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Al termine della settimana che ha visto comparire in videoconferenza gli amministratori delegati delle Big Four davanti al Congresso, il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato, parlando sull’Air Force One, che sta per varare un decreto per vietare TikTok, la popolare app di video brevi (che conta 800 milioni di utenti attivi, di cui 50 milioni soltanto negli Stati Uniti) con sede negli Stati Uniti ma di proprietà cinese. Proprio alla luce di questo elemento, “TikTok è fonte di preoccupazione per la sicurezza nazionale, li metteremo al bando negli Stati Uniti”, ha spiegato il capo della Casa Bianca dopo che le agenzie di intelligence statunitense hanno a più riprese avvertito dei rischi legati alla gestione dei dati da parte della società ByteDance (che continua a negare le accuse di condivisione di informazioni con il governo cinese).

Tuttavia, non è chiaro come il presidente voglia vietare l’app. Le strade sembrano essere due: il divieto o l’obbligo a vendere. Il ricorso a quest’ultimo, spiega il Washington Post, “è piuttosto raro ma è stato usato da Trump marzo, quando il presidente ha ordinato a una società cinese di vendere la sua partecipazione in una società americana di software alberghiero”, nota il quotidiano. “L’anno scorso, l’amministrazione Trump l’ha utilizzato per chiedere ai proprietari cinesi dell’app di incontri gay Grindr di rinunciare al controllo dell’azienda”. Sarebbe la settima volta che viene approvato un “ordine di cessione” da quando il Congresso ha autorizzato questo particolare potere d’intervento sulle società private a capitale straniero nel 1988. Trump ha usato questa autorità già tre volte.

Tuttavia Trump ha fatto capire che la decisione non è ancora definitiva. “Potremmo vietare TikTok”, ha detto ai giornalisti. “Potremmo fare altre cose, ci sono un paio di opzioni. Ma stanno succedendo un sacco di cose. Quindi vedremo cosa succederà. Stiamo esaminando molte alternative rispetto a TikTok”, ha aggiunto.

Nelle ultime ore è spuntata una pretendente a TikTok: Microsoft. Ma il presidente ha già detto di essere contrario. Secondo il New York Times, Microsoft sarebbe infatti in pole position per l’acquisizione della piattaforma (valutata 100 miliardi di dollari) nel caso in cui questa dovesse essere resa illegale negli Stati Uniti o la sua proprietà obbligata a venderla per ordine della Casa Bianca.

Secondo il Washington Post, “se Microsoft acquisisse TikTok, la renderebbe un grande rivale di Facebook, YouTube di Google e altri giganti della tecnologia, rimodellando notevolmente il panorama dei social media statunitensi”. O, per dirla con Alessandro Aresu, direttore scientifico della Scuola di Politiche e autore di Le potenze del capitalismo politico (La nave di Teseo, 2020), questa potrebbe essere la settimana della svolta per Microsoft e il suo amministratore delegato Satya Nadella.

Trump valuta la stretta su TikTok. E spunta Microsoft...

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