Skip to main content

Della necessità di fare del Mediterraneo allargato un’area stabile, sicura e libera da interferenze, si è parlato lo scorso 26 e 27 novembre, nel corso della nona edizione della conferenza “Shared awareness and de-confliction in the Mediterranean” (Shade Med 2020), organizzata dall’operazione EuNavFor- Med Irini. L’edizione, che ha avuto come tema “Sfide per la cooperazione nel Mediterraneo dopo la pandemia globale”, ha rappresentato un’occasione di confronto per circa 250 partecipanti da 30 Paesi e 50 organizzazioni, intervenuti, seppure virtualmente, all’evento. Quanto emerso dal dibatitto e dai gruppi di lavoro testimonia l’esigenza di evitare frammentazioni e instabilità, lavorando alla cooperazione e impegnandoci senza sosta per risolvere le divergenze ancora in atto nell’area del Mediterraneo.

Chiamato in epoca romana mare nostrum, il Mediterraneo è storicamente uno spazio a cavallo di tre continenti, caratterizzato dalle dinamiche degli spazi limitrofi: dal Mashreq, al Sahel, al Corno d’Africa e ai Paesi del Golfo arabico, del Golfo di Guinea, del Golfo di Aden e dei settori occidentali dell’Oceano Indiano. Il Mediterraneo si configura come un mare di incontro fra culture, religioni e società differenti, scenario di migrazioni irregolari e teatro di conflitti, universo delle differenze che, invece di essere apprezzate come ricchezza, vengono addotte a pretesto per rivendicare identità radicali e supremazie politiche, economiche e religiose. L’area mediterranea è oggi segnata da crisi regionali e conflitti civili, dalla Libia alla Siria, dalla piaga del terrorismo alle migrazioni e i traffici illegali, dagli ultimi echi del Califfato dematerializzato, al proliferare di milizie, ai contractor e organizzazioni criminali, tutti elementi che, dando vita a diverse linee di faglia, devono essere affrontati con un approccio propriamente olistico e condiviso. A queste sfide, che caratterizzano il contesto della regione mediterranea, si aggiunge la disputa energetica e territoriale nel Mediterraneo orientale. Il riverbero di queste tensioni, oltre ad avere ripercussioni all’interno delle grandi alleanze, si estende inevitabilmente sin dentro la Libia. A questo contesto, caratterizzato da instabilità diffusa e rivalità regionali, si è sovrapposta la pandemia del Covid-19, un’ulteriore sfida, non soltanto sanitaria.

Tutti i relatori intervenuti allo Shade Med 2020 hanno evidenziato quanto la pandemia stia aggravando le crisi umanitarie, ponendo limitazioni alle stesse operazioni militari e missioni civili, determinando ripensamenti rispetto a programmi e infrastrutture energetiche, causando una contrazione in termini di movimentazioni di merci e di beni nel settore dello shipping e di presenze nel turismo e, più in generale, dell’economia mondiale. Il Covid-19 ha ampliato la percezione delle disuguaglianze e della differenza di genere, ha portato a nuove limitazioni alla libertà di stampa precludendo la possibilità di un’informazione libera e indipendente in diversi Paesi dell’area. La regione mediterranea è diventata un campo di battaglia tra narrazioni contrapposte, talvolta non verosimili, soprattutto a seguito dell’incremento del ricorso ai mezzi virtuali d’informazione indotta dalla pandemia.

Questo è il contesto strategico in cui si trova ad operare, dallo scorso 31 marzo, l’operazione EuNavFor-Med Irini: un complesso reticolato di sfide e minacce multidimensionali ma, al contempo, uno spazio geopolitico che può rappresentare un’opportunità per l’Unione europea e per la comunità internazionale. L’operazione, lanciata con la secisione del Consiglio dell’Ue 472/2020, nasce con il compito principale di far rispettare l’embargo delle Nazioni Unite sul traffico di armi nei confronti della Libia. Il mandato prevede, inoltre, tre compiti secondari: il monitoraggio dei traffici illeciti di petrolio e derivati, l’addestramento e monitoraggio della Guardia costiera e della Marina militare libiche e il contributo alla disarticolazione del modello di business dei trafficanti di esseri umani. In questi otto mesi di attività, Irini ha compiuto più di 1.400 investigazioni, oltre 58 visite consensuali e 5 ispezioni. Una di queste ha portato al sequestro di carburante utilizzabile per scopi militari. L’operazione, come ha ricordato nel corso della conferenza l’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, “è una dimostrazione concreta dell’impegno dell’Ue per una de-escalation del conflitto libico e per creare solide basi per un accordo di pace sostenibile”. Con questo spirito e con le proposte emerse nel corso dei due giorni di dibattito, di cui faremo tesoro, affronteremo con spirito più consapevole le sfide nel bacino del Mediterraneo che esigono soluzioni condivise e sostenibili, in grado di creare un vero cambiamento e nuove opportunità fra tutti i popoli che si affacciano sul mare nostrum.

