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L’Airshow di Zuhai rappresenta un’occasione preziosa per mettere in mostra (così come per osservare) alcuni dei prodotti più avanzati dell’industria aerospaziale globale. L’edizione di quest’anno ha ospitato, tra le altre cose, anche il primo debutto pubblico del caccia di quinta generazione russo Sukhoi Su-57 (nome in codice Nato: Felon). Almeno apparentemente punta all’occhiello della Vks (nome delle forze aerospaziali russe), il Su-57 potrebbe in realtà risultare molto meno efficace nelle operazioni di combattimento aereo moderno di quanto si possa (o si voglia) pensare.

Questa è la tesi dell’esperto di affari militari Doug Livermore, il quale ha scritto una riflessione al riguardo pubblicata dal Center for European Policy Analysis. Partendo dal fatto che l’ultimo prodotto della storica azienda russa sia in qualche modo “legato al passato”: le sue caratteristiche specifiche lo rendono infatti molto più adatto al combattimento ravvicinato secondo la novecentesca logica del duello aereo, anziché alle moderne dinamiche di ingaggio al di fuori della portata visiva (Beyond Visual Range, spesso semplicemente Bvr). Esemplare in questo senso è il focus sulla manovrabilità del veicolo, che per quanto tutt’ora utile è decisamente meno rilevante rispetto ad altri fattori, come la capacità stealth, i sensori di rilevamento e i sistemi missilistici.

Tutte aree dove il Sukhoi sembra essere piuttosto carente. La sagoma del Felon è molto più vicina a quella di un caccia di quarta generazione (totalmente privi di capacità stealth) piuttosto che a uno di quinta. A scapito della sua capacità di non essere individuato nello spazio aereo conteso, un requisito fondamentale per il moderno dominio aereo.

Anche le capacità radar risultano piuttosto carenti nel velivolo della Sukhoi. La superiorità aerea nei conflitti moderni dipende in larga misura dalla capacità di individuare, seguire e ingaggiare gli avversari a lunga distanza, e i sistemi radar montati sul Felon, pur essendo piuttosto avanzati per gli standard russi, sono considerati inferiori agli equivalenti occidentali sia per la portata che per la risoluzione; inoltre, i velivoli occidentali di quinta generazione sono integrati all’interno di un più ampio complesso di apparecchiature (non a caso, vengono definiti “System of systems”), cosa che non sembra si possa dire per il Su-57.

Limiti significativi sono riscontrabili anche per l’equipaggiamento missilistico del Sukhoi. Al momento infatti sembra che l’unico sistema missilistico avanzato impiegabile dal velivolo sia il R37M “Axehead”, progettato per colpire bombardieri e missili da crociera meno manovrabili; molti dei sistemi “avanzati” che il Felon dovrebbe impiegare contro altri bersagli, inclusi i caccia avversari, sono ancora in fase di sviluppo.

Livermore individua le cause del gap tecnologico tra il Su-57 e le controparti occidentali in problemi sistemici del settore della difesa russo, dove l ‘innovazione è spesso ostacolata da infrastrutture obsolete e da un accesso limitato a ricerca e sviluppo all’avanguardia (oltre che dalla corruzione, che nonostante i tentativi di eradicazione promossi nel corso degli anni rimane ancora ben presente nel sistema militare russo). La guerra in corso in Ucraina ha ulteriormente esacerbato questi problemi, distogliendo risorse da progetti critici come quello del Felon.

Ma l’aspetto tecnologico non è l’unico in cui il Su-57 risulta in svantaggio. Nonostante sia in fase di sviluppo da oltre un decennio, la Russia è riuscita fino ad ora a produrre solo un numero limitato di questi velivoli, con meno di venti esemplari completati secondo le stime, mentre il solo progetto F-35 ha recentemente visto il millesimo apparecchio uscire dalla catena di montaggio.

“La produzione limitata e le prestazioni insufficienti”, scrive Livermore, “hanno portato molti esperti a considerare il Felon più uno strumento di propaganda che un vero passo avanti nelle capacità di combattimento aereo. Il velivolo serve come vetrina per le aspirazioni tecnologiche della Russia e come mezzo per promuovere le vendite all’estero, piuttosto che come un’aggiunta affidabile alla sua forza aerea […] L’attenzione a progetti appariscenti e iper-manovrabili, senza affrontare adeguatamente lo stealth, l’integrazione dei sensori e la tecnologia missilistica, suggerisce che il complesso militare-industriale russo rimane ancorato a priorità obsolete”. Pur rappresentando al momento la punta di diamante dell’aviazione russa, il Felon sembra dunque essere già obsoleto rispetto agli standard. Un fenomeno simbolico della forte difficoltà di innovazione esistente all’interno della struttura militare di Mosca.

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