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Da più di un anno ormai, da quando cioè è scoppiata la pandemia del Covid19, in tutto il mondo è in corso una delicata e strategica partita geopolitica.

Inizialmente, tale partita ha interessato le indagini sulla provenienza del virus ed ha poi riguardato gli aiuti ai vari Paesi colpiti dal virus. Ora la partita internazionale si sta giocando sulla complessa gestione della campagna vaccinale, con la produzione e la distruzione dei diversi vaccini prodotti da aziende europee, statunitensi, cinesi, russe.

Anche l’Italia, che è un Paese del quale forse solo noi sottovalutiamo l’importanza della sua collocazione nello scacchiere internazionale, è coinvolta sin dall’inizio in questa partita.
Chi non ricorda le immagini dello scorso anno (con la conseguente inevitabile propaganda che ne è seguita) sull’arrivo degli aiuti sanitari da parte della Cina e di decine di Camion e militari da parte della Russia?

Adesso, ci risiamo, è la volta dei vaccini, decisivi per vincere la battaglia sulla pandemia.
Che su questo fronte ci siano stati purtroppo ritardi e siano stati commessi errori, in Italia ma prima ancora in Europa, è ormai riconosciuto da tutti. E questi errori hanno riguardato spesso proprio i rapporti ed i contratti con le case farmaceutiche internazionali.

Per me è chiaro che, anche in questa partita geopolitica, a maggior ragione dopo la nascita del governo Draghi, l’Italia deve stare con nettezza nel campo europeo ed atlantico, evitando incertezze e sbandamenti che in passato abbiamo commesso.

È in gioco la tutela, oltre che della salute, che è un bene primario, anche della nostra sicurezza, che è una precondizione necessaria e che può derivare solo da una sincera solidarietà con i nostri storici alleati, europei ed americani.

Per questo mi ha suscitato sorpresa e preoccupazione l’annuncio di qualche giorno fa da parte della Regione Lazio di una collaborazione con istituti russi in base alla quale la sperimentazione del vaccino Sputnik V (sul quale non si sono ancora espresse le competenti autorità sanitarie europee) avverrà allo Spallanzani di Roma.

Questo accordo ‘è una buona notizia’, ha commentato il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sino a qualche settimana fa segretario del Pd. Invece no, per me è una brutta notizia. Perché (di nuovo?) può rendere incerta ed ambigua la collocazione del nostro Paese, nella partita geopolitica che si è detta, che peraltro già vede differenze all’interno degli Stati europei e qualche problema tra Ue e Regno Unito.

Allora, in conclusione, non dimentichiamo l’insegnamento della storia, il Vecchio continente europeo ha potuto vincere la seconda guerra mondiale, solo con l’arrivo degli aiuti Alleati dall’altra sponda dell’Atlantico.”

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