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Quando è troppo è troppo. Il comunicato al vetriolo con cui l’ambasciata cinese a Roma ha condannato la conferenza stampa di Joshua Wong al Senato con il Partito radicale e Fratelli d’Italia ha smosso le acque anche nel Partito democratico. Da giorni alcuni parlamentari dem hanno espresso imbarazzo per la linea dell’alleato senior di governo, il Movimento Cinque Stelle, considerata troppo filo-cinese.

La linea della “non ingerenza” del ministro degli Esteri e capo del Movimento Luigi Di Maio sulla repressione delle proteste a Hong Kong aveva già creato più di un mal di pancia. Il doppio blitz di Beppe Grillo in visita all’ambasciatore cinese Li Jinhua e ora la condanna dell’ambasciata sono state le gocce che hanno fatto traboccare il vaso.

“È inaccettabile che l’ambasciata di un Paese come la Cina definisca in questo modo la legittima attività di parlamentari italiani che sono eletti dal popolo e solo dal popolo possono essere giudicati”, tuona ai microfoni di Formiche.net il senatore dem Gianni Pittella, già presidente del gruppo socialista al Parlamento europeo. Le parole del ministero degli Esteri cinese, dice, sono “inaccettabili e irresponsabili”.

Si può anche entrare nel merito delle proteste, spiega Pittella, ma intimare ai parlamentari italiani di tacere è davvero troppo. “Sulla vicenda di Hong Kong si possono avere diversi commenti e sfumature, questo non implica però la possibilità per l’ambasciatore cinese di ordinare ai nostri parlamentari cosa possono o non possono dire”. Si tratta, insomma, di “un attacco assolutamente improprio, scorretto, da rispedire al mittente”.

Pittella non è l’unica voce che si è alzata dal Nazareno. Se i dem alla Farnesina scelgono la cautela, più di un nome di peso si è esposto per condannare le parole dell’ambasciata. È il caso di Lia Quartapelle, deputata in Commissione Esteri, da sempre attenta alla politica internazionale.

“A proposito di Cina e ingerenze… A che titolo l’ambasciata cinese definisce irresponsabili i parlamentari italiani? – scrive su Twitter – il lavoro dei parlamentari italiani viene giudicato dai cittadini italiani nelle elezioni, non dalle autorità cinesi che oggi esercitano una pressione indebita!”. Le fa eco, sempre dalla Camera, il collega Andrea Romano, che parla di “intromissione inaudita” e chiede ai presidenti di Camera e Senato di “tutelare con fermezza la dignità del Parlamento italiano”.

Dal Senato, istituzione direttamente chiamata in causa dai diplomatici cinesi, si alza la voce della dem Valeria Fedeli, ex ministra dell’Istruzione, presente alla conferenza stampa con Wong. “Chi ha responsabilità politiche e di governo non può stare zitto davanti a una palese violazione dei diritti umani a Hong Kong. Irresponsabile sarebbero la neutralità e l’indifferenza davanti agli abusi e violazioni”.

Voci che, per il momento, rimangono isolate. Dal Pd infatti non è arrivata nessuna presa di posizione ufficiale. Per il governo parla Marina Sereni, viceministro agli Esteri in quota Pd: “La libertà di espressione è un fondamento irrinunciabile del nostro sistema democratico”.

In serata il presidente della Camera Roberto Fico ha difeso su Facebook l’iniziativa del Senato: “Difendo e difenderò sempre il diritto dei parlamentari di esprimere le proprie opinioni e i propri giudizi politici. Le parole dell’ambasciata cinese rispetto alla conferenza stampa cui hanno preso parte esponenti politici e l’attivista Joshua Wong sono profondamente irrispettose”. Altro che ingerenza, dice Fico, il Parlamento ha il diritto di esprimere opinioni anche “in relazione ad avvenimenti che si svolgono in altri Paesi”.

Inaccettabili e irresponsabili. Pittella (Pd) risponde all'ambasciata cinese

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