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Chissà cosa intendeva ieri il premier Giuseppe Conte quando in Senato annunciava nell’ambito delle comunicazioni sul Consiglio Ue odierno, “una cura da cavallo per il sistema Italia: siamo in emergenza, e dobbiamo tutti lavorare, ciascuno chiaramente per le responsabilità che si assume in base al ruolo che ha”.  Che l’Italia non faccia Pil, non è certo un mistero. Ma da dove partire? Dove mettere le mani per rimettersi sul sentiero della crescitaFormiche.net ha raggiunto a Londra Lorenzo Codogno, professore alla London School of Economics, fondatore della società di consulenza LC Macro Advisors ed ex capo-economista al ministero dell’Economia.

Professore, il premier ha annunciato un’imminente cura da cavallo per la nostra economia. Non è la prima volta che si lanciano iniziative di questo genere. Ma quale è la cura giusta?

Non ce ne è una sola, ma tante. Voglio dire che bisognerebbe agire su più fronti. In questo momento c’è molta enfasi sulle infrastrutture, mi sembra un buon modo per cominciare certamente. Ma non può bastare, si intende.

Quale altro ingrediente bisogna aggiungere?

Sicuramente gli investimenti privati, ma anche una Pubblica amministrazione che funzioni meglio e una riforma della Cassazione. Questi sono elementi che possono migliorare l’ambiente imprenditoriali. Dobbiamo immaginare un’azione forte ma che si svolga su più piani e non su uno soltanto.

Investire avendo il terzo debito pubblico mondiale. Possibile?

Quello è chiaramente un problema. Francamente non penso che al livello europeo cambierà qualcosa, i vincoli di bilancio continueranno a farsi sentire sull’Italia. Ma questo non deve farci smettere di credere nella bontà della scelta degli investimenti, pubblici e privati, l’unico modo per portare un po’ di quattrini in Italia.

Non sarebbe di aiuto scorporare gli investimenti strategici dal deficit? Roma lo chiede da tempo…

Bisogna vedere perché è sempre molto difficile separare quello che sono gli investimenti pubblici da quello che è tutto il resto. La flessibilità per gli investimenti, utilizzando i fondi Ue c’è già stata in realtà, ma l’Italia non è riuscita a spendere quei soldi. C’è un problema di capacità di usare i soldi che che si hanno e l’Italia questo problema lo ha.

Bruxelles si sta preparando a riscrivere il Patto di Stabilità. Anche questo sembra essere un fattore positivo…

Ci credo poco. Forse l’unica area dove c’è la possibilità di aumentare la flessibilità è quella degli investimenti verdi. Ho forti dubbi che si possa arrivare a una golden rule sugli investimenti (quando cioè il finanziamento degli investimenti pubblici avviene attraverso il disavanzo di bilancio, rappresentando uno strumento per sostenere la domanda aggregata, e quindi per accrescere il livello dell’attività produttiva, ndr) vista l’attuale situazione del bilancio pubblico europeo.

Lei ha sostenuto recentemente che il Pil italiano nel primo trimestre sarà sotto lo zero…

Sarà negativo nel primo trimestre 2020 sì e poi ci sarà una moderata crescita dopo. Ma questo non è sufficiente per tornare a macinare Pil e ricchezza. Se la domanda è se il 2020 sarà un anno di difficoltà per l’Italia, la risposta è assolutamente sì.

Codogno lei è a Londra. Che si dice dell’Italia all’estero?

Sinceramente l’attenzione è in altri posti. Negli Stati Uniti, che vanno verso il voto di novembre e in Cina, alle prese con il coronavirus. L’Europa e l’Italia in questo momento sono un po’ ai margini. Soprattutto l’Italia, che non va incontro a vere svolte. Per fortuna gli investitori continuano a comprare titoli italiani, sostenendone il debito. Il problema è che in questa finestra in cui gli investitori credono ancora al Paese occorrerebbe fare le riforme che servono, perché se quando arriva il prossimo shock le riforme non sono state fatte da parte del governo, allora saranno dolori.

Magari lo spread salirà nuovamente…

Esatto.

A proposito di coronavirus, la Cina, dicono alcuni esperti, potrebbe superare la crisi e tornare a crescere a ritmi sostenuti nel giro di qualche mese. Lei è altrettanto ottimista?

No, non lo sono. Penso che lo shock sia sottostimato al momento. Anche se il virus si stabilizzerà, per superare la crisi ci vorranno mesi, dunque l’economia mondiale e quella cinese subiranno un pesante shock, che non si risolverà nel 2020. Chi pagherà di più saranno quei Paesi che esportano, l’Italia, ma soprattutto la Germania. Gli effetti del coronavirus non si esauriranno nel 2020, ci vorrà tempo. Per questo non sono molto ottimista.

Trump verrà rieletto a novembre? 

Dipende chi sarà il candidato democratico. Ma penso che Trump abbia molte probabilità di vincere.

Ecco la vera cura da cavallo che serve all'Italia. Parla Codogno (Lse)

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