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Oggi, nelle 44 sedi universitarie coinvolte, si svolge il primo appello degli esami del semestre aperto di Medicina, la nuova modalità di accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria che sostituisce il tradizionale test d’ingresso. Una riforma voluta dal ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, che ha introdotto l’accesso libero al primo semestre e un percorso formativo interno agli atenei. Un intervento pensato per affrontare la carenza di medici, contrastare il mercato parallelo dei corsi preparatori e offrire agli studenti una maggiore opportunità di accesso alla formazione universitaria. La partecipazione è molto elevata: oltre 53 mila gli iscritti per ciascuna delle tre prove — Biologia, Chimica e Fisica — con un tasso medio dell’87 per cento. In campo 870 commissari, più di mille responsabili d’aula e 192 tecnici Cineca, per un totale di oltre 231 mila prove distribuite. È solo la prima delle due sessioni previste (la seconda il 10 dicembre).

BERNINI: IL PERCORSO FUNZIONA

Il ministro dell’Università e della ricerca ha rivendicato il senso della riforma, ricordando i risultati degli allenamenti sulla piattaforma The Faculty, dove la percentuale di studenti che raggiunge la sufficienza è quasi quadruplicata in biologia (+278%), più che triplicata in fisica (+217%), e cresciuta di oltre il 170% in chimica. “Significa una cosa sola: il percorso funziona”, ha affermato. Con la riforma del semestre aperto è stato anche previsto un aumento dei posti totali. Per l’anno accademico 2025/26 i posti disponibili nei corsi di laurea di area medica sono, infatti, 19.707 su un totale di 27.175 considerando le non statali e i corsi in lingua inglese per le tre classi di laurea, consentendo quindi quasi a uno studente su due di intraprendere tali percorsi di studi.

UNA “MEDICINA” CONTRO L’IMMOBILISMO

Non sono mancate le critiche. C’è chi sostiene che il semestre filtro non risolva il vero nodo – la carenza di medici specialisti, legata più all’attrattività del Ssn che al numero di laureati – e chi accusa il governo di non aver davvero abolito il numero chiuso, ma solo spostato la selezione in avanti.

Eppure, oggi la macchina parte. Per Bernini questa è solo la prima tappa di un percorso più ampio, sostenuto anche dall’aumento del Fondo di finanziamento ordinario (+336 milioni rispetto al 2024, per un totale di 9,4 miliardi). “Il semestre aperto e l’aumento dei finanziamenti camminano insieme: più opportunità, più strumenti, più medici per il futuro. Se cresce l’Università, cresce l’Italia”, aveva dichiarato all’avvio dell’anno accademico. Sui social, oggi, invece gli auguri agli studenti che intraprendono il percorso: “È il vostro momento. Ora i protagonisti siete voi. È il primo passo dentro professioni che chiedono coraggio, studio, testa e cuore. E voi avete già dimostrato di averli”. E di fronte alle critiche, dunque, la partenza del nuovo sistema segna un passaggio che rompe l’immobilismo degli ultimi anni.

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