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Anche la Difesa ha la sua diplomazia e la telefonata tra il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il nuovo capo del Pentagono Lloyd Austin lo dimostra. A spiegarlo a Formiche.net è l’ambasciatore Alessandro Minuto-Rizzo, già segretario generale ad interim della Nato oggi presidente della Nato Defense college foundation.

L’ambasciatore, che è stato consigliere diplomatico di tre ministri della Difesa (Nino Andreatta, Carlo Scognamiglio e Sergio Mattarella), commenta le parole di Guerini, che all’omologo statunitense ha detto: “Italia e Stati Uniti sono legati da una solida e duratura amicizia che trova nel settore della Difesa uno dei maggiori punti di forza”.

“L’Italia è storicamente, di fatto, il Paese più filoamericano d’Europa e i rapporti” con gli Stati Uniti “continuano a prescindere dai cambiamenti politici”, spiega Minuto-Rizzo. Basti pensare che, a differenza di altri Paesi, non abbiamo vissuto momenti difficili, spiega l’ambasciatore citando episodi come il caso di Sigonella del 1985 e la strage del Cermis del 1998. “Ma non abbiamo mai vissuto una vera crisi con gli statunitensi”, commenta.

L’ambasciatore invita poi a non dimenticare l’importante presenza militare degli Stati Uniti. Che, a differenza di quanto accade per esempio in Germania, non suscita importanti opposizioni. Infatti, spiega analizzando il futuro dei legami transatlantici, “da parte tedesca non è tanto questione di rapporto con gli Stati Uniti nel campo della difesa. Con Joe Biden i rapporti sono molto soldi. Piuttosto, ci sono temi specifici” che dividono Washington e Berlino. “Come la presenza nucleare: in Germania c’è un sentimento di sovranità più forte che nel nostro Paese”, dice.

Piuttosto che a Berlino, sarebbe più opportuno guardare a Parigi. “Recentemente alle dichiarazioni del presidente Emmanuel Macron sull’autonomia strategica europea la Germania ha risposto con la ministra della Difesa Annegret Kramp-Karrenbauer che ha sottolineato come la sicurezza del Paese dipenda dal rapporto transatlantico”, continua Minuto-Rizzo. Che poi aggiunge: “Le tentazioni un po’ golliste di fare un’Europa della difesa franco-centrica” si stiamo scontrando contro i tedeschi “riluttanti”.

“Che l’autonomia strategica aumenti è importante e farebbe piacere anche agli Stati Uniti”, continua l’ambasciatore. In effetti, senza dover (pre)occuparsi così tanto della sicurezza europea, Washington potrebbe concentrarsi maggiormente sull’Indo-Pacifico per far fronte all’assertività cinese. Tuttavia, spiega Minuto-Rizzo, “la difesa che serve all’Europa non ha ‘con sede’ a Parigi bensì a Bruxelles. E sarebbe un’ottima notizia per l’Italia, visto che il generale Claudio Graziano oggi è presidente del Comitato militare dell’Unione europea”.

Ultimo capo, il futuro della Nato. “Sono convinto che se Donald Trump fosse stato rieletto avrebbe deciso di lasciare l’Alleanza atlantica. Ora, invece, gli americani torneranno alla carica chiedendo agli europei un maggiore impegno”. Che, tradotto, significa spendere almeno il 2% del Pil per la difesa come prevedono i patti. Questa, però, “è una questione che si trasciniamo da anni — si figuri che già negli anni Ottanta il senatore statunitense Sam Nunn chiedeva maggiori sforzi all’Europa postando per l’ampio impegno statunitense” nel Vecchio continente. “E ce la trascineremo ancora per anni”, conclude Minuto-Rizzo.

Italia, Usa e difesa europea. Cosa cambia con Biden? Risponde Minuto-Rizzo

“L’Italia è storicamente, di fatto, il Paese più filoamericano d’Europa e i rapporti con gli Stati Uniti continuano a prescindere dai cambiamenti politici”, spiega l’ambasciatore Alessandro Minuto-Rizzo, già segretario generale ad interim della Nato oggi presidente della Nato Defense college foundation

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