Skip to main content

La Repubblica Federale di Somalia è un Paese che ha avuto storici legami con l’Italia; è anche uno dei paesi chiave dell’Indo-Mediterraneo, che si estende dal Golfo di Aden, un importante snodo storico e geografico tra il Mar Rosso. È lì che si apre il Mare Somalo, se fasto dal nevralgico Canale di Guardafui, fino a sud-ovest dove si fonde con il Kenya. La Somalia uno dei Paesi strategici dell’Africa orientale e del Corno d’Africa, e darà questa sua importanza geografica, e i suoi legami storici con l’Italia, è anche una priorità per il Piano Mattei — la strategia per l’Africa lanciata dal governo del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che si estende dal Mediterraneo all’Oceano Indiano, collegando così l’Indo-Mediterraneo. S.E. Ibrahim Omar Shegow è il nuovo ambasciatore somalo in Italia e ha presentato le sue credenziali al Presidente Sergio Mattarella il 7 aprile 2025. Ingegnere, politico e diplomatico, parla fluentemente l’italiano: Formiche.net conversato con il diplomatico somalo e ragionato sul suo Paese e sui punti di contatto con l’Italia.

Qual è l’attuale situazione nel suo Paese?

Come sapete, la Somalia ha attraversato decenni di guerra civile, il che ha aggravato la situazione economica e umanitaria del paese. Continuiamo ad avere un problema di terrorismo, tuttavia l’attuale governo, sotto la guida del presidente Hassan Sheikh Mohamud, ha adottato una posizione decisa contro il terrore e ha liberato con successo ampie porzioni del territorio dal controllo di Al-Shabab. Speriamo che, entro la fine dell’anno, ci siano ulteriori sviluppi e che le forze di sicurezza somale, con il sostegno dei partner internazionali, riescano ad infliggere un colpo decisivo ai terroristi e a migliorare la situazione della sicurezza.

Questi buoni risultati sul piano securitario corrispondono anche ad evoluzioni socio-politiche?

Il presidente Mohamud, come promesso durante la campagna elettorale, sta anche mantenendo con successo l’impegno del voto “una persona, un voto”. I somali ora hanno carte d’identità che daranno loro il potere di votare alle prossime elezioni regionali e nazionali nel 2026. Come ricorderete, la formula del 4.5 è stata concepita come un accordo temporaneo nel 1997 per eleggere il parlamento e il governo. Questo sistema ha portato ad un aumento del clanismo e delle divisioni nel paese. Il voto “una persona, un voto” porterà alla fine della formula 4.5 e delle divisioni che essa ha creato tra il popolo somalo. Finalmente ogni somalo potrà partecipare al processo democratico di elezione del governo, il che contribuirà anche a una maggiore unità nazionale. Le carte d’identità ci permettono anche di offrire servizi sociali ai cittadini somali, tra cui istruzione e supporto sociale.

Ci parli dell’approccio del vostro governo allo sviluppo economico.

Stiamo incoraggiando gli investimenti internazionali in Somalia, perché, come sapete, per uno sviluppo economico reale è necessario che sia il settore privato a fare da traino. La Somalia è un Paese ricco di risorse naturali, tuttavia la ripresa è un processo lento. Gli investimenti internazionali sono iniziati e stanno lentamente prendendo piede. La presidenza desidera incoraggiare ulteriormente industriali e imprenditori a investire nel nostro paese. Naturalmente, maggiore sicurezza e investimenti nelle infrastrutture porteranno automaticamente a un aumento degli investimenti privati e alla creazione di posti di lavoro. I somali sono un popolo giovane e stiamo anche assistendo al lento ritorno della diaspora somala, che era stata esiliata dalla guerra, e che porta con sé nuove competenze e risorse.

Tornando al nodo della sicurezza, e al rischio che esso possa diventare un fattore regionale: su cosa ci state concentrando?

C’è un grave rischio legato alla sicurezza dovuto alla collaborazione tra diversi gruppi terroristici, in particolare gli Houthi dello Yemen che si infiltrano in Somalia, supportando Al-Shabab e altri gruppi terroristici, oltre a usare la Somalia come punto di transito e base operativa verso l’Europa e l’Africa. Il governo collabora strettamente con partner internazionali, soprattutto con l’Unione Europea, per contrastare la pirateria, che si è notevolmente ridotta. La Somalia ha una costa molto lunga, di oltre 3300 km, situata in una posizione strategica. Tuttavia, il governo federale attualmente non dispone di un sistema efficace per pattugliare e proteggere la costa. Pur essendo grati per il supporto dei nostri partner internazionali, la Somalia ha bisogno di risorse per creare una propria guardia costiera e una propria marina, e sviluppare capacità autonome per proteggere la propria costa e la Zona economica esclusiva (Zee).

Quali altre sfide e opportunità vede?

La costa somala ha anche un grande potenziale per la pesca e per la Blue economy. Attualmente, la pesca illegale nelle acque somale causa gravi perdite economiche e danni ambientali. Il potenziale della Somalia nell’economia blu va sviluppato, e qui l’Italia, con le sue istituzioni e la sua esperienza, può aiutarci molto a sviluppare il nostro potenziale. Abbiamo bisogno di infrastrutture e formazione affinché i pescatori somali possano esportare direttamente in Europa, senza dover passare da paesi terzi. L’Italia è una penisola e possiede questa esperienza: ciò potrà generare occupazione e prosperità in Somalia.

