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Si chiama “Keen Sword” l’esercitazione congiunta nippo-americana iniziata lunedì 26 ottobre (durerà fino al 5 novembre). Manovra biennale che impiega 46mila uomini e dozzine di unità navali, aeree, anfibie e attenzioni speciali al mondo del cyber ed electronic warfare.

Anno dopo anno, la manovra militare assume sempre più valore strategico: ora dimostra l’abbinamento tattico tra Stati Uniti e Giappone, entrambi impegnati a creare deterrenza nel Pacifico e costruire un blocco favorevole di alleanze. Tutto guardando alla Cina, rivale comune e collante di una partnership già solida. “La situazione della sicurezza in Giappone è diventata sempre più grave. Questo ci dà l’opportunità di dimostrare la forza dell’alleanza Giappone-Stati Uniti”, spiega ai giornalisti il top brass militare giapponese, il generale Koji Yamazaki, che parla dal ponte della “Kaga”.

La portaelicotteri da 248 metri non è soltanto l’ammiraglia della marina giapponese e il pezzo forte delle Forze di autodifesa, ma è anche un simbolo del nuovo corso di Tokyo, interessato a ritrovare dimensione strategica nella regione anche attraverso il rafforzamento militare. Basta pensare che la Kaga rientra tra le acque dell’arcipelago nipponico dopo un tour tra l’Oceano Indiano e il Mar Cinese Meridionale – due ambiti strategici sul cui controllo Pechino punta la rotta trovando l’opposizione non solo del Giappone. Non solo: il prossimo anno sul ponte della Kaga non ci saranno soltanto gli elicotteri, ma dovrebbero arrivare i primi pezzi degli F-35B, i  caccia stealth della Lockheed Martin dotati di tecnologia STOVL – la via della seta americana, aerei che segnano il solco delle alleanze occidentali.

Mentre la Kaga quest’anno ha già visitato il Vietnam e l’Indonesia, primi approdi della tattica giapponese nell’area, Tokyo ha già ospitato la riunione operativa dell’ancora informale gruppo multinazionale Quad, composto da Giappone, Stati Uniti, India e Australia – i paesi che saranno i motori del contenimento cinese nell’Indo-Pacifico. Chiamato della Cina “mini-Nato”, la scorsa settimana è stato definito “naturale evoluzione” dal ministro degli Esteri indiano, negli ultimi giorni il Quad ha ricevuto l’ok dell’Australia all’esercitazione “Malabar” prevista per novembre. Questo significa che per la prima volta le quattro nazioni si muoveranno militarmente sotto coordinamento congiunto (per gli Usa è presumibile la partecipazione della “USS Ronald Reagan”, che col suo gruppo da battaglia prende parte a Keen Sword). Contemporaneamente, Camberra ha annunciato la protezione reciproca degli asset militari.

Il processo è in atto. La direzione anti-cinese tracciata. Il Quad, che dalla fondazione del 2007 è stata sempre tenuta in sordina, negli ultimi mesi è ripartita alla grande. Gli Stati Uniti pressano per la sua strutturazione (una forma di istituzionalizzazione); il Giappone ne giova perché è perfettamente inquadrata nei suoi interessi nazionali; l’India, finora restia, ha vissuto in estate uno scontro duro contro la Cina e anche per questo s’è mossa; l’Australia, sotto pressing americano, ha deciso di privilegiare l’impegno geopolitico all’interesse economico.

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