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“Nove mesi e più di 1,1 milioni di morti dopo, non esiste ancora un’indagine trasparente e indipendente sull’origine del virus”. La Cina ha ostacolato questi sforzi e i vertici dell’Organizzazione mondiale della sanità le hanno ceduto le redini dell’indagine. A scriverlo è il New York Times, non è un sito vicino al presidente statunitense Donald Trump, che ad aprile fu sommerso dalle critiche per aver bloccato i fondi all’Oms. La ragione di quella scelta del tycoon? L’Oms avrebbe insabbiato insieme alla Cina l’emergenza coronavirus causando molte più vittime.

A giudicare dall’inchiesta del New York Times sembra proprio che Trump abbia avuto qualche valida ragione. “Quando la prima epidemia di Sars ha iniziato a diffondersi in Cina alla fine del 2002, i funzionari hanno nascosto l’epidemia per mesi”, spiega il quotidiano della Grande Mela. “Ma quando finalmente lo hanno riconosciuto, hanno subito permesso a team internazionali di indagare sulla fonte animale. Questa volta, la ricerca di una fonte è stata avvolta dal segreto”, continua il New York Times denunciando che “le possibilità di un’indagine apolitica sulle origini del virus stanno diminuendo”. “Sfortunatamente, questa è diventata un’indagine politica”, ha detto Wang Linfa, virologo australiano a Singapore che ha contribuito a collegare i pipistrelli e il primo coronavirus. “Qualunque cosa facciano è simbolica”.

Mentre aumentano i dubbi sulla teoria dell’origine del virus dal mercato di Wuhan e sul ruolo del direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus (che rimandò più volte la dichiarazione di emergenza per non irritare Pechio), il New York Times getta nuove ombre sull’operato dell’Oms, i cui esperti sono stati tenuti ai margini delle indagini coordinate dagli esperti cinesi (e oggetto delle trattative — ancora segrete — tra il direttore dell’Oms e il presidente cinese Xi Jinping). Venerdì, l’Organizzazione ha detto al giornale che presto avrebbe reso pubblici i documenti. Un riassunto ottenuto dal Times “mostra che gli studi sull’origine dei virus dell’Oms sanitaria si svolgeranno in due fasi. Si cercheranno i primi pazienti esaminando le cartelle cliniche e intervistando le persone che sono state trattate per il virus a dicembre. Il team esaminerà anche quali animali selvatici fosse venduti al mercato di Wuhan e seguirà la catena di fornitura”, scrive il giornale che sottolinea anche come l’Oms abbia “convenuto che questa fase sarà guidata da scienziati cinesi, con esterni che rivedranno il loro lavoro a distanza”. Nella seconda fase, invece, “esperti internazionali lavoreranno con colleghi cinesi per trovare il virus tra gli ‘ospiti animali’ e un possibile ospite intermedio”.

Quando ci saranno le prime visite? Pechino e l’Oms hanno frenato in attesa delle elezioni presidenziali statunitensi. Joe Biden, lo sfidante di Trump, “ha detto che lascerà gli Stati Uniti nell’Organizzazione se vincerà”, sottolinea il New York Times.

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