Skip to main content

Mentre nel Ppe cresce la fronda contraria alle politiche di Ankara (secondo il capogruppo Manfred Weber bisogna dire “alla Turchia ora che non ci sarà alcuna adesione all’Ue e che l’Europa non deve lasciarsi ricattare da Erdogan o Putin”) si coagula ulteriormente la diplomazia dell’East Mediterranean Gas Forum (Emgf) composto da Egitto, Cipro, Grecia, Israele, Italia, Giordania e Autorità nazionale palestinese. Hanno siglato una Carta per trasformare il forum in un’organizzazione internazionale regionale. Una sorta di “Opec del gas Mediterraneo”.

MED GAS

Uno strumento in grado di garantire stabilità e sicurezza all’intera macro regione. Ha definito così il Forum Tarek el Molla, ministro del Petrolio egiziano, che ha parlato di risvolto “storico”, grazie allo slogan “Energia per la pace e per lo sviluppo”. “È un giorno molto importante per la cooperazione e la prosperità”, ha detto invece il ministro greco dell’Energia, Kostis Hatzidakis. Di ombrello per la cooperazione regionale del gas ha parlato il ministro dell’Energia israeliano, Yuval Steinitz, mentre la controparte cipriota, Natasa Pilides, ha messo l’accento sulla capitalizzazione del gas naturale nel Mediterraneo orientale.

Che cosa è l’Emgf? Nato nel gennaio 2019, è una sorta di organizzazione internazionale regionale che assume tale peso specifico proprio in un momento caratterizzato dalle fortissime tensioni nel Mediterraneo orientale tra la Turchia e gli altri player regionali sia per le pretese di Ankara circa l’esplorazione del gas nell’area, sia per l’accordo di demarcazione marittima tra il presidetne turco Recep Tayyip Erdogan e il premier libico dimissionario Fayez Al Serraj, a cui Atene ha risposto con uno di parigrado siglato con Il Cairo.

TODDE

Presente per l’Italia la Sottosegretaria allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde, secondo cui il Forum è già realtà. “Si tratta di un importante quadro di dialogo energetico regionale, che crea una positiva interdipendenza a vantaggio della prosperità dei suoi Paesi fondatori e dell’intera regione. In una fase di difficoltà dell’economia globale – ha osservao – gli investimenti nel settore dell’energia possono oggi contribuire a sospingere la ripresa economica post Covid-19 e a raggiungere gli obiettivi sia del Piano Nazionale Clima ed Energia italiano, sia del Green Deal europeo. Questo Forum può perciò promuovere un modello sostenibile per lo sviluppo della regione Mediterranea”.

OBIETTIVI

Come si muove il Forum Emgf e con quali basi strategiche? In primo luogo si pone l’obiettivo di essere un’organizzazione internazionale che rispetti i diritti dei membri rispetto alle loro risorse naturali (gas naturale e petrolio) in conformità con i principi del diritto internazionale: così recita la dichiarazione di nascita. Nell’ultimo vertice prima dell’emergenza Covid la Francia aveva chiesto di aderirvi mentre gli Stati Uniti vorrebbero partecipare ai meeting in qualità di osservatore. Un passaggio significativo circa la portata, presente ma soprattutto futura, del Forum.

Ma la zona del Mediterraneo orientale resta zavorrata dalle decisioni turche di svolgere continue esercitazioni militari a sostegno delle navi Fath e Oruz Reis. La risposta di Israele, Grecia e Cipro si ritrova in una partnership coagulatasi attorno al gasdotto Eastmed e a comuni politiche di Difesa, tramite la collaborazione delle rispettive Marine militari.

TENSIONI

La prospettiva di una “Opec sul gas Mediterraneo” dunque potrebbe rappresentare anche una interessante prospettiva per affiancare la diplomazia nello spegnere le tensioni innescate da Ankara tanto nell’Egeo quanto a Cipro. Va ricordato che al centro della questione c’è non solo l’atavica questione di Cipro, invasa dai turchi sin dal 1974, (dove abbonda il gas) ma anche le isole greche interessate secondo i turchi dalla continuazione ideale della terraferma anatolica che genera la propria piattaforma continentale (quindi diritti sul gas). Francia, Israele ed Egitto sono schierati con Grecia e Cipro, mentre Germania e Stati Uniti provano a mediare. È di tutta evidenza come gli Stati Uniti non vorrebbero “lasciare” andare l’alleato del Bosforo, mossi dalla consapevolezza che un così grosso player regionale finirebbe per guardare (come già fa) ad altri quadranti (Iran, Russia, Qatar). Per questa ragione gli Stati Uniti potrebbero lavorare ad un compromesso con la Turchia che contempli l’acquisto degli S-400, gli accordi con Hamas e la possibile partecipazione a un’esercitazione con la Russia. Elementi su cui però si sta accendendo un grosso dibattito, tra Congresso, dipartimento di Stato e inner circle della Casa Bianca.

