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“È finito il tempo in cui la Germania può fare affari senza preoccuparsi della politica”, scrive su Twitter Ulrich Speck, senior visiting fellow del German Marshall Fund di Berlino. “Berlino non può dare per sconto un ordine internazionale generoso (garantito dagli Stati Uniti); deve agire per rafforzare l’ordine liberale, non per indebolirlo ignorando l’impatto geopolitica del suo comportamento”.

È durissimo il commento di Speck sull’articolo — anzi, la storia — che sta facendo discutere la politica tedesca in queste ore. Il titolo è “Huawei-connection”. Il quotidiano Handelsblatt ha rivelato come l’azienda leader nel campo delle telecomunicazioni tedesche, Deutsche Telekom (partecipato dallo Stato), ha rafforzato la propria cooperazione con la concorrente cinese Huawei, sino a divenire “sempre più dipendente” dalla Cina.

LE PREOCCUPAZIONI STATI UNITI

Il giornale cita documenti interni al colosso tedesco, scrivendo che la collaborazione tra il gruppo e Huawei è fonte di preoccupazione. Le agenzie di intelligence di diversi Paesi, tra cui Stati Uniti e Germania, hanno infatti ripetutamente avvertito del controllo che il governo cinese eserciterebbe su Huawei, con l’azienda che svolgerebbe attività di spionaggio per conto delle autorità di Pechino. A ogni modo, l’amministratore delegato di Deutsche Telekom, Timotheus Hoettges, ha portato avanti la collaborazione con l’azienda cinese nel servizio Open Telekom Cloud, nello sviluppo della rete 5G in Germania, nell’espansione della banda larga nel paese e nelle offerte televisive. Si tratta di una cooperazione che va “molto oltre” la misura che l’apparato di sicurezza della Germania potrebbe “apprezzare”. Deutsche Telekom ha confermato di collaborare con Huawei in diversi settori, ma ha negato che si tratti di una “notevole dipendenza”. A tal riguardo, dall’azienda fanno sapere che “il fatturato con Huawei è diminuito negli ultimi anni”. Inoltre, la quota del gruppo cinese in Deutsche Telekom in Europa è “soltanto del 25 per cento”.

Tuttavia, come ricostruisce l’Agenzia Nova, i documenti visionati dal quotidiano tedesco Handelsblatt dipingono un’immagine diversa. Per esempio, nel 2020, il 65 per cento di tutti i componenti installati da Deutsche Telekom in Germania saranno forniti da Huawei. Un portavoce del gruppo cinese ha dichiarato che l’azienda “non ha mai nascosto la sua stretta collaborazione con Deutsche Telekom”. Per il 5G, dai documenti visionati da Handeslblatt risulta che Hoettges avrebbe dichiarato: “Continueremo a lavorare insieme e Huawei è la chiave per i nostri piani”. L’amministratore delegato di Deutsche Telekom ha, inoltre, affermato che avrebbe condiviso “il piano generale 5G per i prossimi 12-24 mesi” con Huawei.

IL RUOLO DELLA GERMANIA

Lo scoop di Handelsblatt arriva alla fine della prima settimana di presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione europea, un semestre che, almeno nei progetti della cancelleria Angela Merkel, dovrebbe servire a Berlino per rafforzare i propri legami con Pechino e riaffermare la propria posizione di leadership tra i 27 Stati membri nelle questioni di politica estera e commerciale.

Ma non solo: Handelsblatt pubblica la notizia proprio dopo le notizie sulle prossime decisioni di Regno Unito e Francia sul 5G e il ruolo di Huawei. Come raccontato da Formiche.net, l’esecutivo londinese è, infatti, prossimo a un clamoroso dietrofront rispetto alle precedenti aperture fatte a Huawei: dopo gli avvertimenti degli Stati Uniti, il Regno Unito è pronto a bandire il colosso di Shenzhen dalla sua rete 5G per motivi di sicurezza. E anche Parigi si sta muovendo. Guillaume Poupard, capo dell’agenzia di sicurezza informatica francese Anssi, ha annunciato una stretta su Huawei: “Ciò che posso dire è che non ci sarà un bando totale”, ha spiegato a Les Echos. Ma “per quanto riguarda gli operatori che non utilizzano ancora Huawei, li stiamo invitando a non sceglierla”

LA POSIZIONE DELLA MERKEL

Come sottolinea Politico Europe, “le accuse secondo cui Huawei rappresenterebbe un rischio per la sicurezza sono cadute nel vuoto nella cancelleria tedesca di Berlino”. La cancelliera Angela Merkel “ha messo tutto il suo peso politico per mantenere Huawei, almeno per in parte, in Germania”, ha detto al giornale online Thorsten Benner, direttore del Global Public Policy Institute: ha respinto le pressioni dell’Spd, partito con cui è al governo, di parte della sua Cdu e persino di ministri del suo esecutivo come il titolare degli Esteri, Heiko Maas, che chiedevano restrizioni sui fornitori cinesi in vista del lancio del 5G in Germania.

La posizione della cancelliera Merkel, evidenzia Politico Europe, “rispecchiava gli avvertimenti di Deutsche Telekom — di cui lo Stato tedesco detiene una quota del 14,5% — che un divieto delle forniture Huawei avrebbe messo a rischio il lancio del 5G e enormi costi extra. Anche altre aziende tedesche, incluso il potente settore automobilistico, temono che bandire Huawei potrebbe portare a ritorsioni della Cina”.

Come Speck, anche Benner è lapidario: “La principale preoccupazione della Merkel riguarda le ritorsioni sulle società tedesche in Cina. Non è la pressione di Deutsche Telekom a guidarla in questo, quanto piuttosto i timori per le imprese tedesche e le grandi aziende tedesche che dipendono dal mercato cinese”.

Così Merkel si lega a Huawei (tramite Deutsche Telekom)

“È finito il tempo in cui la Germania può fare affari senza preoccuparsi della politica”, scrive su Twitter Ulrich Speck, senior visiting fellow del German Marshall Fund di Berlino. “Berlino non può dare per sconto un ordine internazionale generoso (garantito dagli Stati Uniti); deve agire per rafforzare l’ordine liberale, non per indebolirlo ignorando l’impatto geopolitica del suo comportamento”. The times…

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