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Il lodo Conte bis è incostituzionale, inserirlo nel Milleproroghe è una forzatura e pensare che Italia Viva ne stia facendo una questione politica, e non nel merito, è una idea “completamente destituita di fondamento”. Lo crede Gennaro Migliore, deputato di Italia Viva e già sottosegretario al ministero della Giustizia nei governi Renzi e Gentiloni, quando fu approvata la riforma Orlando. “Aspetto che il Pd dica: noi la legge Orlando non la vogliamo”, sottolinea con decisione Migliore, aggiungendo che un conto è modificare la prescrizione andando a incidere su vizi creati da leggi precedenti come fece la riforma Orlando, un conto è abolirla completamente. Non è polemica politica, aggiunge il deputato, ma opporsi nel merito a un provvedimento che mette a rischio tutti i cittadini.

E a chiarire che la linea di Italia Viva non è cambiata è arrivato anche il segretario Matteo Renzi che, nella sua Enews quotidiana e via Twitter ha sottolineato di essere fermo sulla linea del lodo Annibali: “Per giorni hanno detto che @ItaliaViva avrebbe mollato e che mi sarei venduto per due poltrone. FAKENEWS! Non si molla! Se c’è decreto o emendamento su #prescrizione noi votiamo contro. A testa alta”. Ad aggiungersi, le parole di un esponente di spicco di IV come Roberto Giachetti, che nel corso della trasmissione radio Un giorno da pecora ha ipotizzato la possibilità di una mozione di sfiducia personale contro il ministro Bonafede “se loro, ed in particolare Bonafede, vogliono continuare con una forzatura di questo tipo”. Ma il tema, sottolinea lo stesso esponente di IV, verrà affrontato durante la riunione serale dei gruppi di Italia Viva.

Migliore, il lodo Conte bis continua ad essere, per Italia Viva, inammissibile?

Questa idea che debba essere inserita nel Milleproroghe per me è una grande forzatura costituzionale che mi auguro che nessuno pensi di fare. Dare per scontato che si fa una riforma della giustizia penale con un provvedimento legislativo che si occupa di proroga termini è assurdo, soprattutto se dall’altra parte non si vuole fare quello che ho detto in più occasioni, e cioè  votare l’emendamento che rinvia di un anno l’entrata in vigore della riforma Bonafede-Salvini, l’emendamento proposto da Lucia Annibali, ossia una proroga a tutti gli effetti. Cambiare la norma penale con un provvedimento che potrebbe avere addirittura la fiducia è una cosa veramente fuori da ogni logica.

Insomma, Italia Viva resta ferma sul lodo Annibali.

Ma certo. L’idea spacciata dai giornali di varia estrazione che Italia Viva sia invece su altre posizioni in queste ore è completamente destituita di fondamento.

Non c’è il rischio che questo arroccarsi di Italia Viva sulle proprie posizioni porti a una spaccatura reale nel governo?

Potrei dire la stessa cosa di Bonafede. La responsabilità che Italia Viva ha nei confronti di questo governo è testimoniata fin dalla sua nascita, nel senso che senza di noi, senza Renzi, non sarebbe mai nato. Il voler trasportare una questione che è tecnica e di principio costituzionale sul piano dello scontro politico è una scelta che è stata fatta dal Movimento 5 Stelle e, obiettivamente, anche dal Partito democratico.

A cosa si riferisce?

Intendo che il Pd si dice a parole d’accordo con noi, dicendo che questa riforma non andava bene e poi nel momento in cui bisognava stringere non ha fatto neanche lo sforzo di verificare quali fossero le condizioni reali per ottenere un vero passo in avanti, ossia rimandare di un anno la sospensione della prescrizione per fare le riforme necessarie anche a velocizzare il processo penale. Questo è quello che noi contestiamo. Peraltro il fatto che il cosiddetto lodo Conte bis sia incostituzionale è determinato non da una nostra volontà, ma dalla osservazione che ne hanno fatto l’Unione delle camere penali, i principali giuristi italiani, insomma, personalità che si occupano di diritto sicuramente più di tanti che in questo momento stanno all’interno della maggioranza.

Le posizioni di Italia Viva, nelle interlocuzioni con l’esecutivo, non sono quindi state ascoltate?

Io dico che la questione della prescrizione non è una posizione di Italia Viva. Non è una nostra bandiera, noi svolgiamo in questo caso quasi una funzione di difensore civico nei confronti dei cittadini. Trovarsi nella condizione di modificare un principio che poi entrerebbe in contraddizione con l’articolo 111 della Costituzione, con il 27 in relazione al risocializzazione e lo scopo rieducativo delle pene e anche all’articolo 3 relativamente in particolare al fatto che si trattano gli imputati da condannati, a seconda che nel primo grado sia stato o meno pronunciata una sentenza di condanna o di assoluzione violando il principio di eguaglianza dei cittadini secondo noi è un punto non superabile.

In questi giorni indiscrezioni hanno parlato di una volontà di Renzi e Salvini di andare al voto dopo il referendum sul taglio dei parlamentari. Le smentisce?

Se noi avessimo voluto fare le elezioni anticipate non avremmo fatto nascere il governo. Nel caos di disinformazione che sta circolando sull’argomento questo è quello più surreale. Se c’è un leader politico che può sconfiggere Salvini, anche in prospettiva, quello è Renzi, Sconfiggerlo significa una cosa diversa che favorirlo. Noi siamo in prospettiva, ma anche oggi, un partito che ha la leadership più alternativa a Salvini, che è quella di Renzi. L’idea che qualcuno faccia intendere che c’è una intesa è semplicemente perché hanno una maledetta paura di confrontarsi sul merito.

Cosa intende?

Io voglio aspettare sempre con grande pazienza che qualcuno del Partito democratico dica: sì, è vero, noi la legge Orlando non la vogliamo. Questo è il punto. Io ero sottosegretario del ministro Olando e credo che abbia fatto un buon lavoro perché, a differenza di quanto anche in questo caso spacciatori di fake news dicono, quando Renzi diceva che ci sono delle leggi che hanno dimezzato la prescrizione e questo non va bene in particolare per i reati dei colletti bianchi, si riferiva a quei vizi introdotti dalla legge Cirielli che era stata fatta dagli avvocati di Berlusconi. Ecco, in quel caso intervenimmo per sanare quei vizi, ma intervenire su un istituto per garantire che non ci siano scappatoie processuali è un conto, abolire l’istituto della prescrizione è un altro paio di maniche.

Cioè, è una questione di merito e non di scontro politico…

Noi questo l’abbiamo detto dall’inizio. È il Pd che non vuole parlare di merito. Perché almeno il Movimento 5 Stelle dice che per loro la prescrizione è, in quanto tale, un problema serio rispetto ai processi, noi diciamo che è un problema toglierla, il Partito democratico dice: ha ragione tutto sommato Italia Viva ma cerchiamo di mantenere un livello di accordo con il Movimento 5 Stelle facendo una toppa che poi è peggio del buco. Il Pd, in questo caso in felice compagnia di LeU.

Quindi torniamo al Milleproroghe: se dovesse contenere il lodo Conte bis Italia Viva non lo voterà?

Non lo conterrà, non lo può contenere. È una forzatura troppo evidente nella corretta interpretazione del Parlamento. Mi chiedo come si sarebbe comportato il Pd se questa fosse stata una iniziativa del governo gialloverde.

Il lodo Conte bis non sarà nel Milleproroghe. La scommessa di Migliore (IV)

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