Skip to main content

Negli ultimi giorni è tornata al centro del confronto politico americano la questione delle società cinesi quotate sui mercati azionari statunitensi. La scorsa settimana, due importanti parlamentari repubblicani – John Moolenaar, presidente della commissione Cina della Camera, e Rick Scott, a capo della commissione del Senato sugli anziani – hanno scritto al presidente della Securities and Exchange Commission (la Consob americana), Paul Atkins, chiedendo di avviare la procedura di delisting per 25 società cinesi, fra cui colossi come Alibaba, Baidu, JD.com e Weibo. I deputati repubblicani sostengono che, pur beneficiando del capitale di investitori statunitensi, molte di queste aziende “promuovono gli obiettivi strategici del Partito comunista cinese, sostenendo la modernizzazione delle forze armate e gravi violazioni dei diritti umani”, configurandosi così come “un rischio inaccettabile per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.

Un momento delicato

Il pressing politico arriva in un momento di crescenti tensioni commerciali e tecnologiche tra Washington e Pechino, e segue l’ipotesi – più volte rilanciata da esponenti dell’amministrazione Tump come il segretario al Tesoro, Scott Bessent – di applicare nuovamente l’Holding Foreign Companies Accountable Act, che prevede la rimozione forzata dalle contrattazioni di società straniere non conformi ai requisiti di trasparenza sui controlli contabili.

Lo scenario estremo

Parallelamente, un rapporto di Goldman Sachs pubblicato il 14 aprile avverte che uno “scenario estremo” di decoupling finanziario potrebbe generare vendite forzate fino a 2.500 miliardi di dollari di azioni e obbligazioni. Stando all’analisi condotta da Kinger Lau e Timothy Moe, gli investitori statunitensi potrebbero dover liquidare fino a 800 miliardi di dollari di titoli cinesi quotati negli Stati Uniti, mentre Pechino potrebbe scaricare sui mercati titoli di Stato e azioni statunitensi per 1.670 miliardi. L’eventualità di un delisting delle American Depositary Receipts di circa 300 gruppi cinesi, inclusi i principali gruppi tecnologici, ha già provocato una forte volatilità degli indici come il Nasdaq Golden Dragon China Index, l’S&P 500 e l’Hang Seng di Hong Kong.

Un’occasione per Hong Kong?

In questo contesto, Hong Kong si profila come destinazione privilegiata per le aziende cinesi in cerca di stabilità finanziaria. Un approfondimento di China Briefing sottolinea come, a maggio 2025, oltre il 75% delle società cinesi quotate negli Stati Uniti detenga un listing secondario o dual‑primary nell’ex colonia britannica, grazie anche all’estensione di regole su diritti di voto differenziati (Weighted Voting Rights) e all’inclusione di nuove categorie (pre‑revenue biotech, WVR tech) nei programmi di Stock Connect. L’aumento dei flussi “southbound” – mediamente 46 miliardi di dollari hongkonghesi al giorno – dimostra una solida domanda da parte degli investitori continentali, disposti a pagare un “premio patriottico” per sostenere i “campioni nazionali”. In questo quadro, le autorità di Hong Kong hanno inoltre accelerato l’iter di approvazione dei listing secondari, riducendo i tempi medi a meno di 60 giorni, e hanno introdotto canali come Swap Connect ed ETF Connect per migliorare la liquidità e gli strumenti di copertura. Queste iniziative non solo consolidano il ruolo di Hong Kong come “porto sicuro” in un’era di riallineamento geopolitico, ma ne fanno un hub finanziario sempre più integrato con la Cina continentale e capace di attrarre capitali globali.

Ma la sfida…

Guardando oltre, la vera sfida per Hong Kong sarà mantenere un equilibrio tra l’accesso privilegiato al mercato cinese e la necessità di preservare trasparenza, autonomia regolamentare e fiducia da parte degli investitori internazionali. Con la concorrenza di centri come Singapore e Londra in agguato, la città dovrà continuare a diversificare la propria base di investitori e a rafforzare il proprio sistema giuridico e di governance, per confermarsi hub finanziario globale in un mondo sempre più multipolare.

