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Il punto sull’attuale situazione libica l’ha tracciato ieri l’altro io vice premier del Governo di accordo nazionale (Gna), Ahmed Maiteeg, durante la conferenza MED2020 organizzata dall’Ispi. L’obiettivo è lavorare per arrivare a un bilancio statale e un tasso di cambio comune con l’Est del paese, ha spiegato il misuratino, tra i leader in corsa per diventare primo ministro.

L’incarico secondo fonti diplomatiche che commentano discretamente con Formiche.net sarebbe “un ottimo compromesso tra le varie anime del Paese”, e permetterebbe di andare avanti — con un rinnovamento istituzionale — e traghettare la Libia verso le elezioni nazionali che l’Onu ha convocato per dicembre 2021.

Maiteeg è stato il dealer che ha mediato con il ribelle dell’Est, Khalifa Haftar, per permettere il riavvio delle produzioni petrolifere: a pochi mesi dall’accordo, l’output è tornato sopra il milione di barili al giorno, una dimensione delle capacità (economiche) del paese. “[L’accordo] è stato necessario per ridare fiato all’economia libica. Senza le esportazioni di petrolio la Libia non sopravvive. Si tratta di questioni vitali e abbiamo cercato un accordo con l’Est tra libici. Un obiettivo chiaro che abbiamo posto sul tavolo”.

Ora, ha spiegato, l’obiettivo è risolvere lo scontro in atto tra le istituzioni finanziarie libiche sulla gestione dei proventi del petrolio. Maiteeg nel giorno del suo intervento al MED aveva partecipato alla riunione convocata dal premier Fayez al Sarraj con quelle istituzioni. Alla base di tutto c’è un problema, ha detto il vicepremier: “La Libia ha una Banca centrale a Tripoli vicino al mio ufficio e un’altra ad Al Baida, nell’Est, basata su un governo non riconosciuto”, inoltre ha aggiunto che “il petrolio viene estratto in buona parte da zone controllate dalle forze di Khalifa Haftar e quindi, senza un accordo su come esportare questo petrolio, non possiamo garantire la continuità delle esportazioni”.

”Ci siamo riuniti con il governatore della Banca centrale e il premier — ha continuato Maiteeg a proposito di un meeting anticipato su queste colonne — e abbiamo parlato su come sbloccare questi problemi e garantire il flusso finanziario. Dobbiamo arrivare a un accordo con l’Est su come arrivare a un budget comune e un tasso di cambio comune da usare per le questioni personali dei cittadini libici ma anche per quelle governative e commerciali”.

Maiteeg ha parlato in modo istituzionale, tralasciando le profonde divisioni tra Est e Ovest che hanno caratterizzato il Paese e creato anni di conflitto. L’attenzione focalizzata sui libici: se in Libia non ci saranno altre guerre “riusciremo certamente a migliorare la vita dei libici e a risolvere i loro problemi”, ha detto. “Dopo il processo di Berlino c’è stato il dialogo di Tunisi che è legato al successo dei colloqui militari di Ginevra e questa è una storia di positiva. Un’altra storia di successo è quella dell’inviato dell’Onu, Stephanie Williams, che è riuscita a fissare una data per il 24 dicembre del 2021 per le elezioni e [si è impegnata] per decidere i meccanismi su come scegliere il Consiglio presidenziale e il capo dello Stato”.

Maiteeg ha parlato anche delle dinamiche che si sono innescata nell’ambito dei colloqui in corso, dove le varie parti non hanno trovato ancora un accordo. Per quanto riguarda i disaccordi all’interno del Gna, il vice premier libico ha spiegato che “ogni suo membro ha un curriculum diverso e una provenienza diversa e per questo non ci può essere sempre un accordo. Noi abbiamo lavorato per un accordo sul cessate il fuoco senza il quale non potevamo arrivare dove siamo arrivati oggi con gli aerei che volano da est a ovest”. Il futuro? “Io sono un membro della società libica e i libici possono scegliere se sarò un leader o (se sarò) all’opposizione e a me andrà bene”.

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