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La Russia sta cercando di consolidare la sua influenza all’interno dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, con sede a Vienna, in Austria, puntando su tre Paesi chiave: Serbia, Kazakhstan e Kirghizistan. A rivelarlo è il ricercatore ucraino Anton Shekhovtsov,  che ha fondato il Centre for Democratic Integrity a Vienna con il tedesco Andreas Umland, che ha analizzato le recenti nomine russe per i vertici degli “uffici di programma” dell’Osce in questi Stati. Il meccanismo delle candidature, apparentemente tecnico, rivela in realtà una precisa strategia di Mosca per rafforzare il suo peso all’interno dell’organizzazione e garantirsi il sostegno di governi amici.

Come funziona il sistema delle nomine

L’Osce, che conta 57 Stati partecipanti, prevede che ciascun Paese possa proporre candidati per dirigere gli “uffici di programma” nei vari Paesi membri. La regola generale è che ogni Stato presenti uno o nessun candidato, a seconda del livello di interesse per una determinata sede. Tuttavia, il Cremlino sta adottando una tattica più aggressiva, presentando più candidature per i ruoli di vertice in Serbia, Kazakhstan e Kirghizistan. Secondo i documenti interni citati da Shekhovtsov, attualmente per il Kazakhstan, su sei candidati totali, due sono russi; per il Kirghizistan, su otto candidati, due sono russi; per la Serbia, su otto candidati, due sono russi. Tra questi figura Alexey Lyzhenkov, già noto negli ambienti Osce per presunti legami con i servizi segreti russi.

Perché Mosca punta su questi tre Paesi

L’elevato numero di candidature russe in questi tre Paesi suggerisce un chiaro interesse strategico. Serbia, Kazakhstan e Kirghizistan mantengono legami storici, economici e politici con Mosca e, nell’attuale contesto geopolitico, rappresentano aree cruciali per l’influenza russa. Questa strategia ha un doppio effetto: da un lato, garantisce a Mosca un accesso privilegiato ai processi decisionali dell’Osce in questi Stati; dall’altro, rafforza la tendenza di questi Paesi a sostenere le iniziative russe all’interno dell’organizzazione. In cambio, la Russia può offrire il proprio appoggio alle loro proposte, creando un blocco di influenza che rischia di minare la coesione e l’efficacia dell’Osce.

L’Osce sotto pressione

L’Osce, pur non essendo l’organizzazione internazionale più influente, rappresenta un importante forum diplomatico e di mediazione, soprattutto in un’epoca di crescenti tensioni tra Russia e Occidente. L’azione russa per rafforzare la sua presenza nelle strutture dell’organizzazione potrebbe ostacolare ulteriormente il funzionamento dell’Osce, già sotto pressione per le divergenze tra i suoi membri. La strategia russa evidenziata da Shekhovtsov conferma dunque come Mosca continui a muoversi con determinazione per rafforzare la sua rete di alleati nei contesti multilaterali, cercando di limitare il margine di manovra degli altri membri e di consolidare il proprio peso diplomatico in un’Europa sempre più divisa.

Mire russe sull’Osce. Le nomine e la strategia del Cremlino

Mosca sta cercando di consolidare la sua influenza in Serbia, Kazakhstan e Kirghizistan. Il politilogo Shekhovtsov: il Cremlino sta cercando di rafforzare i legami con governi potenzialmente allineati per minare la coesione e l’efficacia dell’organizzazione regionale

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