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Una nave-traghetto costruita dal Cantiere Navale Visentini di Porto Viro (Rovigo) nel 1992 è diventata una nave da guerra dei Pasdaran iraniani? 

A chiederlo al presidente del Consiglio, al ministro degli Esteri e a quello delle Infrastrutture è Antonio Zennaro, deputato del Misto e membro del Copasir, che ha deposito oggi un’interrogazione a risposta scritta per sapere se “il governo è in grado di confermare che questa nave di fabbricazione italiana effettivamente sia entrata a far parte della Marina militare iraniana”. Inoltre, l’onorevole chiede al governo “di verificare eventualmente se ci siano state operazione di triangolazione commerciale volte ad eseguire attività di elusione delle sanzioni internazionali che vietano questo tipo di compravendite classificate come dual-use”.

Nei giorni scorsi, come riportato anche da Sputnik, il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche (i Pasdaran) ha svelato un’enorme nave multifunzionale da 150 metri di lunghezza e 4.000 tonnellate in grado di effettuare operazioni di navigazione oceanica. Battezzata Shahid Roudaki, in onore del comandante della Marina dell’Irgc Abdollah Rudaki, si dice che la nuova nave da guerra sia in grado di trasportare elicotteri, droni, imbarcazioni missilistiche ad attacco rapido e una gamma di sistemi missilistici antiaerei, scrive l’edizione italiana del sito di informazione russa. Lo stesso sito sottolinea che un video promozionale diffuso dai media iraniani mostra la nave da guerra che trasporta una varietà di attrezzature, tra cui un sistema missilistico Khordad come quello che ha abbattuto un drone stealth statunitense da 200 milioni di dollari sullo Stretto di Hormuz a metà del 2019.

Le dimensioni coincidono e le testimonianze degli esperti (come quella di Jeremy Binnie del sito specializzato Janes) alimentano i sospetti che la Shahid Roudaki sia l’ex cargo Altinia (noto anche come Galaxy F), che sarebbe stata rivenduta lo scorso anno alla Giovanni Visentini Transporti Fluviomarittimi per due milioni di dollari.

Com’è arrivata, dopo aver cambiato bandiera (da quella italiana a quella iraniana passando da quella delle Comore e di Panama), fino al porto iraniano di Bandar Abbas? E ancora: chi ha convertito il cargo in nave da guerra prima della presentazione in pompa magna da parte del regime di Teheran? Interrogativi che richiedono risposte e che riaccendono i riflettori sui traffici illegali che passano dall’Italia all’Iran e viceversa.

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