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Probabilmente si è appena scritta una nuova pagina della storia dell’editoria in Australia. Facebook, il gigante tecnologico americano, ha seguito l’esempio di Google e ha stretto un accordo con News Corp di Rupert Murdoch (il più grande gruppo editoriale australiano) per pagare i contenuti che transiteranno sui propri servizi.

L’evento segna la fine di un capitolo burrascoso, che ha visto il governo australiano e Big Tech scornarsi riguardo a una nuova legge che impone alle compagnie tecnologiche di riconoscere un contributo ai contenuti editoriali che appaiono sulle loro piattaforme. Facebook e Google hanno puntato i piedi, il primo ha addirittura oscurato svariate pagine di notizie e non, ma all’entrata in vigore della legge (il 25 febbraio) le parti erano riuscite a trovare un compromesso.

Secondo il neonato media bargaining code, le piattaforme sono obbligate a stringere accordi individuali con i produttori di notizie e contenuti. In caso di mancato accordo è previsto l’intervento di un’autorità esterna, come sono previste sanzioni severe in caso di mancato pagamento.

L’accordo tra News Corp e Facebook è un precedente importantissimo perché segna la fine delle ostilità tra i due giganti tecnologici e il gruppo editoriale australiano più potente. Nel frattempo Regno Unito, Germania, Francia, Canada, Argentina, Brasile, Stati Uniti e Unione europea stanno preparando (o hanno già adottato) misure equivalenti – anche se le tensioni non mancano.

Il momento potrebbe però rivelarsi un vero e proprio spartiacque per le sorti dell’editoria, che secondo la BBC ha perso tre quarti degli introiti negli ultimi quindici anni a causa della rivoluzione digitale e del declino di proventi pubblicitari, di cui Facebook e Google si sono prese la parte del leone. Secondo il Guardian, per ogni 100 dollari spesi in pubblicità nel mondo 53 vanno a Google, 28 a Facebook e 19 a tutti gli altri.

Ora Facebook e Google contribuiranno 77 milioni di dollari al mondo del giornalismo australiano, dato da comparare con i 25 milioni di abitanti per farsi un’idea degli ordini di grandezza. “Questi accordi testimoniano il successo della legislazione”, ha detto Rod Sims, il garante della competizione australiano, il quale ha rivelato la cifra al Financial Times.

Robert Thomson, CEO di News Corp, ha dichiarato che l’accordo triennale con Facebook “è una pietra miliare per la trasformazione del mestiere del giornalismo, e avrà un impatto materiale e significativo sul business delle notizie australiano”. Al momento i dettagli dell’accordo non sono noti. Nel frattempo Facebook continua a negoziare con altre realtà editoriali in Australia.

Perché quello tra Facebook e News Corp è un accordo storico

L’accordo segna la fine delle ostilità e anticipa un riallineamento tra Big Tech e giornalismo. Un precedente che potrà valere anche in Europa?

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