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Si aspetterà Pasqua, anzi il 6 aprile, per tentare una vera riapertura delle scuole, in particolare nelle zone rosse.

Nelle comunicazioni in aula al Senato in vista del Consiglio europeo, il presidente del Consiglio, Mario Draghi ha mostrato una luce in fondo al tunnel: “Stiamo guardando attentamente i dati sui contagi ma se la situazione epidemiologica lo permette cominceremo a riaprire la scuola in primis, almeno le primarie e l’infanzia, anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, speriamo subito dopo Pasqua”.

Il governo quindi, ascoltando anche le richieste degli ultimi giorni di vari esponenti politici della maggioranza, sembra intenzionato a modificare il Dpcm, che ora per le zone rosse stabilisce la sospensione delle attività dei servizi educativi dell’infanzia e che le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado si svolgano esclusivamente con modalità a distanza. “Almeno le primarie e l’infanzia”, ha precisato Draghi, facendo intendere che medie e superiori continueranno ancora in Ddi nelle Regioni con i livelli più alti di contagi.

“I più piccoli devono essere i primi a poter tornare”, aveva detto infatti anche ieri il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che oggi al question time alla Camera ha dato dettagli sul piano per la ripartenza cui il ministero sta lavorando “giorno e notte”, in particolare per migliorare le condizioni di sicurezza.

Ma molte Regioni potrebbero non aspettare Pasqua per tornare a scuola. Sono infatti diverse ora in zona rossa a sperare nel monitoraggio della Cabina di regia di venerdì, che potrebbe dare l’ok a un cambio di colore da lunedì 29, almeno per l’arancione. Se poi il ministro Speranza firmerà le nuove ordinanze, come detta il Dpcm nelle zone arancioni si tornerà totalmente in presenza in asili, elementari e medie e alle superiori tra il 50% e il 75%. Per pochi giorni però, perché giovedì 1 aprile scattano quasi ovunque le vacanze di Pasqua.

Ecco allora che le singole Regioni – che in base al Dpcm hanno la facoltà di impartire misure più stringenti in virtù di un rischio ancora alto di circolazione (o ripresa) del virus – potrebbero stabilire per la prossima settimana un “arancione scuro” per il comparto scuola, con riaperture miste (asili e elementari in presenza, medie e superiori ancora in Ddi) o rimandando direttamente il ritorno sui banchi al 6 aprile. Una partita in cui non entra il ministero dell’Istruzione: si tratta di applicare il Dpcm – si spiega da Viale Trastevere – e nel merito deciderà Speranza sentita la Cabina di regia, oppure in ultima istanza le Regioni.

La scuola ritornerà in presenza. Ma a queste condizioni

Il governo, ascoltando anche le richieste degli ultimi giorni di vari esponenti politici della maggioranza, sembra intenzionato a modificare il Dpcm in modo che almeno primarie e scuole dell’infanzia possano ritornare a svolgere didattica in presenza, anche se nelle zone rosse

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