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Il mondo dei media, come tutti gli altri settori produttivi, è stato fortemente scosso dall’emergenza Covid-19. Molteplici sono gli impatti che l’emergenza sanitaria ed economica hanno avuto e stanno avendo nel nostro settore, in parte chiari e consolidati, in parte ancora da osservare e valutare.

Il primo ambito dei media che ha pesantemente subito l’emergenza è stato quello dell’informazione che si è trovata improvvisamente a dover fronteggiare una domanda eccezionale con le contemporanee difficoltà produttive legate alle limitazioni alla mobilità e al distanziamento sociale.

Ma non solo; tutta l’editoria ha subito e sta subendo gli effetti della pandemia, in termini di ricadute produttive, modificate abitudini di consumo mediatico, linguaggio.

L’innovazione digitale ha rappresentato fin da subito una risposta per un’area che in gran parte produce beni non materiali e quindi ben gestibili in modalità telematiche. Il processo di digitalizzazione era del resto già avviato e il Covid-19 ha rappresentato uno stimolo a velocizzare percorsi già in atto. Ma proprio per questo, ha rappresentato un rapidissimo cambio di passo a cui non tutti sono stati in grado di adeguarsi.

Esistono poi ambiti della comunicazione e dei media che non possono fare a meno dell’aspetto fisico e che pertanto sono stati costretti allo stop. È il caso degli eventi, in tutte le sue declinazioni. Anche qui, l’alternativa digitale è stata subito percorsa, ma non è riuscita a impedire una crisi di introiti che ancora oggi è difficilmente stimabile. Secondo recenti dati Siae, la spesa totale del pubblico per gli spettacoli fra gennaio e giugno 2020 ha subito un calo del 67% rispetto all’anno precedente. Il settore dei concerti è quello che ha subito la maggior contrazione, con un calo di circa l’86%. Il cinema è riuscito a contenere le perdite al -56%, mentre il teatro si attesta al -61% circa di spesa del pubblico. Lo sport ha subito un calo del 76%. Dati che si commentano da soli.

Per riaccendere i motori dei media c’è bisogno di energia, idee e creatività. Sicuramente gran parte delle soluzioni digitali introdotte in questi mesi rappresenta un patrimonio da non disperdere, per una maggior flessibilità e qualità della vita anche in futuro.

Non è facile trovare la ricetta per risanare tutto il settore dei media contemporaneamente. Ma è possibile pensare ad azioni mirate su specifiche aree, che possano fare da volano per una crescita sinergica. Per semplicità, abbiamo quindi suddiviso il mondo di riferimento in tre macroaree, e per ciascuna sono state immaginate alcune operazioni virtuose, che sintetizzeremo al termine di questo articolo.

Il mondo dell’informazione necessita di estrema tempestività e continua presenza, soluzioni produttive leggere e flessibili. Al contempo, combatte le fake news, la contrazione del ciclo di vita delle notizie, la diffusione di ospiti ed esperti non verificati. Sullo sfondo, il tema linguaggio da tenere nella duplice esigenza di rispettare le vittime e infondere positività.

Le aziende che comunicano (il mercato pubblicitario) stanno registrando un fortissimo rallentamento dei consumi, a cui reagiscono con contrazioni degli investimenti pur nella consapevolezza dell’esigenza di comunicare. La creatività cerca di coinvolgere il pubblico con linguaggi nuovi, ma nel rischio di appiattimento a un mood diffuso; le pianificazioni media abbandonano sempre più il fisico e si spostano ancora di più sui media digitali, ma senza trovare nuovi standard e modalità realmente efficaci di engagement.

La produzione di contenuti rincorre – talvolta con successo, in altri casi con fatica – le nuove abitudini di consumo mediatico, cercando di interpretare i nuovi bisogni di visione/ascolto/lettura. Grande attenzione al linguaggio.

È su queste tre macro aree (informazione, pubblicità, contenuti) che si svolgerà il webinar con l’ad Marco Ghigliani e gli altri ospiti del panel moderato da Roberto Sergio (direttore Radio Rai): Alessandro Picardi (Executive Vice President Tim), Federico Fabretti (Partner Studio Coming & Partners), Claudia Ferrazzi (presidente di ViaArte e Cda Biennale di Venezia), Leorizio D’Aversa (Senior Partner, McKinsey & Company).

Al centro del dibattito, le azioni correttive che sono state immaginate dal Tavolo sui media di Task Force Italia, coordinato da Roberto Sergio, che qui riassumiamo per punti.

1. Redazione della “Carta del giornalismo sostenibile”.
2. Istituzione di un premio periodico per la correttezza dell’informazione dedicato alle testate giornalistiche online.
3. Sostegno alla creatività pubblicitaria attraverso facilitazioni per l’acquisto di servizi professionali.
4. Creazione di un club “Investitori per la ripartenza dell’Italia”.
5. Sensibilizzazione verso gli editori di contenuti per la creazione di format di valorizzazione delle best practice.
6. Supporto per programmi dedicati all’infanzia.
7. Sostegno a contenuti innovativi via web.

Azioni circoscritte e mirate che, se attuate sinergicamente, potranno rappresentare quello stimolo alla ripresa che oggi appare quanto mai necessario e vitale per il nostro Paese.

Qui tutti i dettagli dell’evento.

Il sistema dei media, acceleratore della ripresa economica e produttiva

Di Roberto Sergio

Tutta l’editoria ha subito e sta subendo gli effetti della pandemia, in termini di ricadute produttive, modificate abitudini di consumo mediatico, linguaggio. L’innovazione digitale ha rappresentato fin da subito una risposta concreta. Roberto Sergio, direttore Radio Rai, anticipa a Formiche.net le sfide per l’informazione, la pubblicità e i contenuti che saranno al centro del web talk con l’ad di La7 Marco Ghigliani, organizzato da Task Force Italia, guidata da Valerio De Luca

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