(Tratto dal numero di dicembre di Aipress)

La sicurezza del Mediterraneo è una responsabilità condivisa. Scrive l'amm. Agostini

Di Fabio Agostini

L’area mediterranea è segnata da crisi regionali e conflitti civili, dalla Libia alla Siria, dalla piaga del terrorismo alle migrazioni e i traffici illegali. L’analisi del comandante di EuNavFor-Med Irini, ammiraglio Fabio Agostini, dal numero di dicembre della rivista Airpress

Nato2030, così si può affrontare il futuro. Il punto dell'amb. Minuto Rizzo

Può la Nato essere realmente rinnovata, diventare un hub di consultazione strategica, aprirsi a una nuova dimensione geografica e concentrarsi per divenire un’area di resilienza? Dal numero di dicembre della rivista Airpress, la riflessione dell’ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo, presidente della Nato Defense college foundation

L’orizzonte transatlantico e il fattore Cina. La versione di Ian Bremmer

Di Ian Bremmer

L’Europa non dovrebbe limitarsi esclusivamente all’attività normativa, ma sviluppare al contempo una propria dottrina tecnologica che risulti più concreta. Quando si tratta di innovazione, è evidente come l’Unione europea si sia soffermata eccessivamente sulla regolamentazione tralasciando del tutto un approccio più pragmatico che avrebbe potuto innescare una concorrenza transatlantica più vantaggiosa. L’analisi di Ian Bremmer, presidente e fondatore Eurasia Group

Putin racconta una storia diversa sulla Russia

Il presidente russo stringe la cinghia sulla sicurezza, spinge per mantenere saldo il potere, racconta la sua storia riguardo alla Russia, critica l’Occidente e spera in un contatto con Biden. Mostra debolezze varie, ma la principale è la mancanza di prospettive

Chi è (e cosa fa) Meena Harris, la nipote del vicepresidente Usa

Scrittrice e produttrice, la giovane è molto attiva politicamente. Laureata in Diritto, ha lavorato a Facebook ed è impegnata sul piano sociale e per i diritti delle donne

Non serve un nuovo partito dei cattolici. La visione di Pedrizzi

La mancanza di leadership è il problema: c’è il deserto e senza leadership non potrà nascere una nuova identità politica e nemmeno essere impostata una nuova proposta politica. Non sarebbe più opportuno puntare sul rilancio dei corpi intermedi?

Santo Natale, andiamo avanti con coraggio. L'auspicio di suor Anna Monia Alfieri

Questo Natale è una sosta di noi viandanti al buio, in attesa di quella luce che ci permette di mettere un passo dietro l’altro per riprendere il cammino. Gli auguri di suor Anna Monia Alfieri rivolti in maniera particolare ai genitori, agli studenti, ai gestori della scuola italiana e alle istituzioni

Un anno di smart working tra pregi e difetti. Il bilancio di Becchetti

Per i lavori intellettuali lo smart working è una rivoluzione pazzesca che raddoppia, triplica la produttività. Ma non per questo non presenta contraddizioni da affrontare. Il punto di Leonardo Becchetti

Perché i mercati non temono le nuove elezioni in Israele

Gantz ha deluso le aspettative e parallelamente si è concentrato sugli attacchi a Netanyahu. Sa’ar prova a rilanciare, ma per affondare Bibi servirà ben altro

Non solo 5G, così l'Ue può ballare con Biden. Report Carnegie

Un paper del prestigioso think tank Carnegie Endowment for International Peace delinea le aree di convergenza tra Ue e Usa. Digitale, 5G e ambiente, ecco i nodi da sciogliere

×

Iscriviti alla newsletter