persone. Sul governo? “Draghi fa quello che può, in una situazione difficile. L’auspicio è che l’Europa esca da logiche burocratiche”

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