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Da alcune ore nell’elenco delle organizzazioni che gli Stati Uniti riconoscono come terroristiche straniere c’è anche un gruppo suprematista bianco, il Movimento imperiale russo, che ha forti legami con l’estrema destra europea. Anche i tre leader – Stanislav Vorobiev, Denis Gariev e Nikolai Trushchalov – sono finiti nella lista. 

Secondo Washington il Movimento imperiale russo fornisce addestramento paramilitare ai neonazisti e ai suprematisti bianchi in due centri di San Pietroburgo, e ha così addestrato alcuni svedesi che hanno poi effettivamente effettuato attacchi nel loro Paese tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017.

Il coordinatore dell’antiterrorismo al Dipartimento di Stato, Nathan Sales, ha sottolineato che “la misura mostra quanto seriamente l’amministrazione Trump prenda seriamente la minaccia che rappresenta”. Washington ritiene inoltre che questo gruppo “svolga un ruolo importante nel tentativo di radunare europei e statunitensi in un fronte comune contro coloro che percepiscono come nemici”, ha affermato Sales. 

Il vecchio sito web del gruppo – dichiaratamente monarchico e di ispirazione nazional-patriottica ortodossa oltre che convinto che sia “una debolezza criminale per un uomo moderno in Russia non essere un guerriero” – è stato bandito in Russia per estremismo e alcune pubblicazioni del gruppo sono state giudicate “materiali estremisti” dal ministero russo della Giustizia; tuttavia, il movimento stesso non è considerato “terrorista” da Mosca. Per il New York Times, “non è da considerarsi sponsorizzato dal governo russo, hanno detto i funzionari” statunitensi, “anche se il presidente Vladimir Putin ha tollerato le sue attività ed esso ha contribuito a raggiungere gli obiettivi esterni del governo russo reclutando combattenti russi per aiutare i separatisti filorussi nell’Est Ucraina”.

Significative le parole di Sales, che ha spiegato come l’amministrazione – dalla sinistra accusata di incitare il suprematismo bianco – sia impegnata ad assicurarsi che il Movimento imperiale russo non sia in grado di nuocere agli Stati Uniti che, ha sottolineato il diplomatico, “non sono immuni da questa minaccia”, cioè il “terrorismo legato al suprematismo bianco”.

Classificandolo come organizzazione terroristica, l’amministrazione Trump ha deciso di garantire ai suoi organi gli stessi strumenti di contrasto utilizzati solitamente contro l’estremismo islamico. Come ha ricordato l’Agi, la designazione permetterà all’Ufficio per il controllo degli asset stranieri presso il dipartimento del Tesoro Usa di sequestrare i beni appartenenti all’organizzazione negli Stati Uniti e proibire ad americani di avere rapporti economici col gruppo in questione.

Infatti, come ha spiegato Seamus Hughes della George Washington University al Wall Street Journal, la decisione dell’amministrazione Trump non avrà particolare effetti negli Stati Uniti visto che nel Paese non si contano molti sostenitori del movimento. Li avrà, invece, soprattutto all’estero visto l’intento di Washington di “fermare il flusso di finanziamenti”.

C’è, infine, un risvolto politico della vicenda. Con questa mossa l’amministrazione Trump infatti tenta di rafforzare l’arma delle sanzioni sfidando il Congresso, dopo il caso dell’anno scorso che ha coinvolto i Pasdaran iraniani.

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