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Il razzo Long March 5B, l’esemplare più grande della flotta di missili spaziali cinesi, è stato lanciato con successo da Wenchanggiovedì 29 aprile per mettere in orbita un cilindro pressurizzato lungo 16 metri e pesante 22 tonnellate chiamato Tianhe. È il primo modulo della futura stazione spaziale Tiangong, il cui completamento è previsto entro il prossimo anno. La missione di Tianhe sino a questo momento è stata un successo, si è separato dallo stadio centrale del lanciatore dopo 492 secondi di volo ed è entrato direttamente in orbita come previsto. Lì, grazie ai suoi motori, continuerà a girare intorno alla Terra a un’altitudine compresa tra 340 e 450 km in attesa degli altri pezzi di questo “Lego” spaziale che alla fine diventerà una stazione spaziale da 60 tonnellate.

Pechino prevede di effettuare almeno altri 10 lanci per portare in orbita gli altri due moduli, i laboratori Wengtian e Mengtian, e tutte le altre infrastrutture aggiuntive (pannelli solari, moduli di interconnessione) per completare la Tiangong.

L’assemblaggio in orbita è possibile grazie all’impiego del potente razzo vettore Long March 5B, progettato specificamente per lanciare i moduli della stazione spaziale in orbita terrestre bassa. Il lanciatore è alto quasi sessanta metri e pesa al decollo 156 tonnellate; è dotato di un potente primo stadio a cui sono attraccati quattro booster laterali. Questi ricadono nell’Oceano Pacifico tre minuti dopo il decollo, mentre l’enorme primo stadio con i suoi due motori arriva in orbita dove rilascia il prezioso carico.

E poi?

La maggior parte dei primi stadi dei razzi non raggiunge la velocità orbitale e quindi rientra nell’atmosfera cadendo in una zona di rientro predefinita che è calcolata sulla base del sito di lancio e dell’inclinazione dell’orbita target. Invece, il Long March 5B arriva in orbita ma non mantiene la velocità che lo porrebbe in equilibrio tra la forza di attrazione gravitazionale della Terra e la forza centrifuga, e così ricade.

Può metterci giorni o settimane, dipende dalla crescente interazione con l’atmosfera che lo trascina, frenandolo, sulpianeta.

Il 5 maggio dello scorso anno, il Long March 5B era rientratopoche ore dopo il decollo ottenendo il record di diventare l’oggetto più massiccio in quasi 30 anni a ricadere sulla Terra in modoincontrollato dall’orbita bassa. Se il rientro fosse avvenuto 15 o 30 minuti prima, i detriti non distrutti dal calore sarebbero potuti cadere sul suolo statunitense. Infatti, l’evento attirò non poche critiche dell’allora amministrazione della Casa Bianca che, con tempismo sospetto, dispose immediatamente la messa al bando di Huawei per vietarle di fabbricare microchip in tutte le fonderie che utilizzavano tecnologia americana.

Gli esperti definirono questa mossa l’opzione nucleare. Ma apparentemente il fall-out di quella deflagrazione non ha fatto effetto, dato che un anno dopo la situazione si ripresenta.

Ovviamente, tutte le stazioni radar stanno monitorando il detrito spaziale ma non è possibile prevedere dove e quando avverrà il rientro. Il decadimento della sua orbita aumenterà man mano che la resistenza indotta dagli strati più alti dell’atmosferica lo condurranno ad altezze con maggiore densità. La velocità di questo processo dipende dalle dimensioni e dalla densità dell’oggetto ma ci sono anche altre variabili come le fluttuazioni atmosferiche, che esse stesse non sono prevedibili essendo influenzate dall’attività solare e da altri fattori eso-atmosferici.

Come riportato da Spacenews, il primo stadio del Long March 5Bè sette volte più grande dell’upper stage del Falcon 9 (il razzo di Elon Musk) che poche settimane fa è ricaduto sopra Seattle negli Stati Uniti sparpagliando qualche detrito nello stato di Washington.

Al momento, il Long March 5B gira intorno alla Terra ogni 90 minuti e ciò vuol dire che un cambiamento di pochi minuti nel tempo di rientro si traduce in una variazione del punto di caduta di migliaia di chilometri.

La sua inclinazione orbitale è di 41,5 gradi e ciò vuol dire che la sua traiettoria passa un po’ più a nord di New York, Madrid e Pechino, fino al Cile meridionale e Wellington, in Nuova Zelanda. Potrebbe rientrare in qualsiasi punto all’interno di quest’area. Benvenuti nell’era del New Space.

Occhio! Un enorme razzo cinese in caduta libera

Esattamente un anno fa il primo stadio di un missile spaziale cinese era caduto in Costa d’Avorio dopo aver attraversato i cieli di New York. Ora la situazione si ripete. Il razzo Long March 5B lanciato il 29 aprile è in queste ore in fase di rientro incontrollato. Serve una seria e immediata regolamentazione internazionale prima che accada l’impensabile. L’opinione dell’ingegnere ed esperto aerospaziale

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