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“Tempo di riconnettersi”. L’Ue dice addio all’era Trump come si dice addio all’ultima scena di un’opera teatrale: calando il sipario. Ma la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen non si fa illusioni sulla “nuova stagione” dei rapporti transatlantici che si apre con l’elezione alla presidenza americana di Joe Biden. Il terreno sarà irto di spine, dalla politica estera alla Difesa passando per il braccio di ferro digitale. “È l’Europa che deve prendere l’iniziativa”.

VERSO IL VACCINO

Lo fa con un documento stilato dalla Commissione Ue che traccia un’agenda condivisa, o almeno che si spera tale. In cima campeggia la battaglia contro il Covid-19. Il piano è ambizioso: assicurare “il finanziamento per lo sviluppo e l’equa distribuzione di vaccini, test e altre cure – a partire dalle iniziative Act-A e Covax”. L’ultimo programma ha come obiettivo l’ottenimento di “due miliardi di dosi (di vaccino, ndr) disponibili dalla fine del prossimo anno”. La partecipazione americana invierebbe “un forte messaggio”.

Poi la stesura di “un piano pandemico per la preparazione e la risposta” alle prossime ondate, la riforma dell’Oms, l’adesione alla Trade and Health initiative del Wto per facilitare il commercio dei “beni medicali essenziali”.

TORNA L’AMBIENTE

Dopo quattro anni di presidenza Trump, rinasce come un’araba fenice la tematica ambientale. Il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità sono “le sfide che definiscono il nostro tempo”. Di qui il lancio di una “alleanza transatlantica per il green tech” e l’impegno, da sottoscrivere al summit Onu del 2021, la Cop26 a Glasgow, a raggiungere l’obiettivo zero emissioni “entro il 2050”. Si riparte dagli accordi di Parigi (Cop21) affossati da Trump che Biden ha promesso di resuscitare.

NON SOLO 5G: IL FRONTE HI-TECH

Quindi il fronte tecnologico, il più scivoloso. Tre le priorità. Allentare la morsa dei dazi commerciali. Condividere standard e pratiche regolatorie, tramite l’istituzione di un “Consiglio per il commercio e la tecnologia Ue-Usa”. Mettere nero su bianco un approccio transatlantico condiviso per la sicurezza delle infrastrutture critiche, “a partire dalle discussioni sul 5G” per arrivare a siglare “un accordo sull’Intelligenza artificiale”.

Quanto al 5G, l’invito sotteso al documento è quello di abbandonare il forcing dell’amministrazione Trump, che ha chiesto ai Paesi alleati in Ue di mettere al bando le aziende cinesi sospette di spionaggio aderendo al programma “Clean networks”.

L’ALLEANZA DIGITALE FRA DEMOCRAZIE

L’idea è piuttosto quella di tagliare il nastro a un’alleanza transatlantica sulle tecnologie critiche. “Uno spazio tecnologico transatlantico dovrebbe formare lo scheletro di una più ampia coalizione di democrazie con una comune visione sulla governance tech e un impegno condiviso per difenderla”. Insomma, il dibattito su un “Piano Marshall digitale” che si fa spazio fra diversi think tank di Washington DC, a partire dall’Atlantic Council, trova eco anche dall’altra parte dell’Oceano.

Di più: l’Ue guarda già alla cooperazione sul 6G. Ma, specifica il documento, “dovrebbe essere parte di una più ampia collaborazione sulla sicurezza della catena di fornitura digitale fatta attraverso un’analisi del rischio oggettiva”.

CINA, RUSSIA, IRAN E LIBIA

Infine la politica estera. Qui prevale una sostanziale vaghezza. Non si fanno nomi, solo accenni di una strategia condivisa che abbia come obiettivo “il rafforzamento della democrazia, la difesa del diritto internazionale, il supporto dello sviluppo sostenibile e la promozione dei diritti umani nel mondo”. Ecco allora annunciata dal tandem von der Leyen-Borrell l’entusiastica partecipazione al “Summit per la democrazia proposto dal presidente-eletto Biden”. Ma anche il lancio di un “Dialogo sulla Sicurezza e la Difesa Ue-Usa”.

La Cina, mettono in chiaro da Bruxelles, “è un partner negoziale per la cooperazione, un competitor economico, e un rivale sistemico”. Ue e Usa concordano “sulla sfida strategica presentata dalla crescente assertività internazionale della Cina” ma “non sempre sul metodo migliore per affrontarla”. Per questo l’Ue proseguirà nella tessitura del “Dialogo Ue-Usa sulla Cina” lanciato quest’anno dal segretario di Stato americano uscente Mike Pompeo.

Quanto alla Russia, l’Ue chiama l’alleato americano a “proteggere l’integrità territoriale e la sicurezza energetica dei nostri Partner ad Est” e definisce l’Ucraina “un partner prioritario”, chiedendo altresì sostegno in Bielorussia per una “transizione democratica pacifica”. Il riferimento all’energia sembra richiamare, fra gli altri dossier, quello del gasdotto russo North Stream 2 in Germania, un nodo fra Berlino e Washington DC difficile da sciogliere nel breve periodo.

Pieno, incondizionato sostegno al ritorno dell’accordo sul nucleare iraniano siglato nel 2015, il Jcpoa, e naufragato dopo l’abbandono di Trump, è “una colonna dell’architettura di non proliferazione globale e dobbiamo lavorare insieme per ampliarne i risultati”.

Tre sole righe sono dedicate alla crisi in Libia. “L’Ue è impegnata ad aumentare i suoi sforzi per supportare una soluzione a guida libica, con il supporto di una forte leadership dell’Onu”. Agli Stati Uniti è chiesta “maggiore cooperazione fra Ue e Stati Uniti per promuovere stabilità e sviluppo nella regione del Sahel”.

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