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La Pasqua di quest’anno arriva dopo un anno di passione. Un sabato santo che dura da mesi e mesi. E siamo ancora immersi in un clima di paura e anche di molte tensioni.

Sembra che sia impossibile rotolare quella pietra pesante che chiude la tomba. La tradizione cristiana ci dice che Gesù, durante il sabato santo, è stato negli inferi per liberare i giusti.

Potremmo dire che in questo lungo sabato santo Gesù è sceso negli inferi del mondo, in quegli inferni provocati dalla pandemia, dalla guerra, dalla violenza, dall’ingiustizia, dalla fame, dalla solitudine, da un egocentrismo che spinge e chiudere gli occhi sugli altri per salvare solo se stessi.

Tutti gli innocenti che sono morti sono stati raccolti dal Risorto. In questi giorni l’angelo bianco della Pasqua – quello che ha parlato alle donne accorse al sepolcro (per alcuni evangelisti erano più di uno) – parla anche a noi con le stesse parole di allora: “Non abbiate paura!”. Eccome se ne abbiamo!

Ma l’angelo aggiunge: “Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto, non è qui”. È il cuore della fede cristiana che da duemila anni percorre le strade del mondo e i cuori degli uomini e delle donne.

Questa Pasqua ci chiede di essere angeli che annunciano la vittoria dell’amore, con le parole e con i gesti. Le distanze fisiche non allentino a vicinanza dell’amore. La Pasqua ci porti a sperare sempre, anche contro ogni speranza. Cristo ha vinto il Male. L’amore è più forte della morte!

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