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Non meno di sei miliardi di aiuti espressi, da far pervenire sul conto di ristoratori e commercianti entro il 15 novembre. Il governo ha calato ufficialmente l’asso dei ristori (tra il 150 e il 200% degli sussidi ricevuti questa estate con annesso stop ai licenziamenti fino al 31 gennaio) per provare a disinnescare la bomba sociale che ogni giorno sembra pronta a esplodere. Difficile dire se il piano approvato nel tardo pomeriggio in un Consiglio dei ministri durato due ore scarse possa tamponare l’emorragia di speranza e futuro in atto tra imprese e lavoratori. Valeva la pena tentare e ora, tra qualche giorno, si capirà se 150 mila euro a chi, causa ultimo Dpcm ha dovuto abbassare la saracinesca, basteranno. Carla Ruocco, deputata grillina della prima ora e presidente della Commissione di inchiesta sul sistema bancario, ne è convinta.

Ruocco, il governo ha approvato ristori fino al 200% per le categorie produttive devastate dal Covid. Una misura d’emergenza, certo, ma non le pare che manchi ancora una visione e una strategia di medio periodo nel governo?

Direi di no. Il decreto Ristoro è una risposta necessaria alla luce della difficile situazione economica che purtroppo sta attraversando il nostro Paese. Il percorso è difficile almeno fino a quando non sarà disponibile un vaccino, e l’Italia come altre nazioni, sta cercando di affrontare la crisi nel migliore dei modi. Il decreto prevede aiuti per complessivi 5-6 miliardi di euro per le attività chiuse o danneggiate dal mini lockdown.  Diversamente però dal precedente decreto Rilancio lo sforzo del governo in questa fase è finalizzato a dare ristoro ai settori maggiormente colpiti dalla crisi attraverso misure selettive.

E questo cosa significa?

Che tali misure si inseriscono in in un percorso più ampio e completo che il governo sta portando avanti anche a livello Ue attraverso ad esempio il Next Generation Eu, il Fondo Sure, ecc… Sintetizzando, il compito delle istituzioni tutte e dei vari attori economici è di agire in modo responsabile e porre in essere tutte quelle azioni/investimenti necessari alla ripartenza economica.

Però abbiamo visto i primi cenni di una rabbia sociale che monta. Pensa che le misure messe sul tavolo dall’esecutivo avranno un qualche effetto calmante?

Penso che il decreto Ristoro, attraverso la messa a terra di interventi selettivi, vada nella giusta direzione, evitando di dare aiuti a pioggia, intervenendo in quei settori maggiormente colpiti dalla crisi quali ad esempio: la ristorazione, la cultura, il turismo, i trasporti, le attività sportive. Settori e attività quest’ultime che proprio a causa del necessario distanziamento sociale hanno subito le maggiori perdite economiche. Capisco la rabbia delle persone ma la crisi pandemica è un evento straordinario che richiede misure straordinarie compresa la pazienza e la responsabilità che i cittadini tutti hanno dimostrato di avere.

Parliamo di banche. Oggi il presidente del consiglio di sorveglianza della Bce, Enria, ha lanciato un monito sulla capacità di certi istituti di gestire l’enorme stock di npl frutto della pandemia. Il sistema bancario italiano è solido?

Il sistema bancario nazionale, anche grazie all’attività posta in essere dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario che ho l’onore di presiedere, attraverso le moratorie e i prestiti garantiti dallo Stato ha dato risposte concrete ad imprese e famiglie fornendo liquidità e sostegno per complessivi 400 miliardi di euro. Una cifra molto importante. Considerata la crisi in atto è palese, come previsto dalla stessa Bce, che ci sarà una nuova ondata di sofferenze.

Non un buon programma. Soluzioni per evitare bagni di sangue tra gli istituti?

Le soluzioni a mio avviso sono altrettanto chiare. Occorre rivedere la regolamentazione a livello Ue, in primis il calendar provisioning che prevedendo accantonamenti automatizzati pone le banche in situazioni di deficit patrimoniale e incentivare a livello nazionale, anche attraverso la costituzione di una Bad Bank pubblica e di una fiscalità di scopo, soluzioni di sistema-di mercato volte a favorire la piena cancellazione dai bilanci bancari delle posizioni deteriorate (derecognition) e alle aziende-famiglie, anche attraverso l’erogazione di nuova finanza, il ritorno in bonis delle relative posizioni.

Ruocco, lei è pentastellata della prima ora. In questi giorni ci sono gli Stati Generali del Movimento, forse l’occasione per riscrivere un’agenda il più aderente possibile alle necessità di un Paese in ginocchio. Ottimista?

Per natura sono sempre ottimista e non potrei essere diversamente anche perché dalla crisi, da cui sono convinta che usciremo più forti, si uscirà solamente con la fiducia, la positività e dando esempi giusti e responsabili. Ritengo che gli Stati Generali siano un momento importante per il Movimento.

Molto ottimista. Vale lo stesso per il governo in co-abitazione con il Pd?

Grande attenzione va dedicata all’azione del governo, alle migliori risposte da dare alla collettività in primis in termini di investimenti e di rilancio dell’economia. Voglio essere chiara: senza questo governo, di cui il Movimento è solido alleato, la situazione sanitaria, economica e sociale sarebbe stata certamente peggiore. I cittadini ne hanno piena contezza.

Altro che bluff, i ristori alle imprese sono la medicina giusta. Parla Carla Ruocco (M5S)

La presidente della commissione di inchiesta sulle banche e grillina della prima ora a Formiche.net: il decreto Ristoro è la risposta più giusta a questa crisi devastante, noi solidi alleati di questo governo. Capisco la rabbia di commercianti e imprenditori, ma la pandemia è un evento straordinario in tutti i sensi. L’Europa riveda le regole sugli npl se vuole salvare le banche. Gli Stati Generali? Grande occasione di crescita per il Movimento

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