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L’annuncio che alla Lega non dispiacerebbe entrare a far parte del terzo governo della legislatura, ha sorpreso in tanti e non solo nei nobili palazzi romani.

Tra le più moderne pareti delle costruzioni di acciaio e vetro di Bruxelles, in molti hanno chiesto spiegazioni ai colleghi italiani che (in teoria) dovrebbero essere più informati sulle evoluzioni dell’ennesimo governo in via di formazione.

Al Parlamento Europeo, infatti, vige una strettissima regola, quella del “cordon sanitaire”: per qualsiasi incarico che porti un parlamentare a rappresentare altri colleghi, sono specificatamente da escludere i rappresentanti di alcuni partiti, tra i quali Rassemblement National di Marine Le Pen, quelli della destra di Alternative für Deutschland e la Lega di Matteo Salvini.

Ma cosa succederebbe se nella cabina di regia del governo di unità nazionale del paese più colpito (e sovvenzionato) dalla pandemia, giungesse l’arcinemico Salvini, tra l’altro con il placet dell’italiano più stimato in Europa che sigilla con il proprio nome una maggioranza tanto inedita quanto variopinta?

Gli effetti si vedranno con l’incardinarsi del nuovo governo, ma di certo il primo risultato che ci si aspetta è che siano “scongelati” i poteri negoziali e aperti gli organi elettivi interni che saranno rinnovati a fine anno, con il coincidere della metà della legislatura europea.

Infatti il primo favore che Salvini potrà chiedere al nuovo Presidente del Consiglio sarà quello di usare la sua credibilità europea per far decadere il veto dal primo gruppo italiano in Parlamento Europeo. Un gesto che tutelerebbe lo stesso neonato governo Draghi da scosse sovraniste che macchierebbero la reputazione lungamente ricercata e ad un passo dall’essere conquistata.

I più avvezzi alla complicata politica italiana pensano immediatamente ad una regia di Giancarlo Giorgetti e al suo progetto dialogante, in primis con il più grande partito europeo, il Partito Popolare Europeo.

Ma molto probabilmente questa evoluzione è solo la punta dell’iceberg che punta a rendere la Lega un credibile partito di governo all’indomani delle prossime elezioni politiche. Sia agli occhi degli spettatoti italiani che a quelli delle cancellerie straniere.

Come il governo Draghi apre le porte dell’Europa a Salvini

In Parlamento Europeo vige una strettissima regola, quella del “cordon sanitaire”: i parlamentari della Lega non possono ricevere incarichi, nonostante siano il gruppo nazionale più numeroso dopo la CDU tedesca. La regia di Giorgetti e il sostegno di Salvini per far scongelare il potere negoziale della Lega in Europa.

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