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Il 19 maggio, il vertice tra Regno Unito e Unione europea ha dato vita al partenariato strategico che segna inequivocabilmente il riavvicinamento di Londra a Bruxelles dettato dall’urgenza, dunque la responsabilità, di affrontare sfide comuni alla propria sicurezza con compattezza e rinnovata cooperazione.

Il partenariato strategico arriva in un momento particolarmente critico per la sicurezza europea, con la guerra d’aggressione russa contro l’Ucraina che non trova una tregua e un contesto geopolitico ed economico sempre più instabile. Concentrandosi su tematiche stringenti, come la gestione condivisa delle crisi civili e militari, l’immigrazione irregolare e la difesa comune, le due parti hanno poi annunciato l’intenzione di voler esplorare la possibilità per il Regno Unito della partecipazione al programma Security action for Europe (Safe), beneficiando del programma di prestiti da 150 miliardi di euro da destinare alla difesa.

Mentre l’Alto Rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas sottolinea come il partenariato rappresenti l’accettazione di una responsabilità condivisa per la sicurezza in Europa e la volontà di intensificare la cooperazione nel contrasto alle minacce comuni, il premier britannico Keir Starmer annuncia il ritorno del Regno Unito sulla scena globale, congiuntamente all’inizio di una “nuova era” dei rapporti tra Regno Unito e Unione europea.

Resta il nodo sui fondi europei

Le dichiarazioni delle parti coinvolte e il vertice a Londra hanno un significato strategico non trascurabile, ma la realizzazione e l’ufficialità del partenariato dovrà trovare il consenso dei partner europei, tra chi lavora per l’adesione totale di Londra al piano di riarmo e chi, come l’Eliseo, spinge per un ReArm Europe che poggi interamente sulle industrie appartenenti agli Stati membri. Nulla unisce più di un nemico comune: la continuazione della guerra in Ucraina e l’imprevedibilità dell’assetto geopolitico globale sono solo due dei fattori che hanno contribuito al riavvicinamento tra Ue e Regno Unito, la cui intesa poggia anche su un assetto culturale e valoriale condiviso e mai tramontato.

Il partenariato strategico sulla difesa comune, oggi in attesa di programmi di applicazione ben definiti, potrebbe riuscire a coniugare efficacemente l’adesione al programma Safe delle industrie di difesa britanniche con le preoccupazioni dell’Eliseo per un programma di riarmo che coinvolga principalmente – e maggiormente – le industrie europee.

Mai sprecare una buona crisi: la lezione non è nuova e viene direttamente da Downing Street, con Londra e Bruxelles che dovranno continuare a lavorare per trovare un’intesa strategica per permettere una cooperazione efficace ed una coalizione difensiva solida, auspicando nella piena collaborazione di tutti i principali Paesi coinvolti, da Parigi a Roma.

Mai sprecare una (nuova) buona crisi. Il partenariato strategico Regno Unito-Ue

Il 19 maggio, a Londra, il raggiungimento per l’accordo di un nuovo partenariato strategico tra Regno Unito ed Unione europea è stato il risultato di mesi di negoziati, culminati col vertice tra il premier Keir Starmer e la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen. L’accordo strategico stabilisce un quadro strutturato per dialogo di alto livello e consultazioni, favorendo iniziative congiunte e aprendo la possibilità per il Regno Unito di partecipare a specifici progetti di difesa dell’Ue

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