Qual è la sua aspettativa nei confronti dell’Italia e del suo mandato qui?

La presidente del Consiglio Meloni ha assegnato grande importanza alla Somalia all’interno del suo Piano Mattei, sul quale contiamo molto. Essendo stata una ex colonia italiana, i due Paesi sono culturalmente molto vicini. L’italiano è ancora insegnato in diverse scuole e facciamo parte della sfera culturale italiana, e continueremo a farne parte attiva. Oltre all’economia blu, l’assistenza nel settore agricolo è qualcosa che l’Italia può offrirci: dalla formazione dei giovani all’assistenza per pompe solari e altre fonti di energia rinnovabile, fino alla formazione agricola e alla fornitura di attrezzature. Questo aiuterà la Somalia a raggiungere una certa autosufficienza alimentare e sarà anche un motore per l’empowerment giovanile e l’occupazione.

Tra sicurezza e sviluppo, così la Somalia punta sul Piano Mattei. Parla l'amb. Shegow

Di Vas Shenoy

“La presidente del Consiglio Meloni ha assegnato grande importanza alla Somalia all’interno del suo Piano Mattei, sul quale contiamo molto”. Intervista all’ambasciatore somalo in Italia, Omar Shegow, che racconta a Formiche.net il rapporto con l’Italia per lo sviluppo del suo Paese, uno degli attori più strategici dell’Africa, ancora afflitto da problemi di sicurezza enormi che bloccano crescita sociale ed economica

Non solo dazi, il nodo è il debito Usa. La versione di Cangelosi

“Indubbiamente c’è una sintonia ideologica tra Meloni e Trump, questo l’abbiamo constatato anche nel linguaggio del corpo e nel modo in cui si comportavano. Ma per il momento Trump resta ancorato sulla sua decisione di porre i dazi sulle merci importate e valuterà alla luce degli interessi e delle pressioni che avrà all’interno”. Il viaggio della premier analizzato dall’ambasciatore, già consigliere diplomatico del presidente Giorgio Napolitano, Rocco Cangelosi

Italia e Usa alleati anche su Imec e Indo-Mediterraneo

Il comunicato congiunto tra Trump e Meloni parla di Imec come strumento di connettività verso una “prosperità condivisa”. L’Italia per gli Usa è un cardine dell’Indo-Mediterraneo, con l’India, dove arriverà il vicepresidente Vance dopo la visita a Roma

Cavi sottomarini e satelliti. La sfida dell'Europa per la sovranità tecnologica

Di Ufficio di Roma di ECFR

A febbraio si è tenuto a Varsavia il terzo e ultimo di una serie di workshop a porte chiuse nell’ambito del progetto “Towards an Open, Free and Global Internet”. L’evento si è concentrato sulla libertà della componente fisica (dunque infrastrutturale) nel modello open internet, ad oggi sempre più minacciato

Meloni convince Washington e rassicura Bruxelles. L'analisi di Rizzo (Ac)

Meloni rafforza il proprio ruolo internazionale e guadagna influenza anche a Bruxelles. Mentre l’Ue cerca una strategia comune con gli Stati Uniti, Trump sembra avere già una preferenza: parlare con chi “fa accordi”, come Meloni. Intervista a Rachel Rizzo, senior fellow dell’Atlantic Council

Italia-Usa. Il comunicato congiunto segna il futuro dell’alleanza

Il Joint Statement firmato da Meloni e Trump rilancia l’alleanza strategica tra Italia e Stati Uniti su sicurezza, economia e tecnologia. Dalla cooperazione industriale in difesa alla lotta alla criminalità transnazionale, dagli investimenti digitali e infrastrutturali al ruolo del Piano Mattei nel Mediterraneo. In evidenza anche l’impegno congiunto su energia, innovazione e protezione delle infrastrutture critiche

Vi spiego il ruolo strategico della sovranità tecnologica “coopetitiva”. Scrive Cerra

Alla base dell’ipotesi di inasprire in Europa la tassazione sulle Big Tech Usa in risposta all’aumento dei dazi americani c’è una competizione strategica riconducibile alla logica del “Tit for Tat” e che nella realtà ha esiti spesso incerti. Per questo una strategia di lungo periodo in cui gli Stati competono per la leadership tecnologica, ma al contempo collaborano in modo mirato e consapevole con altri Paesi diventa fondamentale. La coopetizione spiegata da Rosario Cerra, fondatore e presidente del Centro Economia Digitale

La “trappola dei dazi” di Trump a Xi spiegata da Singleton (Fdd)

Craig Singleton su Foreign Policy descrive la “trappola dei dazi” in cui Trump ha messo la Cina, utilizzando le tariffe come strategia primaria per ottenere concessioni: ogni escalation alimenta la successiva, lasciando Pechino senza vie d’uscita

Meloni riceve Vance. Ecco la nuova narrazione dell'Occidente

Il secondo incontro in meno di 24 ore sull’asse Roma-Washington certifica il rafforzamento della cooperazione bilaterale (e personale) tra i due governi. Com’è andato l’incontro tra il presidente del Consiglio italiano e il vicepresidente americano

Meloni meglio di Trump alla Casa Bianca. Arditti spiega perché

Il dialogo con Donald Trump ha messo in evidenza cinque punti chiave che spiegano perché l’Italia è tornata al centro del gioco e perché Meloni ha dimostrato di essere molto cresciuta in questi mesi. Il commento di Roberto Arditti

×

Iscriviti alla newsletter