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“Molta meno folla a Washington di quanto previsto”: così Donald Trump, su Twitter, ha chiosato un sabato in cui una folla di centinaia di migliaia di persone ha pacificamente marciato e manifestato per le vie della capitale degli Stati Uniti e davanti alla Casa Bianca. Protestavano per l’uccisione, per mano della polizia, di un nero a Minneapolis il 25 maggio, George Floyd.

Contemporaneamente, manifestazioni si sono svolte in molte città, fra cui New York e Los Angeles, nonostante viga ancora il coprifuoco. Ovunque, grande folla e clima pacifico. Ovunque, s’è ripetuto il rito d’inginocchiarsi per 8 minuti e 46 secondi, l’interminabile tempo per cui Derek Chauvin, poliziotto di Minneapolis, ha tenuto il ginocchio premuto sul collo di Floyd, uccidendolo.

La protesta è stata rinvigorita dalla diffusione d’un ennesimo video shock: l’arresto letale d’un nero, stavolta a Tacoma, nello Stato di Washington – anche Manuel Ellis muore riverso sul selciato dov’era stato immobilizzato, dopo essere stato ripetutamente colpito, invocando “I can’t breathe”, non respiro -.

A Washington, la sindaca democratica Muriel Bowser s’è unita alla folla, dopo avere fatto dipingere a caratteri gialli cubitali, lungo Pennsylvania Avenue, proprio davanti alla Casa Bianca, lo slogan del movimento, Black lives matter.

Donald Trump è rimasto a lungo in silenzio, poi ha twittato “Law and Order!”. Più tardi, ha scritto che c’era “meno folla del previsto” ed ha ringraziato Guardia nazionale, Secret Service e la polizia del District of Columbia per avere fatto un “fantastico lavoro”. Non una parola sulle motivazioni della protesta, contro il razzismo e le violenze della polizia.

Fronte epidemia di coronavirus, i dati della John Hopkins University indicano che ieri ci sono stati circa 700 morti: alla mezzanotte sulla East Coast, i decessi in totale erano 109.802 e i contagi oltre 1.920.000.

A Washington, più cortei formatisi in vari punti della città sono confluiti verso la Casa Bianca, dove il muro fatto alzare da Trump a protezione della residenza presidenziale è stato tappezzato di poster, bandiere, disegni e cartelli con gli slogan della protesta: barriere di cemento e recinzioni metalliche sono state decorate con fiori, fiocchi, origami, palloncini, un’esposizione spontanea e improvvisata dei simboli della richiesta di cambiamento. C’era un grande cartone con nomi e foto delle vittime della polizia violenta, quasi tutti afro-americani: Trayvon Martin, Michael Brown, Eric Garner, Breonna Taylor, George Floyd, molti altri.

Citando fonti del Pentagono, i media Usa scrivono che Trump voleva il dispiegamento di 10mila soldati a Washington e altrove per spegnere le proteste. Il presidente avrebbe avanzato la richiesta in un meeting alla Casa Bianca lunedì, ma l’idea sarebbe stata respinta dal segretario alla Difesa, Mark Esper, e dal capo di Stato Maggiore delle Forze armate, Mark Milley. Esper accettò di mettere a disposizione circa 1.600 militari nell’area di Washington, pronti a sostenere, in caso di necessità, gli uomini della Guarda Nazionale già mobilitati, circa 5000. Ma giovedì sera i 1.600 soldati sono stati richiamati.

Il generale Milley avrebbe contestato la legalità d’un decreto del presidente per mobilitare le truppe e avrebbe fatto una serie di telefonate al Congresso per avvertire delle richieste di Trump, chiamando fra l’altro la speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader dei senatori democratici Chuck Schumer.

Atteggiamenti e decisioni del presidente negli ultimi giorni gli stanno alienando il favore di parte dell’establishment del partito repubblicano, che si appresta a non votarlo nell’Election Day: secondo il New York Times, il magnate, come nel 2016, non avrà il voto dell’ex presidente George W. Bush e del senatore ed ex candidato alla presidenza nel 2012 Mitt Romney. Gli ex speaker della Camera John Boehner e Paul Ryan non hanno ancora deciso, mentre la vedova del senatore John McCain, Cindy, voterà Joe Biden. Anche un gruppo di figure di punta del partito è tentato dal votare Biden.

Il candidato democratico appare saldamente avanti nei sondaggi, con i numeri di Trump indeboliti dagli effetti della pandemia e delle proteste razziali in tutto il Paese. Il sito specializzato RealClearPolitics, che fa una media delle principali rilevazioni, dà l’ex vice di Barack Obama avanti di oltre sette punti sul presidente, con il 49,3% delle preferenze degli elettori. L’ultimo sondaggio è della Cnn: dà Biden al 51%, dieci punti in più di Trump. Ad aprile il divario era di soli cinque punti.

L’Università di Stato del Kansas a Wichita ha cancellato la presenza di Ivanka Trump alla cerimonia per i laureati del 2020. La figlia del presidente doveva tenere il discorso di commiato agli studenti, ma i responsabili dell’ateneo hanno fatto marcia indietro di fronte alla risposta data dal presidente alle proteste anti-razziste, giudicando l’invito “intempestivo” – Ivanka sarebbe stata un’ideatrice della contestatissima ‘passeggiata’ di lunedì scorso dalla Casa Bianca alla chiesa di St, John-.

La prima figlia ha reagito con un tweet stizzito, contestando la cancel culture, il boicottaggio d’una persona famosa per le sue opinioni: “I nostri campus – scrive Ivanka – dovrebbero essere bastioni della libertà di espressione, mentre la discriminazione e l’antitesi del loro insegnamento”.

GpnewsUsa2020

 

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