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L’energia gioca un ruolo fondamentale nella sicurezza di un Paese, è noto. Tuttavia, in questo periodo l’attenzione non è da porre soltanto sull’approvvigionamento energetico ma anche alle sue modalità. Così la rete elettrica statunitense, in particolare la componentistica, è finita sotto i radar dell’amministrazione guidata da Donald Trump che, con una mossa non diversa da quelle decise per difendere le infrastrutture tecnologiche, ha firmato un ordine esecutivo per limitare l’utilizzo di componenti e software provenienti dall’estero. Una pratica, ha detto il presidente, che rappresenta una “straordinaria minaccia alla sicurezza nazionale”. Basti pensare che, come ricostruito dal Wall Street Journal, nel marzo del 2017 gli hacker russi avevano cercato di accedere alle infrastrutture energetiche critiche degli Stati Uniti.

Come spiega sempre il Wall Street Journal, l’ordine “riflette una convinzione diffusa tra gli alti funzionari dell’intelligence che Paesi rivali, tra cui Russia e Cina, si siano assicurati punti d’appoggio nascosti nel sistema elettrico” statunitense e “potrebbero utilizzare tali accessi per causare blackout in futuro”. 

L’ordine esecutivo dichiara l’emergenza nazionale e mette in guardia da attacchi cibernetici ma anche da interferenze straniere. Per questo il segretario all’Energia Dan Brouillette – assieme ad altri funzionari dell’amministrazione tra cui il segretario alla Difesa e il capo dell’Intelligence nazionale – ha la possibilità di riorganizzare la difesa della rete elettrica. E oltre a mettere nelle mani federali la gestione della componentistica della rete elettrica, sottolinea implicitamente la volontà dell’amministrazione che essa sia prodotta negli Stati Uniti. 

Come riporta il Wall Street Journal, “le agenzie governative hanno ripetutamente avvertito che la rete elettrica nazionale è un obiettivo per gli hacker stranieri”. Addirittura, “funzionari della sicurezza nazionale hanno sostenuto che Russia e Cina sono in grado di interrompere temporaneamente le operazioni di servizi elettrici e gasdotti”.

Nessun attacco recente ha condotto l’amministrazione Trump a questa decisione. Ma, ha spiegato una fonte al quotidiano finanziario, “l’amministrazione sta prendendo provvedimenti a causa di sforzi precedenti”. Nell’ordine esecutivo c’è alcun riferimento a specifici Stati. Ma proprio quegli “sforzi precedenti” conducono a Cina e Russia. Che, a differenza di Iran e Corea del Nord, oltre a essere considerate in grado di condurre attacchi cyber agli Stati Uniti sono anche i principali fornitori della componentistica.

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