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Doveva essere un martedì col fiato sospeso, con un governo appeso al suo Consiglio dei ministri serale, forse l’ultimo. E invece non mancano i colpi di scena. Una velina di Palazzo Chigi versa una doccia ghiacciata su Matteo Renzi e la sua pattuglia di Italia Viva. “Se il leader di Iv Matteo Renzi si assumerà la responsabilità di una crisi di governo in piena pandemia, per il presidente Giuseppe Conte sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Iv”.

Con un’imbeccata alle agenzie stampa Conte consegna un avviso di sfratto a chi cerca di sfrattarlo da settimane. Se Conte-ter sarà, si farà senza l’aiuto della pattuglia renziana. Tradotto: il premier ha trovato in Parlamento i “responsabili” che possono affrancare la sua maggioranza dal tiro al piattello di Iv. Bluff o realtà? Chi vivrà vedrà. Ma in una crisi che si gioca tutta sullo spin politico la differenza conta relativamente.

A poche ore dal Cdm della resa dei conti sul Recovery Fund, Conte prova a ribaltare il tavolo. Lo fa seguito da un fuoco di fila del Movimento Cinque Stelle in difesa del presidente. Ecco allora il pronto-soccorso, via Facebook, del capo-delegazione e Guardasigilli Alfonso Bonafede che si scaglia contro “l’inspiegabile attacco quotidiano, dall’interno della maggioranza, nei confronti del Presidente del Consiglio e dell’azione del Governo”.

I renziani riescono perfino nel miracolo di allineare con il premier uno dei suoi più feroci critici. Con un post al vetriolo su Facebook il pasdaràn del Movimento Alessandro Di Battista affonda il colpo. “Se i renziani dovessero aprire una crisi di governo reale in piena pandemia, nessun esponente del Movimento dovrebbe mai più sedersi a un tavolo, scambiare una parola, o prendere un caffè con questi meschini politicanti. Figuriamoci farci un altro governo insieme”.

Non c’è traccia di risposta all’ultimatum nella consueta e-news renziana che però non risparmia un altro siluro al Conte-bis. Da luglio, tuona Renzi, Italia Viva attende un cenno di Conte sul Recovery Plan.

“Non riceviamo risposte per ben cinque mesi. Fino a quando l’8 dicembre il Governo prova ad approvare il testo senza che nessuno lo abbia visto prima e prova a introdurre un emendamento da votare in legge di Bilancio per esautorare i ministeri”. “Stiamo facendo una battaglia di libertà e di coraggio contro il pensiero unico di larga parte dei talk e dell’informazione di palazzo. Ma lo stiamo facendo perché dalla nostra parte abbiamo le idee e la voglia di dare una mano ai nostri figli. Punto. Tutto il resto è chiacchiera populista”, chiosa sul finale.

Prosegue intanto il cannoneggiamento dei renziani a mezzo stampa. L’esperienza del governo rossogiallo “è conclusa”, va ripetendo Teresa Bellanova, ospite a “L’Aria che Tira” su La7. Su twitter Nicola Zingaretti tenta un’ultima carta: se si torna al voto, avvisa il segretario del Pd, “c’è il rischio che gli alleati di Trump tornino al potere”. Tempo un minuto e compare una risposta sibillina del presidente di Iv Ettore Rosato: “Nicola, ma l’alleato di Trump è già a Palazzo Chigi”.

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