Da Alibaba a Baidu, verso il delisting Usa? Opportunità e sfide per Hong Kong

Due repubblicani di spicco hanno chiesto alla Sec di delistare 25 titoli, tra cui Alibaba e Baidu, per ragioni di sicurezza nazionale. In questo contesto, Hong Kong emerge sempre più come rifugio nella nuova geografia finanziaria sino‑americana

Cyber, Osint, Socmint e terrorismo. Ecco le competenze che cercano gli 007 italiani

L’intelligence italiana ha lanciato una campagna di reclutamento aperta fino al 10 giugno per diplomati e laureati esperti in cyber security, open source intelligence (Osint), social media intelligence (Socmint), telecomunicazioni e analisi del terrorismo interno e internazionale

Perché Pechino è sempre più interessata all'Azerbaigian

La recente visita del presidente azero a Pechino, con annessa la firma di un partenariato strategico globale, ha segnato un importante passo avanti nelle relazioni bilaterali tra Azerbaigian e Cina. L’accordo abbraccia settori chiave come energia, infrastrutture, logistica e commercio, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo dell’Azerbaigian come hub regionale nel contesto della Belt and Road Initiative e del Middle Corridor

Trump come il Vaticano e l'Italia del 1994. L'opinione di Pedrizzi

Mentre l’Onu continua a promuovere l’Agenda 2030, che include riferimenti controversi a salute riproduttiva e uguaglianza di genere, l’amministrazione Trump ha rilanciato la Dichiarazione di Ginevra, rifiutando l’aborto come diritto internazionale e difendendo la famiglia naturale. Un ritorno alla posizione coraggiosa assunta al Cairo nel 1994 dalla Santa Sede e da una parte dell’Italia

La Germania inciampa (e poi rimedia) sul cancelliere. Il peso negato della destra secondo Arditti

A differenza della Germania, l’Italia ha già fatto i conti con la sua destra. Dal 2022, il governo Meloni ha integrato le istanze conservatrici, canalizzandole in una forza di governo che, pur con contraddizioni, dialoga con l’Europa e stabilizza il Paese. Roma ha capito che ignorare l’elettorato di destra alimenta gli estremi. Berlino, invece, resta indietro, e il prezzo di questa miopia potrebbe essere alto

Così l’IA sta riscrivendo le regole della difesa. L’analisi di Caine (Thales)

Di Patrice Caine

Dalla capacità di comprimere i cicli decisionali in pochi minuti alla trasformazione dei posti di comando, passando per l’impiego in radar, radio, sistemi anti-mine e caccia, l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando la difesa, offrendo un vantaggio decisivo a chi saprà adottarla per tempo. Pubblichiamo l’editoriale, originariamente apparso su Le Monde, del presidente e ceo di Thales, Patrice Caine

Da difesa a sicurezza globale. Il nuovo paradigma secondo Pontecorvo

Di Stefano Pontecorvo

Il concetto tradizionale di difesa è ormai superato, sostituito da una visione più ampia di sicurezza globale che include le risorse naturali, le infrastrutture critiche e la dimensione cibernetica. In questo contesto, le tecnologie geospaziali, digitali e satellitari per uno sviluppo sostenibile svolgeranno un ruolo sempre più centrale. Pubblichiamo l’intervento di Stefano Pontecorvo, presidente di Leonardo all’annual meeting della Asian development bank in corso a Milano

Le preferenze sono un toccasana per l'attività parlamentare. Curreri promuove la legge elettorale

Per il governo la stesura di una nuova legge elettorale è una scelta strategica. E, da quanto è emerso fino a ora, l’idea è quella di restituire identità alle forze politiche e un maggior peso all’espressione del voto popolare. Il costituzionalista Curreri promuove l’orientamento del governo e in particolare il sistema delle preferenze

Difesa europea e riarmo tedesco. Le opportunità italiane per Valensise

L’aumento della spesa militare, il superamento del freno al debito e la rinnovata ambizione europea sono tutti segnali di un deciso cambio di passo da parte della Germania, e una vera e propria svolta strategica per Berlino. Michele Valensise analizza le implicazioni per l’Europa, le reazioni di Parigi e le opportunità per l’Italia in termini di cooperazione politica e industriale

Il Premio Guido Carli diventa internazionale. Novità e dettagli della XVI edizione

Appuntamento il 9 maggio all’Auditorium per la XVI edizione dell’evento promosso dalla Fondazione Guido Carli. Riconoscimento alla musica per Gigi D’Alessio, all’economia per Matteo Del Fante. “Il Premio si conferma una festa del merito etico, nel nome di Carli e dei suoi valori”, ha spiegato Romana Liuzzo, presidente della Fondazione Guido Carli

×

Iscriviti alla newsletter