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Rieccolo. Beppe Grillo, guru e fondatore del Movimento Cinque Stelle, è ancora una volta costretto a fare il pompiere. L’occasione formale è un incontro con le truppe pentastellate, prima il gruppo parlamentare al Senato, poi quello alla Camera. Per scambiarsi gli auguri di Natale, certo. E per vedere e conoscere dal vivo tanti onorevoli della nuova e vecchia guardia che non hanno la fortuna di un pass preferenziale nella cerchia dell’“Altissimo”. “Non sono qui per rasserenare nessuno – chiosa lui assediato dai giornalisti all’entrata dell’Hotel Forum – sono qui per conoscere. Tanta gente non l’ho mai vista né conosciuta”.

Nessuno però guarda alla riunione serale come a un semplice appuntamento conviviale. Non è un mistero che il travaso di tre senatori nelle braccia della Lega salviniana – Ugo Grassi, Francesco Urraro, Stefano Lucidi – abbia creato qualche tensione nella squadra. La manovra al Senato è passata con un voto tutto sommato corale, ma il timore di nuove defezioni sibila fra gli eletti. Per non parlare di chi defeziona a fasi alterne da maggio, Gianluigi Paragone, che dopo il voto contrario sul Mes e sulla legge di Bilancio è finito nel mirino di molti che ne chiedono le dimissioni immediate. O ancora del senatore Elio Lannutti, lanciato alla delicatissima presidenza della Commissione per le Banche e ora bruscamente frenato dai vertici, suo malgrado, per un potenziale conflitto di interessi. “Io non riesco a convincere nessuno, se una persona cambia idea può farlo” taglia corto Grillo a piazza di Pietra.

Nel pomeriggio una photo opportunity per lanciare un messaggio di compattezza. Alla presentazione del Piano nazionale per l’innovazione del governo rossogiallo, in prima fila, c’è anche Grillo, che ascolta in silenzio l’intervento del premier Giuseppe Conte e poi ci scambia qualche battuta e sorriso in disparte, lontano dagli obbiettivi.

Non poteva mancare ovviamente Davide Casaleggio. Il figlio del fondatore del Movimento Gianroberto è nella capitale per presenziare all’adunata dei parlamentari. E dire la sua, da una posizione più forte. Non è sfuggita la corposa presenza di suoi uomini e donne di fiducia, una su tutte la socia dell’Associazione Rousseau Enrica Sabatini, fra i 18 “facilitatori” che andranno a creare il nuovo direttorio del Movimento.

Luigi Di Maio non c’è al Tempio di Adriano, causa una missione lampo in Libia, ma, garantiscono i suoi, ha fatto di tutto per esserci all’incontro in serata. Arrivato all’hotel, Grillo scherza con i cronisti in cerca di un verdetto sul movimento di piazza di cui tutti parlano. “Siete voi le vere Sardine di questo Paese. Avete dei microfoni che odorano di aliti terribili” – scherza come suo solito uscito dal convegno con una scenica mascherina per proteggersi il volto.

L’endorsement per le Sardine arriva, a forza di insistere: “Meno male che ci sono le Sardine, movimento igienico-sanitario. Non vogliono rifare la società, vogliono igienizzarla”. Niente a che vedere con i Vaffa Day, precisa il garante: “Questo è un movimento che non ricorda il Movimento dell’origine, è un movimento che ha capito che in Italia ci sono troppi che vivono in un mondo di rugbisti, nel fango, sporchi, violenti e vogliono fare i tennisti”. Poi l’avviso, agli altri (e ai suoi): “Non si devono far mettere un cappello sopra”.

Missione Grillo. Il guru a Roma benedice le Sardine e sul M5S...

Rieccolo. Beppe Grillo, guru e fondatore del Movimento Cinque Stelle, è ancora una volta costretto a fare il pompiere. L’occasione formale è un incontro con le truppe pentastellate, prima il gruppo parlamentare al Senato, poi quello alla Camera. Per scambiarsi gli auguri di Natale, certo. E per vedere e conoscere dal vivo tanti onorevoli della nuova e vecchia guardia che…

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