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“Per evitare fraintendimenti subito a casa i marittimi italiani” trattenuti in Libia. Lo sottolinea in una nota Raffaele Volpi, presidente del Copasir e deputato della Lega a tre mesi esatti da blitz degli uomini del maresciallo Khalifa Haftar che hanno sequestrato 18 pescatori (di cui otto italiani) dei pescherecci Antartide e Medinea di Mazara del Vallo.

“Da tre mesi alcuni marittimi italiani vengono trattenuti in una parte della Libia”, spiega Volpi. “Nella certezza che siano stati messi in campo tutti i buoni uffici negoziali e di facilitazione al fine di giungere ad una consensuale e reciproca soluzione, ma non vedendone il concreto riscontro ritengo si debba giungere ad una immediata e definitiva conclusione. Credo che tale situazione non aggiunga certamente autorevolezza agli attori locali libici che dovrebbero immediatamente abbandonare un approccio, che se non fosse per i continuativi storici rapporti, parrebbe quasi un atteggiamento ostile avverso al nostro Paese”.

“Nella certezza che non sia così auspico una immediata soluzione della questione appellandomi ad un’ampia convergenza di intenti sia della parte libica sia della comunità internazionale nel comune interesse in questo particolare momento delle rinnovate relazioni interne libiche”, conclude, “ritengo che queste riflessioni non possono essere più rinviabili anche all’interno del governo italiano”.

Domani, mercoledì 2 dicembre, il Copasir ha in agenda lesame della relazione prevista dall’articolo 33, comma 1, della legge n. 124 del 2007, sull’attività dei Servizi di informazione per la sicurezza nel 1° semestre 2020 e le comunicazioni del presidente.

Così Volpi (Copasir) suona la sveglia al governo sul caso dei marittimi

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