QUI UE

In tale contesto da Bruxelles si segnala la nuova presa di posizione di Manfred Weber, leader del Ppe al Parlamento europeo, secondo cui l’Europa deve essere unita contro il comportamento aggressivo della Turchia e del suo presidente: “L’Europa deve inviare un chiaro segnale a Erdogan che vogliamo avere una partnership, ma per favore interrompa il suo comportamento aggressivo”. Della questione si discuterà in un vertice il 24 e 25 settembre prossimi, in cui gli stati membri saranno chiamati a pronunciarsi sulla crisi fra Turchia, Grecia e Cipro. Secondo Weber la Turchia è un partner importante per l’Europa, ma le sue azioni, che includono trivellazioni illegali al largo di Cipro, la conversione della Basilica di Santa Sofia di Istanbul in una moschea e un intervento militare in Siria, non sono esempi di partnership costruttiva. “Ecco perché abbiamo bisogno di una discussione generale”, ha aggiunto. Io e il mio partito non pensiamo che la Turchia non possa entrare nell’Unione europea. Ma abbiamo bisogno di un nuovo inizio”.

twitter@FDepalo

Nasce l’Opec del gas Mediterraneo (l’Italia c’è). Ecco come

Mentre nel Ppe cresce la fronda contraria alle politiche di Ankara (secondo il capogruppo Manfred Weber bisogna dire “alla Turchia ora che non ci sarà alcuna adesione all’Ue e che l’Europa non deve lasciarsi ricattare da Erdogan o Putin”) si coagula ulteriormente la diplomazia dell’East Mediterranean Gas Forum (Emgf) composto da Egitto, Cipro, Grecia, Israele, Italia, Giordania e Autorità nazionale palestinese.…

Nato, la minaccia è ad Est. Il piano di Stoltenberg per contenere Cina e Russia

“Mantenere la Nato forte dal punto di vista militare, rafforzare politicamente l’Alleanza e assicurare che l’istituzione atlantica sia dotata di un approccio più globale”, capace cioè di affrontare l'ascesa cinese e la rinnovata sfida russa, tra Bielorussia e caso Navalny. È la sintesi della riflessione strategica Nato2030 siglata Jens Stoltenberg, il segretario generale ieri protagonista del forum organizzato dal Center…

Putin e i suoi tramano contro Biden. Le accuse della Cia

Neanche il tempo che Twitter s’indignasse davanti al tentativo del presidente statunitense Donald Trump di evitare una domanda sugli autori dell’avvelenamento dell’oppositore russo Alexei Navalny. Il Washington Post ha rivelato che il presidente russo Vladimir Putin e alcuni dei suoi più stretti collaboratori stanno “probabilmente conducendo” un’operazione per influenzare l’esito delle elezioni americane a danno del candidato democratico Joe Biden. Coinvolto…

Regionali, Salvini: "Meloni leader? Se i voti contano è la Lega il primo partito". Il video

Regionali, Salvini: "Meloni leader? Se i voti contano è la Lega il primo partito" [embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=ND3VC3q02sc[/embedyt] Rho (Mi), 22 set. (askanews) - "Se i voti contano gli elettori stanno dicendo chiaramente che la Lega è il primo partito e il Pd segue da parecchio lontano. Poi se i giornali hanno un'idea diversa dalla matematica, io rispetto le opinioni di tutti".…

La Lega, Alfano e De Gasperi. Prove tecniche di centrismo

Un leghista doc. Sul sito della fondazione di Angelino Alfano. Che parla di popolarismo, Dc e moderati. Tutto vero. È passata sotto traccia nella gran cassa pre-elettorale un’intervista rilasciata da Raffaele Volpi, deputato del Carroccio e presidente del Copasir, alla Fondazione De Gasperi. Merita invece una lettura. Specie dopo lo scossone preso dal centrodestra all’indomani delle regionali. “Popolari e leghisti”.…

Intelligence, tregua Copasir-Conte. Ecco il patto sugli 007

Pace fatta, o quasi. Dopo ben due ore di audizione al Copasir, Giuseppe Conte ha trovato una soluzione di compromesso sulla proroga dei vertici dell’Intelligence. Arrivato alle 10 a Palazzo San Macuto, il presidente del Consiglio ci è rimasto per un lungo confronto con i parlamentari del comitato di raccordo. Obiettivo: ricucire lo strappo consumato a luglio con la norma…

Così Meloni e Salvini hanno regalato la vittoria a Di Maio. L'analisi di Malgieri

È nata la nuova Casta. La Casta degli oligarchi. La guida Luigi Di Maio. È composta da Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Nicola Zingaretti, irrilevanti altre figure che pure si sono spese per il Sì al referendum. La riduzione dei parlamentari, cavallo di battaglia, demagogico e populista, del Movimento Cinque Stelle, ha sancito un ordine politico del tutto inedito nella storia…

Messaggio per il Pd: l'alleanza con M5S non vince. Firmato Cazzola

Nel referendum confermativo della legge costituzionale sul taglio dei parlamentari hanno vinto i Sì col 70% dei voti espressi. Io che mi sono battuto per il No ammetto la sconfitta. Non mi ero fatto soverchie illusioni – pur cedendo qualche volta all’attesa di un miracolo - che potesse essere capovolta, nelle urne, una indicazione sostenuta da quasi tutti i partiti…

Referendum (e non solo), così cresce il gruzzolo di M5S. Scrive De Masi

Di Domenico De Masi

L’interpretazione sociologica dei risultati referendari è facilitata dall’entità degli stessi risultati. Da una parte c’è l’alta percentuale dei votanti, dall’altra c’è la marcata vittoria dei Sì. Entrambi i fenomeni sono nettamente superiori alle previsioni. Ma chi aveva fatto queste previsioni? Chi le aveva accreditate e divulgate? Quasi sempre si tratta di cifre che vengono attribuite a fantomatici “sondaggi” ma che,…

Il centrodestra e la lunga traversata del deserto. Il commento di Curini

Il contrasto tra realtà e aspettative in politica conta, molto più di quello che si creda. Ed è quello che, al di là dei freddi numeri, trasforma un risultato in una vittoria o in una sconfitta. La giornata elettorale appena conclusa ne è un esempio lampante. I risultati: la coalizione del centro-destra strappa una regione storicamente rossa come le Marche…

×

Iscriviti alla newsletter