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Ripartire. Quante volte ce lo siamo ripetuti! Esortazione, speranza, obiettivo, la ripartenza resta l’unica direzione possibile per il nostro Paese. A metà 2020, dopo la prima e sconvolgente ondata pandemica, ci si era affrettati a parlare di un post. Il dopo emergenza rappresentava il traguardo a cui tutti guardavamo, così impazienti di tornare a impossessarci delle nostre abitudini. A un certo punto è addirittura prevalsa l’interpretazione della crisi come una parentesi, negativa e scioccante, ma pur sempre prospettata in un determinato e delimitato arco temporale. Sappiamo che non è andata così e che la gestione sanitaria, sociale ed economica dell’epidemia da Covid 19 resta ancora oggi una costante dell’agenda politica italiana e mondiale.

Si accetta quindi di far parte di un momento storico che ci accompagna, non senza forzature, distorsioni e squilibri, al cambiamento. È per questo che il dopo non porterà al “come prima”. Nel frattempo, mutano i modelli di comportamento, si spostano gli equilibri internazionali, evolvono l’organizzazione del lavoro e le relazioni personali. Da imprenditore sento da un lato il peso e dall’altro la spinta di questa inevitabile evoluzione, che ha bisogno di nuove e solide condizioni per potersi realizzare e trasformarsi in opportunità per il sistema paese.

Un impegno ancora più sentito nel mio ruolo di rappresentante delle quasi 600 aziende che animano l’associazione nazionale delle imprese cosmetiche che presiedo dal 2018. È per questo che al progetto di una ripartenza va affiancata la parola stabilità. L’industria cosmetica, così attiva in termini di produzione, ricerca e occupazione, soprattutto in quelle regioni che sono risultate maggiormente colpite dai contagi, prima tra tutte la Lombardia, ha agito in prima linea con forte senso di responsabilità durante l’emergenza e si è affermata come settore chiave per il Paese.

Le prospettive di tenuta e di sviluppo economico per il 2021 ovviamente risentono dell’andamento della pandemia tanto a livello nazionale quanto internazionale: il rallentamento della domanda estera – per un settore che destina all’export circa il 40% del fatturato – è un elemento che condiziona fortemente le nostre previsioni. Se consideriamo quanto accaduto nel 2020, a cavallo dei due episodi di picco del Coronavirus, non possiamo trascurare l’importanza della reattività del settore cosmetico e parallelamente dei consumi nazionali, che hanno ripreso in maniera quasi inaspettata pur confermando saldi finali negativi, ma meno critici di quanto si potesse prevedere.

I condizionamenti, sia sulla mobilità dei consumatori sia sulla opportunità o meno di apertura dei negozi fisici, incideranno sulla possibilità di un rilancio. La ripresa che auspichiamo, sicuramente lontana dai livelli della fine del 2019, è strettamente legata alla natura anticiclica del comparto. Un elemento che gioca a favore del settore è l’indispensabilità dell’uso di cosmetici. Di conseguenza, anche a fronte della contrazione dei consumi – che interessa soprattutto alcune categorie di prodotto – la cura di sé e l’igiene personale restano necessità quotidiane a cui le nostre imprese possono rispondere con prodotti sicuri e innovativi.

Ripartire quindi. E farlo accompagnati da un piano governativo capace di affiancare le imprese e le filiere industriali strategiche, anche in termini di promozione del made in Italy, sul piano dell’innovazione, della digitalizzazione e dello sviluppo sui mercati esteri, dove il saper fare italiano resta une lava competitiva da salvaguardare. In questo contesto, la cosmesi farà la sua parte per continuare ad essere un’industria che fa bene al Paese!

Ripartire sì, ma con un piano per la stabilità. Il commento di Ancorotti (Cosmetica Italia)

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Se la ripartenza è l’obiettivo principale di tutti i settori del nostro Paese è importante che questa sia seguita da un piano governativo che possa portare ad una certa stabilità. La pandemia di coronavirus ha portato con sé una serie di cambiamenti che rappresentano delle sfide per le quali gli imprenditori necessitano di condizioni sicure per sfruttarle al meglio. L’analisi di Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia

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