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La nazionalizzazione è scampata, almeno per il momento. Alibaba e le autorità cinesi raggiungono una tregua dopo mesi di scontri e tentati blitz (statali) nel capitale dell’impero dell’e-commerce fondato da Jack Ma. Tutto era cominciato la scorsa estate con il clamoroso e inaspettato stop all’Ipo da 37 miliardi di Ant , braccio finanziario di Alibaba (lo sbarco in Borsa più danaroso della storia), che già faceva presagire lo scontro titanico con Pechino.

Poi era arrivata un’altra zampata del Dragone, un’istruttoria Antitrust che per poco non mandava a gambe all’aria l’impero commerciale di Ma (però il titolo Alibaba in quei giorni è crollato più volte, bruciando milioni di capitalizzazione). Infine, la Repubblica Popolare era passata agli assalti frontali, cercando in tutti i modi di entrare nel capitale per dare una parvenza di statalizzazione alla società di Ma. Tentativi falliti, ma per il semplice motivo che alla fine Alibaba e lo Stato cinese hanno raggiunto un accordo, che prevede una sorta di riassetto delle attività.

Al centro delle trattative, ancora Ant, che ha raggiunto un accordo con le autorità di regolamentazione cinesi per ristrutturare la propria attività. Più nel dettaglio, i principali asset di Ant, comprese le sue unità tecnologiche, verranno fatte confluire dentro una holding, così come chiesto dalle stesse autorità di Pechino. Operazione che dovrebbe avvenire prima dell’inizio del Capodanno cinese, il prossimo 11 febbraio.

L’obiettivo del trasferimento delle attività Ant è costringere la più grande società di pagamenti mobili della Cina a rispettare requisiti di capitale più severi, rendendola in tutto più simile a una banca. In questo modo la società rimane privata e nelle mani di Jack Ma, ma il Dragone aumenta sensibilmente il controllo e la vigilanza sulla società.

Ma quali le conseguenze? “Il business sarà sicuramente influenzato”, ha spiegato una fonte interpellata da Financial Times. Gli analisti hanno comunque stimato che le nuove regole potrebbero intaccare in modo sostanziale i ricavi della società e ridurre la valutazione della stessa Ant tra il 10 e il 50 per cento. Non una buona notizia in vista di un nuovo tentativo di quotazione. Si vedrà.

Alibaba e Pechino fanno pace, ma per Jack Ma non è gratis

Accordo in extremis tra le autorità cinesi e il gigante dell’ e-commerce, dopo lo stop all’Ip e i falliti blitz statali nel capitale. Il braccio finanziario del colosso, Ant, diverrà una holding ma con requisiti molto più stringenti. E perderà parte del suo valore

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