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Senza il supporto delle istituzioni il settore dell’aerospazio e difesa non riuscirebbe a competere sui mercati internazionali, che nel caso italiano costituiscono il principale sbocco per l’industria nazionale. È per questo che serve una rapida attuazione del meccanismo G2G, gli accordi governo-governo a supporto dell’export. Parola di Pasquale Di Bartolomeo, che dallo scorso settembre ha assunto il ruolo di chief commercial officer di Leonardo, il campione italiano del comparto.

LA STRATEGIA

Il manager è stato sentito mercoledì dalla Commissione Difesa della Camera dei deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla pianificazione dei sistemi di difesa e sulle prospettive della ricerca tecnologica, della produzione e degli investimenti funzionali alle esigenze del comparto difesa. A definire le ambizioni di Leonardo nel mondo del Covid-19 c’è il piano strategico Be Tomorrow 2030, lanciato già prima della pandemia. “Il nostro settore presenta cicli molto lunghi – ha detto Di Bartolomeo – e anche per questo ci siamo dati una pianificazione a dieci anni per le sfide future: il nostro dovere è lavorare in maniera solida, sostenibile e competitiva”.

IL PIANO BE TOMORROW 2030

Tale strategia si muove su tre livelli. Primo “rafforzare il patrimonio delle nostre attività core, investendo su un portafoglio sempre focalizzato e sicuramente omogeneo”. Secondo, “lavorare per la trasformazione e per la crescita, promuovendo un’organizzazione flessibile che adotti modelli innovativi, e che a loro volta ci permettano di espandere il business e rispondere alle esigenze dei clienti”. Terzo, “sarà importante gestire al meglio le nuove tecnologie, per affrontare i mercati ad elevata componente tecnologica”.

LA SPINTA ALL’INNOVAZIONE

È proprio nel terzo punto (il cosiddetto Master the new) che si inseriscono i Leonardo Labs, laboratori impegnati su tecnologie disruptive (come il super computer di Genova) trasversali alle divisioni. “Stanno attirando giovani risorse che daranno enfasi e stimolo per sviluppare una crescita di prodotti, competenze e tecnologie che sia sostenibile negli anni; saranno vera e propria linfa per l’innovazione”, ha notato alla Camera Di Bartolomeo. “Al giorno d’oggi per essere competitivi bisogna affrontare temi ormai come la digitalizzazione, che riguarda non solo la tecnologia, ma anche i processi produttivi e l’impostazione dell’offerta”. Significa “lavorare come il motore di un ecosistema innovativo su filoni trasversali”, tra cui “l’elemento green, parte integrante della nostra attività di sviluppo e trasformazione”.

IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI

“Tuttavia – ha aggiunto – non è una cosa che possiamo fare da soli: per far sì che innovazione e tecnologie siano competitive bisogna creare competenze e prodotti su cui applicarle”. È qui che entra in gioco il “binomio” tra industria e istituzioni. “Ricerchiamo sempre soluzioni innovative nel mondo della difesa, in modo da reindirizzare gli investimenti in maniera ottimale: ciò porta le Forze armate, le istituzioni e Leonardo a confrontarsi costantemente per creare qualcosa che consenta all’economia e all’occupazione di svilupparsi”, ha spiegato il manager.

PIANIFICARE

Parola d’ordine dunque “pianificazione”, per una visione che non può non essere di lungo periodo. Il riferimento è anche all’attuazione di quanto previsto nel Documento programmatico pluriennale della Difesa (Dpp 2020-2022) presentato alla Commissioni parlamentari mercoledì dal ministro Lorenzo Guerini. “La tempistica per noi è importante quanto avere i fondi – ha notato Di Bartolomeo – il settore sta lentamente ricominciando a prendere nuovi investimenti e a registrare aumenti di volumi; una tempistica di 12-14 mesi impatterebbe sulla competitività, sullo sviluppo e sul time to market del prodotto finale sui mercati internazionali”.

L’ATTESA PER IL G2G

Il tema si lega dunque all’export, per cui il comparto della Difesa ancora attende piena attuazione della riforma G2G introdotta alla fine dello scorso anno, la quale darebbe importante sostengo alle vendite all’estero tramite gli accordi governo-governo. “Il G2G è una leva fondamentale per la competitività internazionale, che va concretizzato e portato avanti”, ha detto Di Bartolomeo. “Bisogna definirne quanto prima la disciplina operativa: strumenti come questo sono funzionali all’export, e contribuiscono a garantire una crescita sostenibile per Leonardo e per il sistema-Paese”, ha spiegato.

IL TRINOMIO PER L’EXPORT

Il campione italiano conserva difatti una forte propensione all’internazionalizzazione. “Considerato che l’84% dei nostri volumi arriva da clienti esteri, è fondamentale che la restante parte si costruisca attraverso un lavoro sinergico che coinvolga anche la componente governativa e parlamentare e le Forze armate stesse”. È così, ha concluso Di Bartolomeo, che si “si possono definire obiettivi operativi sfidanti e sviluppare tecnologie e competenze che ci consentono di essere rispondenti e competitivi sul piano internazionale: se questo trinomio viene meno non riusciremmo ad avere una visione strategica e a garantire la sostenibilità di lungo periodo dell’azienda”.

Cosa serve all'export della Difesa. Il punto di Di Bartolomeo (Leonardo)

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