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Campidoglio, Gualtieri è pronto. Ma Calenda e Raggi restano in campo

Gualtieri

L’ex ministro dell’Economia sarebbe pronto ad annunciare la sua candidatura alle primarie romane. Rottura con Carlo Calenda che ha confermato il suo impegno: “Ci confronteremo alle elezioni”. I cinquestelle al primo turno sosterranno Virginia Raggi. Intanto Giorgia Meloni ha chiesto agli alleati di centrodestra di tornare a convocare il tavolo su Roma

Roberto Gualtieri procede spedito verso la candidatura a sindaco di Roma. Ma attenzione: il suo probabile, prossimo, annuncio – che secondo i ben informati dovrebbe arrivare nell’arco di pochi giorni – sembra non contribuirà affatto a semplificare il quadro delle possibili alleanze politiche in ottica Campidoglio. Ovvero, la sua decisione di correre non farà desistere, almeno per il momento, Carlo Calenda che anzi, non a caso, al Pd e all’ex ministro dell’Economia ha già dato appuntamento alle urne.

Parole nettissime che prefigurano la presenza di tre o addirittura quattro diverse candidature nel campo della vecchia alleanza giallorossa di governo o, comunque, ascrivibili alla sinistra e al centrosinistra dello scacchiere politico. Appunto quelle di Gualtieri e Calenda, che in questo senso dovrebbe essere appoggiato pure da Italia Viva di Matteo Renzi (qui una nostra conversazione con Luciano Nobili), cui aggiungere Virginia Raggi – che ha annunciato in tempi non sospetti di voler tentare il bis – e, forse, anche l’eventuale nome di Sinistra Italiana che nel frattempo ha di fatto divorziato da Articolo Uno (anche se oggi il coordinatore romano del partito, Adriano Labbucci, ha giudicato positivamente l’eventuale soluzione Gualtieri).

Insomma, chi più ne ha più ne metta, a tutto possibile vantaggio del centrodestra, che però, com’è noto, non ha ancora ufficializzato alcunché: ad ora si è solo capito che Guido Bertolaso non si candiderà mentre sarebbe stallo sul nome di Andrea Abodi, un po’ per i dubbi manifestati dallo stesso manager e un po’ per il mancato accordo tra i partiti della coalizione. “Ieri ho proposto agli alleati di centrodestra di aggiornare il tavolo della coalizione per riprendere le fila di un ragionamento che era avanti: non credo che avremo difficoltà ad indicare quanto prima il nostro candidato”, ha commentato a questo proposito nel pomeriggio la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Tornando al Pd, invece, il dado sembra ormai tratto: come si vociferava da un mese abbondante e come hanno scritto oggi Luca De Carolis sul Fatto Quotidiano e Mario Ajello sul Messaggero, Gualtieri ha deciso di rompere gli indugi: l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze punta a riconquistare il Campidoglio dopo gli ultimi cinque anni a trazione pentastellata. Romano, classe 1966, originario del quartiere dell’Alberone ma ormai da alcuni anni residente a Monteverde, Gualtieri passerà comunque dalle primarie (sempreché la pandemia ne consenta lo svolgimento).

“Bene il suo impegno ma ora si fissi la data”, ha commentato ad esempio Paolo Ciani, consigliere regionale del Lazio e coordinatore del movimento Demos, che da mesi ha ormai annunciato la sua partecipazione alla consultazione del centrosinistra. Richiesta identica a quella formulata da Tobia Zevi, un altro dei principali candidati alle primarie romane.

La decisione di Gualtieri di correre a Roma esclude, evidentemente, alla radice un qualsiasi impegno in tal senso di Nicola Zingaretti, il cui nome negli ultimi giorni era stato fortemente accostato alle elezioni capitoline. Così non sarà dunque. Anzi, è facile ritenere che questa soluzione sia maturata con la regia dello stesso presidente della Regione Lazio, nelle scorse settimane, quand’era ancora alla guida del partito. Per questa ragione sarà ancor più interessante capire come si comporterà sulla questione romana la nuova segreteria di Enrico Letta che, lo ricordiamo, proprio Zingaretti la scorsa estate avrebbe voluto in lizza per il Campidoglio, salvo poi ottenere un netto rifiuto.

A questo proposito nel pomeriggio fonti del Nazareno hanno riferito come sulla candidatura per il sindaco di Roma “non ci sia ancora nulla di deciso”. Del resto – viene sottolineato – “il segretario non ha ancora avuto modo di aprire il dossier amministrative”. In quest’ottica non è da escludere che questa accelerazione – considerato pure lo spostamento del voto al prossimo autunno – abbia in qualche modo sorpreso Letta al quale probabilmente avrebbe fatto comodo un po’ più di tempo per provare, ad esempio, a dialogare con Calenda, con il quale sembra possano esserci vari punti di contatto.

Nessuna mediazione sul punto sembra, invece, possibile con i pentastellati che continuano a sostenere Raggi, decisa a giocarsi alle elezioni le chance di una possibile, ma certo non semplice, rielezione. Di sicuro, il nome di Gualtieri è in assoluto tra i più graditi ai pentastellati dell’universo dem, come dimostra lo stabile rapporto che l’ex ministro dell’Economia è riuscito a creare ai tempi del governo giallorosso con Giuseppe Conte, ormai pronto a diventare il capo politico del movimento.

Ma la sindaca vuole andare avanti e, salvo ribaltoni al momento non pronosticabili, i cinquestelle la sosterranno. “Rispetto la figura di Gualtieri ma il movimento si tiene stretto Raggi e il suo lavoro”, ha commentato all’Adn Kronos il deputato romano Francesco Silvestri, la cui posizione coincide in pratica con quella della senatrice Paola Taverna, tradizionalmente forte nella città eterna.

Tutto ciò ovviamente in ottica primo turno, mentre all’eventuale ballottaggio le cose sono destinate a cambiare. E’ chiaro che il nome di Gualtieri potrebbe agevolmente ricevere l’endorsement dei cinquestelle e anche di Calenda, legato all’ex ministro dell’Economia anche per via di un comune afflato europeistico. Evidentemente, la vera sfida per Gualtieri è proprio la seguente: raggiungere il secondo turno dove si aprirebbe una partita completamente diversa al cospetto, con ogni probabilità, del centrodestra. Ce la farà?

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