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Politico Brussels Playbook è probabilmente la newsletter più letta da politici, giornalisti, funzionari, diplomatici e lobbisti che lavorano nelle stanze dell’Unione europea. Ogni sette giorni cambia lo sponsor: due settimane fa era il Martens Centre, think tank del Partito popolare europeo; la scorsa era la multinazionale Aon. Da oggi Politico Brussels Playbook è “presented by” Huawei.

Il colosso delle telecomunicazioni di Shenzhen al centro della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina giunta fino al Vecchio continente ha colto l’occasione per lanciare un messaggio: “I governi possono andare e venire. Ma Huawei è qui per restare. Siamo impegnati per connettere l’Europa in tempi buoni e in quelli cattivi, oggi e nel futuro”.

Il tempismo non è sospetto, è palese: Huawei ha scelto di sponsorizzare una delle letture più frequenti e importanti nelle stanze dell’Unione europea due giorni dopo la vittoria di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti d’America. Quello del 5G è, infatti, uno dei lasciti più scottanti e urgenti dell’amministrazione di Donald Trump, impegnata — in particolare il dipartimento di Stato di concerto con gli apparati — in uno scontro con i fornitori cinesi, definiti “ad alto rischio” per la sicurezza nazionale e della Nato.

Pechino aspetta il nuovo presidente statunitense ma non si illude di particolari sconti rispetto alla precedente amministrazione: la sfida cinese è a Washington ormai un tema di preoccupazione bipartisan (oltre che degli apparati). Ma spera che qualche spiraglio possa aprirsi nell’Unione europea.

Tuttavia, non soltanto alcuni Paesi hanno aderito all’iniziativa trumpiano Clean Network. Altri stanno mettendo a punto una serie di restrizioni che potrebbero di fatto escludere Huawei (ma anche Zte) dalle loro reti 5G. Tra questi c’è la Germania, che ha scommesso su Biden in tempi non sospetti. Oggi, intervistato dalla Stampa, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha definito Biden un leader “favorevole a un’Europa partner forte e credibile dagli Stati Uniti”. E se fosse proprio il 5G il primo banco di prova per la rinnovata alleanza transatlantica?

Huawei, la lobby continua! Cina in pressing sull'Ue ma Biden...

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Ricordando che la libertà civile non è assenza di regole, riteniamo urgente in Italia un riordino legislativo del settore, che rimuova la logica del sondaggio. Invece di provvidenze clientelari, dovranno esserci nuove norme  specifiche.  Il commento di Paganini e Morelli

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Dopo il licenziamento di Cotticelli, possibile che nessuno si sia preoccupato di fare una rapida ricerca in Google, per poter stabilire se il nuovo profilo, quello di Giuseppe Zuccatelli, fosse il più adatto, in un passaggio così delicato e controverso? Il commento di Fulvio Giuliani

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