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La colonna sonora della crisi di governo è un cinguettio insistente. Dal segretario dem Nicola Zingaretti, passando per il ministro Dario Franceschini: ieri sera Twitter ha ospitato un diluvio di commenti.

Se Renzi da un lato era preso dalla sua intemerata con l’obiettivo di far mancare la maggioranza all’esecutivo, le forze di governo serravano i ranghi difendendo a spada tratta l’operato del presidente Giuseppe Conte. A scegliere la linea della discrezione “in attesa di un confronto nel partito e per la delicatezza della fase politica”, sono stati i membri di Base Riformista.

La costola del Partito Democratico è stata piuttosto cauta “perché il segretario Zingaretti aveva convocato per oggi una riunione di vertice. Per cui abbiamo aspettato per uscire con un messaggio univoco”. A confermarlo a Formiche.net e a spazzare via l’ombra della chiacchiera è Alessandro Alfieri, senatore di Base Riformista (corrente Pd di ex renziani), che conferma appunto il sostegno al premier Giuseppe Conte. “La fase che stiamo vivendo sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista dell’emergenza sanitaria è delicatissima – spiega il dem – e quindi siamo convinti che l’unica prospettiva per uscire da questo impasse sia quella di avere un esecutivo nel pieno delle sue facoltà”.

Piena fiducia anche nel premier. Figura che “in questi mesi ha saputo fare da collante tra le varie anime che compongono la compagine della maggioranza”. Fino a ieri sera. Comunque Alfieri è convinto che quello del leader di Italia Viva sia stato “un grave errore”. “A fronte delle aperture dimostrate sia dal premier che da tutte le forze di maggioranza – rimarca il senatore – Renzi ha fatto un passo falso molto grave. Sarebbe stato molto più opportuno accantonare le rivendicazioni di parte e sedersi al tavolo della trattativa, sforzandosi di trovare una nuova intesa di governo”. E invece il senatore fiorentino ha preferito la strada del conflitto, gettando il guanto della sfida con le dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti. Forse perché, in fondo, la dimensione di Renzi è proprio il duello. Ma la posta in gioco, questa volta, è davvero troppo alta “e dobbiamo scongiurare in tutti i modi la possibilità di un ritorno alle urne”.

“Con questi continui scivoloni – prosegue Alfieri – la prospettiva del voto anticipato potrebbe concretizzarsi, ma il nostro Paese non se lo può permettere. Dobbiamo organizzare la campagna vaccinale, mettere a punto il piano di investimenti per il Recovery Fund e approvare lo scostamento per finanziare i ristori”. Il quadro complessivo è oggettivamente complesso, tanto più che “le persone sono da un lato spaventate dalla pandemia, dall’altro si interrogano sulla capacità di tenuta del nostro sistema economico e sociale quando finiranno gli ammortizzatori sociali e quando si sbloccheranno i licenziamenti”.

Alfieri dice a chiare lettere di ”scongiurare il pericolo delle elezioni”. Anche perché stando ai sondaggi, la maggioranza nel Paese verrebbe rovesciata a favore del centrodestra. “I sondaggi sono veritieri fino a un certo punto – osserva il dem – ma in questa fase servono risposte concrete non una campagna elettorale estenuante. Per questo a mio giudizio occorre, alla luce del sole, costruire un progetto di governo in grado di arrivare alla naturale scadenza di mandato”. L’apertura del senatore piddino nei confronti della minoranza, ad ogni modo, è massima. “Abbiamo visto che Forza Italia ha fatto da traino nelle votazioni sullo scorso decreto ristori e sull’ultimo scostamento per tutto il centrodestra. Ora serve un altro passo avanti in questo senso: occorre trovare una linea di convergenza per arrivare all’approvazione del decreto Ristori: è una misura di cui ha necessità l’intero Sistema Paese”.

Niente elezioni, fiducia a Conte e apertura a Forza Italia. L'appello di Alfieri (Pd)

“La fase che stiamo vivendo sia dal punto di vista politico sia dell’emergenza sanitaria è delicatissima e quindi siamo convinti che l’unica prospettiva per uscire da questo impasse sia quella di avere un esecutivo nel pieno delle sue facoltà”. E piena fiducia anche nel premier. Intervista ad Alessandro Alfieri, senatore di Base riformista

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