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Le immagini  di saccheggi, violenza e distruzione che arrivano dagli Stati Uniti d’America devono far riflettere. Nel continente europeo abbiamo visto scene simili sia a Bruxelles, ma anche a Londra, sintomo di un malessere diffuso in tutto l’occidente, un disagio che covava da tempo ma che ora esplode con tutta la sua forza.

Quello che stiamo vedendo in America anticipa lo “zeitgeist” dei tempi e non può essere letto solo come il frutto di una ribellione etnica degli afroamericani verso la classe Wasp o una dicotomia tra Biden e Trump, ma è soprattutto l’inizio del collasso di forme di convivenza della società democratica moderna così come l’abbiamo conosciuta nel secondo dopoguerra in Occidente.

In America soprattutto (ma anche in Europa, anche se in forma leggermente minore) il differenziale tra élites e classe media negli ultimi trent’anni si è man mano allargato, arrivando quasi alla scomparsa di quest’ultima e creando un’enorme sottoclasse di “working poor”, sottopagata, con lavori precari e senza nessuna possibilità di pianificazione e stabilità.

Oltretutto, l’aumento e la diffusione di droghe moderne (come le meta anfetamine) nella popolazione e soprattutto nelle grandi aree metropolitane ex industrializzate, ha creato un sottoproletariato non istruito e di fatto inoccupabile, effetto di problemi quasi secolari per gli Stati Uniti.

Ma anche da questa parte dell’Atlantico non si possono dormire sogni tranquilli. La perfetta Londra, simbolo del multiculturalismo che funziona, ha visto poliziotti presi a calci e la statua di lord Churchill imbrattata con accuse di razzismo, proprio colui che salvò il Regno Unito da Hitler.

Più che una parodia questo è il sintomo di una nuova classe sociale inculturata e neoselvaggia, senza nessuna conoscenza e rispetto per quella che è stata la civiltà europea. Tra i grandi grattacieli delle metropoli occidentali, dove i giovani rampanti della finanza e del tech fanno milioni di dollari in pochi secondi, è cresciuta una sottoclasse del delivery senza reddito e non integrata con la tradizionale società occidentale.

In Italia non possiamo rimanere inermi e distanti rispetto a quello che sta accendendo. La crisi economica, in cui il Covid-19 ha fatto solo da innesco, è arrivata anche da noi, tantissimi lavori precari, dal turismo alla ristorazione, non vedranno la luce, con il rischio di un autunno caldo. Se in America il divario è soprattutto con la super classe di ricchi, nella Penisola le criticità arriveranno per chi oggi non si sente “garantito” da uno Stato che invece “sovra-tutela” specifiche categorie (soprattutto il settore pubblico) a danno di una moltitudine di persone che si sente abbandonata.

L’occidente è malato e rischia di non riprendersi da questa crisi, ma lo potrà fare solo ristabilendo il “patto sociale” tra i vari strati della popolazione, con maggiore equità e redistribuzione, definendosi “comunità di destino”. L’Italia, con la sua classe politica, rischia grosso e potrà salvarsi solo riscoprendo le proprie radici, guardando personalità del passato come De Gasperi e Pertini, lasciando sempre meno spazio ai burocrati e facendo tornare centrale la politica ed il Parlamento, come espressione massima della sovranità popolare.

Oggi Minneapolis, domani Roma? Il caso Floyd letto da Zennaro (Popolo protagonista)

Di Antonio Zennaro

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