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Dopo 10 anni il cane a sei zampe torna al lavoro nel bacino di Ghadames. I progetti futuri di Italia e Libia sono stati al centro dell’incontro tra il ministro del Petrolio e del Gas del Governo di unità nazionale libico, Khalifa Abdul Sadiq, e l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. Al momento in Libia Eni opera sia nell’esplorazione, che nello sviluppo e nella produzione di idrocarburi tramite il gasdotto Green Stream che porta in Italia il gas prodotto dai giacimenti di Wafa e Bahr Essalam. Eni gestisce l’area in partnership con BP e la Libyan Investment Authority. Ecco cosa potrebbe cambiare.

L’incontro

Al centro del colloquio le iniziative comuni per immaginare una corsia preferenziale per i progetti fra i due Paesi: l’obiettivo è duplice, da un lato incrementare la capacità produttiva del settore petrolifero e del gas, dall’altro rafforzare il sostegno all’economia libica. Per questa ragione all’incontro erano presenti anche il chief operating officer, global natural resources, di Eni, Guido Brusco, e Luca Vignati, direttore upstream. Eni e BP hanno entrambe avviato campagne di esplorazione che erano rimaste in sospeso dalla rivoluzione del 2011, con sullo sfondo la possibile firma dell’accordo NC-7 nel bacino di Ghadames.

Per cui dopo 10 anni il cane a sei zampe torna al lavoro in quell’area, segno che la stagione della destabilizzazione post-Gheddafi è (quasi) alle spalle. Nel mezzo le relazioni fra Roma e Tripoli, le iniziative in Egitto e l’importanza strategica complessiva che l’Italia attribuisce alla Libia, nel solco del Piano Mattei.

La strategia

La tesi di Descalzi è che la volatilità del mercato degli ultimi anni ha rappresentato un freno agli investimenti upstream, una tendenza che continuerà anche nel 2025. “Non appena l’Opec ha detto, ‘Rilasceremo un po’ di produzione’, il prezzo è sceso immediatamente – ha spiegato il Ceo di Eni – . Ora stanno dicendo che rinvieranno fino alla fine dell’anno, e questo ha avuto un grande impatto sul mercato. La situazione volatile non è positiva perché abbiamo bisogno di più energia e questo non aiuta gli investimenti nell’esplorazione e nella produzione”.

Senza dubbio il Piano Mattei si intreccia positivamente con questa nuova stagione, anche alla luce delle relazioni che Roma sta continuamente rafforzando con Tripoli, così come ribadito pochi giorni fa dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ricevuta dal premier libico Dbaibah in occasione del Forum Economico Italo-Libico che si è tenuto nella capitale.

I progetti futuri

Entro il prossimo dicembre Eni dovrebbe inoltre rilanciare le sue attività di esplorazione su Zohr, il più grande giacimento di gas naturale dell’Egitto, come confermato dallo stesso Descalzi: “Dopo un po’ di tempo, non abbiamo lavorato molto su Zohr, riprenderemo le trivellazioni entro la fine dell’anno e perforeremo un altro pozzo nel 2025”. L’investimento dovrebbe ammontare a circa 160 milioni di dollari. Eni gestisce Zohr sin dalla sua scoperta effettuata nel 2015. Rappresentava il 40 percento della produzione di gas del paese, ma la sua produzione è scesa a meno di 20 miliardi di metri cubi, per cui Il Cairo è stato costretto a riprendere le importazioni di gnl per soddisfare la domanda interna.

Adipec

L’Abu Dhabi International Petroleum Exhibition and Conference è il principale evento mondiale legato all’energia che si svolge ad Abu Dhabi a cadenza annuale. Vi partecipano gli operatori del settore petrolifero e del gas, oltre a leader internazionali, per discutere delle tendenze, delle tecnologie e delle sfide del mercato energetico. Di fatto è un’agorà internazionale che punta a rispondere alle esigenze del comparto esplorando le sfide e le opportunità, mettendo in relazione decisori aziendali e politici con gli innovatori del settore.

Eni torna a Ghadames dopo 10 anni. Tutti i nuovi progetti in Libia

Il rinnovato impulso alle relazioni tra le due sponde del Mediterraneo è anche il segnale che la stagione della destabilizzazione post-Gheddafi potrebbe essere (quasi) alle spalle. Nel mezzo le relazioni fra Roma e Tripoli, le iniziative in Egitto e l’importanza strategica complessiva che l’Italia attribuisce alla Libia, nel solco del Piano Mattei

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