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Le parole di Donald Trump sull’Ucraina, ovvero che l’unico modo “per arrivare a un accordo” è quello di “non abbandonare Kyiv”, coincidono alla perfezione con quelle di Giorgia Meloni che ha sempre sostenuto senza esitazione le ragioni di Kyiv contro l’invasione da parte di Mosca. In sostanza Washington e Roma confermano, praticamente all’unisono, che l’unico modo per arrivare alla pace è sostenere l’Ucraina finché Putin non deciderà accettare un tavolo diplomatico.

La posizione italiana a Berlino

Un passaggio che è stato sottolineato a Berlino anche dal ministro degli esteri, Antonio Tajani, secondo cui l’Italia avrà sicuramente un ruolo di ponte, “perché siamo un Paese che ha legami solidi con gli Stati Uniti, indipendentemente da chi ci sarà al governo”. Per questa ragione ha scritto una lettera al nuovo Segretario di Stato Marco Rubio, per veicolare un messaggio: Roma e Washington “devono lavorare insieme anche per raggiungere la pace in Ucraina, per sottolineare l’importanza di queste forti relazioni transatlantiche, la pace non si può raggiungere senza gli Stati Uniti, senza l’Ucraina, ma anche senza l’Europa e da questo punto di vista, sulle relazioni transatlantiche, siamo tutti d’accordo”.

Tajani ha aggiunto che “è prematuro parlare di qualsiasi iniziativa del giorno dopo” perché “dobbiamo innanzitutto arrivare ad una pace giusta. Valuteranno i capi di Stato e di governo”. Per cui una risposta più completa al quesito ucraino si avrà dopo l’insediamento del 20 gennaio del presidente americano Donald Trump. Nella missiva al segretario di Stato Tajani ha spiegato che “la nostra partnership economica è eccezionale, con ulteriori opportunità per promuovere nuove strategie, sviluppare nuove vie di collaborazione e proteggere la nostra sicurezza, soprattutto nei settori strategici e più avanzati”. Un annuncio che trova conferma nel fatto che l’Italia è disponibile a “parlare di pace, di peacekeeping il prima possibile in Ucraina, come a Gaza e in Libano, e noi siamo disponibili a ricoprire questo ruolo”, ha annunciato il ministro della Difesa Guido Crosetto.

Sull’operazione peacekeeper in Ucraina Tajani ha aggiunto che si tratta di un dibattito prematuro, per cui attualmente bisogna lavorare per una pace “che non è vicinissima”.

La Russa

La seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, ha osservato che mai ci sarà una trattativa separata coi russi tradendo Zelensky: “Non ho mai sentito Meloni dire fino alla vittoria, siamo a fianco dell’Ucraina, il destino è legato alle decisioni del legittimo leader dell’Ucraina e lo confermeremo: qualunque ipotesi non può essere contro l’Ucraina. Tutte le guerre finiscono con la pace, nessuno può pensare la guerra duri all’infinito. Ma non ho mai visto il momento in cui Putin si sarebbe rabbonito con un atteggiamento diverso da parte nostra. Non avremmo mai fatto una trattativa separata con i russi tradendo Zelesnksy”, ha aggiunto.

Collaborazione

In questa ottica spicca la notizia di una collaborazione in campo ospedaliero tra sanitari italiani e ucraini. Dieci operatori sanitari ucraini tra medici riabilitativi, fisioterapisti e logopedisti sono stati coinvolti in un progetto di perfezionamento professionale presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, grazie alla collaborazione della Fondazione Soleterre, della Fondazione Zaporuka e con il sostegno finanziario dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Si tratta, nello specifico, di un periodo di formazione in Italia che consente ai sanitari ucraini di migliorare le rispettive competenze nella riabilitazione delle vittime di ordigni esplosivi negli ospedali di Lviv, Kyiv e Dnipro. In totale sono 1.673 le strutture ospedaliere danneggiate durante la guerra dei mille giorni, tra cui l’ospedale pediatrico Ohmatdyt a Kyiv.

Oggi inoltre Papa Francesco ha ricevuto il metropolita di Kyiv e di tutta l’Ucraina Epifanio I, primate della Chiesa ortodossa dell’Ucraina: in assoluto si tratta della prima visita in Italia e in Vaticano.

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