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Un coinvolgimento diretto nelle trattative, a sottolinearne l’importanza. Oltre quello ucraino e mediorientale, c’è un altro negoziato che coinvolge la Casa Bianca in prima persona: quello che dovrebbe portare alla vendita di TikTok. Secondo la Reuters, ad ascoltare le varie proposte è il vicepresidente JD Vance, che sta svolgendo un ruolo atipico per le sue funzioni. È difficile ritrovare nella storia americana un precedente in cui il governo ha giocato in prima persona in una trattativa privata. Solitamente Washington mette bocca su alcuni accordi che interessano l’economia o la sicurezza nazionale, come giusto che sia. L’ultima volta si è verificata poco tempo fa, con Donald Trump che ha bloccato l’offerta con cui la giapponese Nippon voleva comprarsi la US Steel. TikTok potrebbe rientrare in una questione legata alla sicurezza, come testimonia la supervisione del consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, sebbene parte dei Democratici che dei Repubblicani abbiano cambiato i toni con cui si riferiscono all’app cinese, ma è comunque atipica la gestione dell’amministrazione attuale.

“Molte persone vogliono TikTok, ma una decisione spetta a me”, aveva ribadito Trump neanche una settimana fa. Il governo americano potrebbe mantenere una quota del 50% sul social network, mentre l’altra metà verrebbe acquistata da un investitore esterno. O un gruppo di investitori, come ad esempio la coalizione formata da Frank McCourt, fondatore di Project Liberty, Kevin O’Leary, business man e volto della televisione canadese, Alexis Ohanian, creatore di Reddit, e forse anche Jimmy Donaldson, celebrità dei social. A detta di Trump, in corsa al momento ci sono quattro gruppi diversi. Ma secondo The Information, l’acquirente più accreditato resta Oracle, come confermato anche Politico scrivendo che il governo americano sta valutando seriamente la sua offerta.

In tutta questa storia non si tiene troppo conto di ByteDance, che rimane proprietaria di TikTok. Volendo, potrebbe far deragliare tutto decidendo di spegnere la sua piattaforma negli Stati Uniti, perdendo però 170 milioni di utenti. Il governo cinese ritiene che la questione debba essere gestita dalle società interessate, in modo indipendente, pur criticando l’obbligo della vendita. Dall’azienda però si mantengono sornioni, parlano e commentano il giusto e non avrebbero nemmeno chiesto a una banca di investimento di occuparsi del caso.

All’orizzonte c’è una data, quella del 5 aprile, termine ultimo prima che il social venga messo al bando nel mercato statunitense – sarebbe dovuto accadere molto prima, a gennaio, ma Trump ha posticipato la dead line. E Vance è convinto che non sarà necessaria una proroga ulteriore: “Ci sarà quasi sicuramente un accordo di alto livello che, a mio avviso, soddisferà le nostre preoccupazioni e consentirà la nascita di una distinta impresa americana di TikTok”, ha dichiarato settimana scorsa parlando dall’Air Force Two.

C’è un altro nodo legato attorno alla questione. Non proprio un dettaglio, visto che parliamo del prezzo. Quanto vale TikTok è una domanda che ha però più risposte. Per i proprietari, il rialzo delle azioni ha fatto lievitare il valore dell’azienda, portandolo a 315 miliardi di dollari. Tuttavia, se l’algoritmo non venisse ceduto, allora si scenderebbe a 50-100 miliardi di dollari, per alcuni anche meno. Qualora Pechino lo mantenesse sotto il suo controllo, le garanzie di sicurezza richieste dagli americani non verrebbero soddisfatte. Un motivo in più in mano alla Casa Bianca per seguire passo passo il processo di vendita.

Per capire l'importanza di TikTok per gli Usa, vedere chi siede al tavolo delle trattative

Il negoziatore principale è il vicepresidente JD Vance, supportato dal consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz. Un ruolo insolito per il governo, che lascia intuire quanto la questione sia di fondamentale importanza per Washington. Sul tavolo ci sono diverse offerte, ma la più calda sembra restare quella di Oracle. La scadenza è fissata al 5 aprile

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